Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Cthulhu condivide alcuni suoi interventi solo con i suoi amici. Se vuoi conoscere Cthulhu, aggiungilo agli amici adesso.

Cthulhu

ha scritto una recensione su Dark Souls

Cover Dark Souls per PS3

Dark Souls (come il suo predecessore) è un gioco di nicchia, From Software stessa è di nicchia e poco conta che la sua popolarità sia diventata "mainstream" perché alcune persone che tutti seguono come pecorelle ora lo esaltino o che alcuni pensino che sia il gioco più difficile di sempre, poco conta che proprio a causa del suo essere diventato popolare anche tra i più giovani, abbia destato l'odio di chi non sopporta (giustamente) il "regazzino" di turno che fa le sue uscite sulla presunta difficoltà estrema a causa della sua poca conoscenza storica del medium videoludico, Dark Souls va visto per quello che è nella sua ambivalenza di gioco di nicchia e di capolavoro.
Dark Souls è un gioco fondamentale della scorsa generazione perché ha dato, anche a chi gioca da poco data la sua età, un assaggio di cosa fossero i videogiochi prima che diventassero davvero "per tutti", perché da un senso di sfida ad un pubblico ormai ben poco abituato ad essa, perché ha in sé il concetto di "paura", ma non intesa come in un Survival Horror, qui si parla della paura della morte, perché la morte è una dannazione, la morte non significa risvegliarsi poco più indietro da dove si ha perso la vita, bisogna guadagnare terreno, la morte non significa spensieratezza, la spensieratezza di ritrovarsi tranquillamente come prima, come se niente fosse successo, ma richiede un pegno, un prezzo da pagare.
Capolavoro perché il suo concetto di gameplay fa sentire la fatica, richiede concentrazione, fa utilizzare lo scudo attivamente, lo rende necessario come successo in rarissimi casi nell'INTERA storia videoludica, ti regala solo e solamente ciò che ti sei realmente guadagnato, ti mette davanti ad un level design, una concatenazione tra zone semplicemente geniale, come solo i migliori "metroidvania" hanno saputo fare, ha un sapore arcade che si intuisce, come una leggera brezza nell'aria, ma seppur leggera comunque pienamente percettibile.
Dark Souls lo si gioca anche quando non lo si sta effettivamente giocando.
Dark Souls va premiato non solo per essere un gioco coraggioso, particolare ed alienante, ma anche per ciò che rappresenta, per aver in parte evoluto (anche se in fin dei conti credo vadano messi alla pari) un concept unico, quello di quel Demon's Souls che si è fatto strada di prepotenza, quando nessuno sapeva né credeva che sarebbe uscito dai confini nipponici, poi da quelli statunitensi e solo e solamente grazie a giocatori che iniziarono ad acquistarlo in massa d'importazione, Namco decise di prenderlo sotto la propria ala e portarlo anche in Europa.