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Dinko

ha scritto una recensione su Rage

Cover Rage per Xbox 360

Siamo 106 anni dopo la caduta di un meteorite sulla Terra e l'umanità cerca di rimettersi in piedi come può. Arrivati misteriosamente dal passato tramite una speciale nave chiamata "Arca", dovremo farci un nome e prendere una decisione fondamentale per il bene della popolazione. Queste sono le basi su cui si erge l'intero gioco. Una trama quindi di per sé poco originale ma che trovo allo stesso tempo affascinante, se solo però quest'ultima fosse stata curata meglio. Ehi ma, questo è un FPS dell'ID Software, chi ha davvero bisogno di una trama? Il punto forte del gioco dovrebbe essere il gameplay, e infatti è così.
La mano dell'ID si sente sin da subito. Il gameplay è veloce rispetto la maggior parte degli FPS moderni, non raggiunge di certo il tecnicismo che necessita Doom ad esempio, ma è un buon ibrido tra FPS old school e FPS odierno, aperto quindi a tutti ma con una difficoltà discreta, specie ad Incubo. Altra cosa davvero azzeccata del gameplay è la quantità di munizioni: nel gioco non ci ritroveremo nei luoghi delle quest già ripieni di munizioni ma sarà necessario depredare i corpi, raccogliere roba in giro da rivendere (o per creare oggetti vari) e acquistare munizioni prima di partire per una quest. Nel gioco inoltre, come è intuibile da ciò che ho appena detto, c'è una leggerissima componente GDR che non è troppo invasiva ma è azzeccata, niente livelli o abilità quindi (a parte una scelta iniziale piuttosto marginale), solo oggetti da fabbricare/rivendere e un'appena accennata e, oserei dire, camuffata componente free-roaming. E questo se vogliamo è un difetto perché il gioco avrebbe potuto essere totalmente aperto e assumere sembianze più simili a quelle di Fallout, invece, nonostante ci ritroveremo a poter girare liberamente dove vogliamo, l'ambientazione è suddivisa in "strade" già pre-impostate percorribili sì a piedi ma che per la loro vuotezza "costringono" il giocatore ad usare un mezzo di trasporto.
Inoltre, non mancheranno gli svaghi: nel gioco ci saranno tre giochi da poter fare, uno con un mazzo di carte che assomiglia molto al BlackJack, il classico gioco delle "5 dita" e un altro molto particolare dove l'unica cosa che ci verrà richiesta sarà la fortuna. Sempre nella categoria "svaghi" il gioco ci da anche la possibilità di fare alcune gare, in sella al nostro mezzo di trasporto, per le lande desolate per poter guadagnare denaro.
Dal punto di vista estetico e tecnico Rage, nonostante le texture povere e che sporadicamente caricano in ritardo, è uno dei più bei giochi di questa gen. Non solo il gioco gira a 60 FPS ma la cromatura dei colori e il dettaglio generale sono davvero sbalorditivi, se aggiungiamo poi anche un'ambientazione post-apocalittica che personalmente adoro, è fatta. I livelli, poi, sono molto vari e sempre ben fatti, ci ritroveremo da esplorare edifici pubblici abbandonati a case e ad ancora gallerie, dandoci a volte anche un certo senso di claustrofobia, tipico dei prodotti targati ID Software.
Altra nota positiva che riguarda il punto di vista tecnico è l'IA. E' un piacere vedere come i nemici saltino gli ostacoli, si arrampichino sui tetti e corrano sui muri schivando i nostri proiettili, ed il bello è che non c'è nessuno script dietro a parte eccezioni.
La colonna sonora è azzeccata: assente nei momenti di calma per darci tensione, presente con musiche mai fuori luogo nei momenti più concitati. Non chiederei altro.
La longevità è media, 10 ore per completare la campagna principale e un 15-20 al massimo per fare tutto al 100%.
Il finale poi, dato che se n'è parlato tanto è impossibile non citarlo, è strano: non è brutto, non è bello ma l'ho trovato sconclusionato e raccontato male, peccato.
Tirando le somme Rage è sia un ottimo FPS dal gameplay particolare e che raramente oggi si vede ma è anche un'occasione mancata per via dei problemi tecnici (se fosse uscito su next-gen il gioco sarebbe stato ancora più sbalorditivo di quanto non lo sia già) e per via di un finale che ti lascia un po' con l'amaro in bocca. Al di là di tutto comunque, è un'esperienza da intraprendere assolutamente.