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Alde
Cover The Legend of Zelda: Twilight Princess per Wii

The Legend of Zelda: Twilight Princess può essere considerato certamente uno dei capitoli legati alla saga più e atteso dai fan fin dall’annuncio all’E3 2004. Originariamente pensato su Gamecube, il titolo ebbe alcuni ritardi per renderlo uno dei titoli di lancio della console di settima generazione di casa Nintendo: il Wii. Questo scatenò non poco le perplessità di numerosi giocatori, dovuti anche a diverse caratteristiche legate al titolo stesso al periodo della sua uscita.
Dopo aver buttato giù l’ancora dalla Hyrule di Wind Waker, Twilight Princess è certamente l’episodio che riprende quei toni dark e tetri che fece di Majora’s Mask uno dei titoli più insoliti e certamente riusciti della serie. Dando comunque importanza ai feedback dei fan, è in realtà Ocarina of Time ad essere di piena ispirazione a questo episodio, per un insieme di dettagli che ai più che hanno giocato al lontano titolo del ’98 (riproposto solo negli ultimi anni su 3DS) non può evitare di notare, primo tra tutti il vago collegamento narrativo e la rappresentazione stessa del regno di Hyrule, evolutosi secoli dopo in ciò che oggi vediamo .
In questo episodio Link è un modesto abitante del villaggio Tauro, incline a diventare un pastore con l’aiuto della sua ormai ben nota cavalcatura Epona. Alla vigilia di un viaggio per la consegna di una spada al castello del regno però, il posto in cui vive viene invaso da misteriose creature oscure, che rapiscono i bambini e scatenano in un certo modo il luogo nel caos. E’ Link ad essere prescelto per risolvere le cose, il tutto grazie all’aiuto di una misteriosa figura, Midna che lo aiuterà a far luce, in tutti i sensi, a ciò che sta accadendo ad Hyrule, rivelando risvolti sempre più cupi di cui la nostra comprimaria sembra c’entrare come non mai. La narrazione è su buoni livelli, con cutscene certamente più cinematografiche rispetto ai capitoli passati, ma alcune volte il tutto appare abbastanza mal sbilanciato tra un evento e l’altro, alternandosi da una serie d’importanti sviluppi, ad altri in cui c’è il nulla totale. Per il resto i personaggi sono abbastanza partecipi agli episodi che li circondano, sebbene nessuno di loro prevalga particolarmente col suo carattere. Tutti con un’unica eccezione: di tutti gli episodi pubblicati nel corso degli anni, Midna è certamente la spalla meglio riuscita della serie, sempre se spalla si può definire. Subdola e sarcastica all’inizio, riesce a svilupparsi in maniera considerevole nel progredire della storia, rivelandosi sempre all’altezza di ciò che la circonda senza tradire troppo il suo carattere. Fin dall’inizio oscura enormemente lo stesso Link, ma in contemporanea riesce sempre a non essere troppo invadente durante il gameplay, consigliando quando necessario e facendo la sua parte ai massimi livelli. Da questo punto di vista è un po’ triste vedere che, l’erede spirituale di Ocarina non riesca a tenere quei livelli di epicità del suo ispiratore, ma Midna riesce nell’impresa di reggere da sola tutta la baracca, purtroppo a discapito di antagonisti non particolarmente incisivi e figure spesso messe un po’ troppo a sproposito o poco approfondite, come la stessa Zelda.
Apparte questo la parte ludica non ha niente da rimproverarsi. Come sempre è l’esplorazione e l’avventura a far da padrone nel gioco. La Hyrule di Twilight Princess è bella e vasta da esplorare, sebbene in certi versi potrebbe apparire un pochino vuota di contenuti. Le stesse città non danno la sensazione di vitalità sebbene gli abitanti sembrano abbastanza amalgamati con il resto del mondo, e le cose da fare in questi sono ben poche, preferendo trovare alternative alla storia principale al di fuori dei centri abitati. I viaggi potranno essere affrontati spesso a cavallo di Epona, introdotta qui per presentare dei veri e propri scontri su di essa. Alcune volte nel gioco, infatti, ci imbatteremo nel dover combattere sulla nostra amica contro diversi nemici, dando al gameplay un po’ di alternatività. Non sono comunque le battaglie a cavallo la vera novità del gioco. In quanto Hyrule è stata presa da una forza oscura chiunque sia nel suo cammino viene colpito da essa, anche Link in un certo senso, ma invece di apparire una figura vagante come le altre assume le sembianze di Lupo. Aiutato da Midna a cavallo di esso, Link può vagare in questa forma in quello che viene definito Mondo del Crepuscolo con l’obiettivo di ridare la luce a quel luogo. Per proseguire Link perde qualsiasi capacità umana, potendo comunque ricorrere a diversi vantaggi, come il suo istinto di bestia per vedere cose normalmente nascoste all’occhio umano, scavare per accedere in luoghi inaccessibili, memorizzare un determinato odore per poterlo poi seguire, oppure farsi aiutare da Midna per saltare in zone apparentemente inaccessibili. Questo dona varietà al gameplay, purtroppo non riuscendoci del tutto. Le fasi iniziali da lupo infatti, in cui dovremo far tornare come prima un determinato luogo, alle lunghe inizieranno ad appesantire il ritmo di gioco, obbligandoci inevitabilmente a dover ripetere più di una volta le stesse meccaniche. Fortunatamente questa fase non durerà troppo e sa concludersi quando necessario, dandoci comunque la possibilità di mantenere queste esclusive abilità presenti nel titolo e utilizzarlo perfino nei Dungeon stessi, se l’occasione lo richiede.
Se non vagheremo in forma di bestia comunque, Link avrà la possibilità di mettersi alla prova come sempre nei diversi Dungeon del gioco. Si parte già dall’inizio su ben ottimi livelli, presentando templi e luoghi ben più improbabili sempre sopra alle aspettative, tranne che per pochissime eccezioni. Il level design è sempre complicato e soddisfacente e la bellezza estetica di certi donano un fascino particolare al tutto. Twilight Princess è da questo punto di vista uno dei migliori, non calando di qualità neppure in quelli finali, presentando sempre labirinti diversi e ben elaborati. L’unica nota negativa forse è l’accessibilità di questi: alcuni appaiono fin troppo semplici, dovuti forse alla fin troppa facilità nel proseguire di certe zone. Mettere più piccole chiavi a sostituire le fin da subito e praticamente invasive rupie, sarebbe stato preferibile, aumentando di più gli sforzi dei giocatori nell’ottenimento di questi. La varietà di dinamiche e ambientazione è comunque ottima: dagli sperduti luoghi in mezzo alla giungla, alle tombe degli antenati di Hyrule, i Dungeon sono sicuramente il punto più alto del titolo, condite il tutto sempre da Boss finali che richiedono strategia e inventiva del giocatore, oltre che apparire tra i più imponenti di sempre.
Insieme a questi labirinti sono stati introdotti per l’occasione anche nuovi accessori oltre ai classici, che offrono nuovi spunti al proseguire. Alcuni però non vengono sfruttati più del necessario, come il disco rotante, oggetto da potenziale molto altro ma raramente utilizzato nei luoghi non scriptati. Oltre questo, ogni oggetto si adatta abbastanza bene al mondo che lo circonda e alcuni più noti vengono riaggiornati per l’occasione, come il boomerang o lo storico arpione. Idea interessante inoltre quella di poter unire diversi oggetti, come l’arco e le bombe, col quale potremo scoccare letali frecce esplosive, ma purtroppo non del tutto sfruttata, riducendosi a pochissime altre possibilità di combinazione.
Quando comunque non si esplorano i Dungeon, il mondo di Hyrule offre nuovi spunti con cui passare il tempo, data anche la notevole vastità del mondo di gioco. Di missioni secondarie non ce ne sono molte da svolgere, almeno se messi a confronto con quelli del passato, ma tra minigiochi, e diversi collezionabili, come gli insetti dorati o le anime di spettro, c’è da passare abbastanza tempo in tranquillità sebbene non si dilunghi poi così molto. Potremo discendere una cascata e fare tiro al bersaglio in canoa, oppure rilassarci alla ricerca di pesci da pescare. Rimangono comunque i luoghi nascosti, trovabili soprattutto in forma ferale, dove poter trovare pezzi di cuore oppure arricchirci di rupie. Queste ultime purtroppo, almeno come accennato, si rivelano fin da subito un problema e un fastidio abbastanza rilevante: le rupie in Hyrule saranno tante, troppe, perdendo quindi di peso o relativa importanza, e il tentativo di rendere degli oggetti come le bombe, esclusivamente acquistabili, perde di significato in quanto ciò che avremo speso sarà velocemente recuperabile.
Come spiegato all’inizio, uno degli obiettivi di Nintendo fu rendere Twilight Princess disponibile come titolo di lancio nella line-up Wii. A tal proposito ci sono alcune introduzioni in questa edizione, legate comunque esclusivamente ai comandi di gioco e ad alcuni miglioramenti estetici rispetto alla versione Gamecube, comunque non troppo radicali da preferire oggettivamente una versione ad un'altra se non per mero gusto personale. La prima e più evidente caratteristica è la parte visiva: questo episodio su Wii viene adattato al giocatore, non a Link: per l’occasione non è più mancino, ma destrimano e a tal proposito il mondo di gioco viene completamente reso speculare rispetto all’edizione del Gamecube, dettaglio che potrebbe far storcere abbastanza il naso a molti, ma che comunque non influisce in nessun modo sul titolo. Cosa più influente invece è la mancanza della gestione della telecamera, presente invece nella versione Cube. Apparte questi dettagli e i 16:9 presenti nella versione Wii entrambe le edizioni sono completamente identiche, almeno visivamente. Il gameplay al contrario cambia radicalmente grazie all’introduzione del pad Wii. Il nunchuck e il Wii Remote sostituiscono quasi tutti i controlli a disposizione su un classico pad, ma il sensore di movimento aggiunge la possibilità di usare la spada semplicemente agitando i controller. La precisione dei fendenti non richiede una mossa precisa o ben studiata, ma offre comunque uno spunto interessante per l’uso dell’arma. Oltre la nostra fida spada anche oggetti come l’arco o il boomerang potranno essere utilizzati puntando il controller destro sullo schermo, così come per altre attività, come la pesca e altri tipi di minigiochi.
Esteticamente Twilight Princess è atipico per la serie: i colori sono spenti e portati verso il giallo e lo stile stesso del gioco è più concentrato verso figure più realistiche e credibili possibili mantenendo comunque quello stile inconfondibile della serie. Come detto i toni sono decisamente più scuri e seri rispetto al suo più colorato e cartoonesco predecessore, e questo lo rende assolutamente sublime e unico, sia su Gamecube su cui segna un più che degno canto del cigno, che sulla neonata Wii. Come per il lato visivo anche quello sonoro fa un lavoro più che ottimo. Il tema principale, così come quello di alcuni personaggi, della world map o dei Dungeon stessi, sono incisivi e di alta qualità, oltre che essere atipici per la serie, come il tema ascoltabile durante le fasi ferali, tetro e decisamente particolare. Per quanto belle però solo alcune rimarranno per molto nella mente del giocatore, non riuscendo a fare quello che i suoi predecessori erano riusciti a ottenere.
Twilight Princess ha avuto moltissime aspettative da mantenere, purtroppo non riuscendoci del tutto. L’eredità di Ocarina of Time purtroppo è un terribile peso che il gioco non è riuscito a reggere del tutto, nonostante obiettivamente ha saputo portare molte più caratteristiche e feature di quest’ultimo. Preso singolarmente però sa brillare di luce propria ed essere all’altezza della saga, offrendo proposte ludiche interessanti, seppur non trabocchi di originalità come il suo predecessore era riuscito a presentare.