MrCrescendolls

"Duke Nukem". Solo questo nome riporta alla memoria un personaggio dall'ego spropositato, sciupafemmine e con un atteggiamento da spaccone che ci ricorda quel John Nada interpretato dal compianto Roddy Piper in Essi Vivono del 1988.

Conosciamo tutti la travagliata genesi di questo titolo, fatta di battaglie legali, acquisizioni e rinvii ed è proprio questo passato difficile ad essere la più grande criticità di Duke Nukem Forever.
Tecnicamente, infatti, ci troviamo davanti ad un titolo dall'impostazione old-school, fatta di lunghe sezioni di shooting lineare inframezzate da brevi sessioni platform (odiose e assolutamente evitabili). Il gameplay è tutto fuorchè innovativo e i diversi tentativi di variare l'esperienza di gioco non riescono nel loro intento.
Il comparto tecnico non si dimostra all'altezza, portando a schermo texture slavate, modelli poligonali piuttosto scarni e una sottostante sensazione di ripetività per quanto riguarda le ambientazioni e per i nemici.

Tutto da buttare quindi? Non proprio.
Duke Nukem Forever, seppur svantaggiato da una realizzazione al di sotto della sufficienza e da un gameplay stantìo, rimane un prodotto leggero. Il titolo Gearbox riesce nell'obiettivo primario: intrattenere. E' chiaro che agli occhi più smaliziati i difetti mineranno in toto l'esperienza di gioco complessiva, ma il gioco riesce comunque a regalare del sano svago, grazie alla sua trama lineare e semplice, alle diverse ore di gioco (forse troppe ai fini di sceneggiatura) lungo la quale essa si dipana e grazie anche alle irrinunciabili battute del Duca che ci accompagneranno tra uno sbudellamento e l'altro.

Confesso che ho trovato questo prodotto piuttosto contrastante. Da una parte troviamo un ottimo comparto tecnico, con un sistema di illuminazione curatissimo, raro da trovare su PS3. A coadiuvare quanto appena scritto, una colonna sonora preziosa, ricca di sperimentazioni e campionamenti davvero niente male.
Purtroppo però, un gameplay per niente innovativo e una trama piena di spunti interessanti, ma sviluppata approssimativamente e in maniera confusionaria, personalmente non elevano l'esperienza di gioco a qualcosa di memorabile, anzi portano questo titolo facilmente all'oblio.
Si aggiunga a questo una pessima gestione della telecamera, una scarsissima caratterizzazione dei personaggi secondari, una varietá di nemici troppo debole e un design dei livelli eccessivamente lineare.

Forse una delle sceneggiature dedicate ad un singolo titolo più articolate e contorte degli ultimi anni videoludici. Bioshock Infinite ci porta su schermo una interessante interpretazione della teoria del multiverso, proponendoci un gioco dall'elevatissimo taglio narrativo.
Non sarà infrequente trovarsi spiazzati davanti all'ennesimo colpo di scena di una trama già colma di espedienti narrativi articolati che possono far smarrire il videogiocatore più distratto. E' proprio questa elevata quantità di intrecci che lo rendono un titolo non per tutti: Infinite non eccelle come fps puro, quindi chi cerca un prodotto immediato e di facile interpretazione non si troverà a proprio agio. Qui è la narrazione a dominare, relegando il gameplay a medium attraverso il quale trasmettere il dipanarsi della trama.

Veloce, frenetico, divertente e mai noioso. Questa interpretazione dello street soccer di EA strizza l'occhio sia ai giocatori più esigenti che a quelli che hanno voglia di riempire questo o quel momento di vuoto con un titolo dalle meccaniche immediate.
Graficamente molto curato con un comparto sonoro di tutto rispetto. La modalità calcio a 5 può rievocare qualche bel ricordo per i veterani amanti della modalitá indoor di Fifa 97 e 98.