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Lagomorph

ha scritto una recensione su Valkyria Chronicles

Cover Valkyria Chronicles per PC

La Cavalcata delle Valchirie

Eccomi qua, a parlare di Valkyria Chronicles, gioco che durante le oltre 40 ore che gli ho dedicato mi ha saputo coinvolgere e divertire ad alti livelli, ma che purtroppo soffre di alcuni difetti che l'hanno trattenuto dall'essere il capolavoro che poteva diventare.
Ma andiamo con ordine.

Cominciamo dal comparto narrativo:
Le vicende di Valkyria Chronicles si ambientano in un' Europa alternativa dalle tinte steampunk, dove le tensioni per il possesso
del Ragnite, minerale essenziale per l'alimentazione dei
macchinari, hanno portato all'inizio della Seconda Guerra Europea.
Chi ne risente più di tutti è Gallia, una piccola nazione ricca di giacimenti di Ragnite per i quali verrà presa di mira dall' Impero, la più grande superpotenza del continente.
Il giocatore si ritrova quindi a vestire i panni di Welkin Gunther, figlio di uno dei più grandi eroi della precedente guerra europea, che viene coinvolto nel conflitto quando l'Impero assalta Bruhl, città di confine del paese di Gallia.
Qui, cooperando con la guardia cittadina cerca di respingere i nemici, ma l'insormontabile differenza numerica tra i due schieramenti lo costringe alla fuga insieme ad Alicia Melchiott, capitano degli armati di Bruhl.
Raggiunta la capitale Randgriz, i due vengono assegnati come ufficiali a una squadra della milizia, con la quale prenderanno parte alle successive schermaglie contro l'Impero, il quale conta tra le sue file anche Selvarya Bles, l'ultima delle valchirie.

È questo l'incipit che ci porterà sul campo di battaglia, tanto semplice quanto incredibilmente intrigante. Con il passare dei capitoli l'intreccio narrativo si svilupperà ottimamente, presentando
ed approfondendo personaggi ben caratterizzati e dal grande carisma. Inoltre, lo stile narrativo ad episodi ben scanditi viene utilizzato per rendere l'esperienza simile quasi ad un libro di storia interattivo(e infatti la schermata di selezione livello è proprio un libro). Unico vero difetto in questo campo sono i colpi di scena, tutti potenzialmente epici, ma tutti dannatamente telefonati.

Passando al comparto audiovisivo, non si può che tessere lodi su lodi al lavoro svolto dai ragazzi di Sega.
L' Europa fittizia di Valkyria Chronicles è davvero ben realizzata, edifici, veicoli, armi, e personaggi funzionano perfettamente e coesistono in maniera naturale, non c'è un singolo design che non riesca a convincere.
Sul lato puramente tecnico non ci troviamo di certo davanti a qualcosa di miracoloso, basti vedere l'appena discreta modellazione poligonale o le animazioni non sempre perfette, ma questi difetti sono inezie di fronte alla magnifica realizzazione acquerellata in Cel Shading del Canvas Engine, che rende il tutto una sorta di quadro in movimento.
E il tutto migliora ancor di più durante le cut-scene in CGI, semplicemente magnifiche sotto ogni aspetto, è davvero un peccato che a conti fatti si rivelino piuttosto poche.

La colonna sonora composta da Hitoshi Sakimoto, compositore con all'attivo lavori del calibro di Final Fantasy Tactics, Odin Sphere e Tactics Ogre, è l'ennessimo pro da aggiungere alla lista.
Le tracce riescono ad accompagnare perfettamente ogni situazione e sentimento, che sia l'adrenalina di una battaglia o la tristezza per la perdita di qualcuno d'importante.
Pollice in su anche per il doppiaggio inglese, ogni voce calza a pennello con il personaggio che va ad impersonare, ed anche la performance in sé è di ottimo livello.

Ed arriviamo infine al paragrafo che mi sono appositamente voluto lasciare per ultimo, il gameplay, per me il punto meno riuscito dell'intera produzione.
Ma chiariamoci, Valkyria Chronicles ha un ottimo sistema di combattimento, che richiede strategia nel posizionamento dei soldati, nel controllo degli accampamenti, nella gestione dei carri armati, nell'uso parsimonioso di armi e granate e in tante altre meccaniche. E l'ottima realizzazione delle mappe(non tutte a dir la verità) riesce inoltre a sfruttare bene quanto elencato.

Il problema principale è però un altro: le unità.
Uno dei punti cardine dei SRPG è proprio la gestione dei nostri combattenti, infatti più che un esercito, ciò di cui disponiamo solitamente è più simile ad un party da JRPG molto allargato, dove ogni personaggio ha le proprie peculiarità, positive o negative che siano. Ma in questo titolo si è scelto di usare un sistema dove l'esperienza viene accumulata come una valuta, che poi potremo distribuire a piacimento tra le varie classi del gioco. Il che non sarebbe neanche un male....ma Valkyria Chronicles ha 5 classi.
Cinque classi sono un'inezia per un gioco di questo genere, ed il sistema di esperienza non fa che amplificare il problema, perché i personaggi di una stessa classe sono praticamente identici.
Precisamente, se l'esperienza non è individuale, cosa li differenzia?
Le abilità.(E l'aspetto, vabbè.)
Quest' ultime sono semplici skill prese da una pool piuttosto ridotta che nel gioco sono praticamente ininfluenti, perché si trattano solamente di leggerissimi bonus/malus passivi che si attivano sotto determinate circostanze, assolutamente insufficienti a distinguere le unità tra loro. Considerate inoltre che di ingegneri raramente ve ne servirà più di uno ed i cecchini in alcune mappe sono semplicemente inutilizzabili, quindi potreste ritrovarvi a fare missioni che richiedono di schierare una quindicina di unità con solo tre classi.

Ci sono poi altri problemi come l'intelligenza artificiale, generalmente mediocre con non troppo rari picchi di tendenze suicide.
O anche le missioni dove si deve conquistare un determinato accampamento, che in diversi casi pagano in modo esagerato il rush invece che l'azione ragionata.
Oppure le Schermaglie, missioni secondarie per farmare soldi ed esperienza che sono però riprese dalle battaglie della campagna e che quindi non offrono niente di diverso ed annoiano subito.

Ma nonostante in quest'ultima parte sia sembrato piuttosto critico, Valkyria Chronicles è comunque un gioco che mi è piaciuto parecchio, perfino il gameplay che ho definito come "il punto meno riuscito dell'intera produzione." è comunque divertente, strategico ed appagante a discapito dei difetti, senza i quali il voto sarebbe slittato forse anche oltre il 9.