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Darkness Within 2: la Stirpe Oscura

Il seguito di Sulle tracce di Loath Nolder a vele spiegate

Darkness Within 2 – La stirpe oscura: la serie ha eseguito un bel colpo di coda e a mio modesto parere, su alcune cose, schizza al vertice rispetto al primo titolo, sia per l’evoluzione del suo essere punta e clicca sia per la continuità della trama; ma allo stesso tempo noto che ha perso colpi su alcune cose e nel dettaglio anche su quelle che l’hanno posto al di sopra del primo. Ok, dopo queste poche righe non proprio chiare, vado avanti xd



Il seguito di ‘Sulle tracce di Loath Nolder’ cambia genere di gameplay, prendendo l'interfaccia di un fps (infatti il primo titolo lo vede in un classicissimo punta e clicca a schermate fisse con buoni spunti, ma senza lode purtroppo), ma non di trama, è appunto il suo seguito spirituale e riprende la storia esattamente dove l’abbiamo interrotta.
Anche qui ci troviamo in presenza della scia che abbiamo visto già in casa Frictional. Già, perché DW: la stirpe oscura sfrutta anch’egli la tecnica PhysX by NVIDIA, seppur non in maniera come qualcuno è stato (bene) abituato - come me. Il puntatore del mouse infatti rimane fisso al centro dello schermo, rendendo poco fluide le ‘manovre’, inoltre basta un clic di mouse per interagire/prendere/spostare gli oggetti e muoversi poi con i soliti tasti direzionali WASD per spostarli via. Non dovremmo simulare nessun atto con il movimento del mouse (ad esempio per aprire ante di armadi, basta cliccarci sopra). Quindi il tutto risulta piuttosto macchinoso e infonde un certo senso di staticità ai movimenti, una cosa molto contraddittoria.
Per quanto riguarda il sistema 'investigativo' nulla è cambiato rispetto al primo.



Nonostante alcuni bug nel sistema grafico, nel complesso non è stato compiuto un lavoro così malvagio. Le atmosfere arrivano dove devono arrivare – così come i luoghi che visiteremo - nel colpire il giocatore e nell’infondergli un perenne senso di abbandono e ‘segretismo’.
Una nota stonata però devo aggiungerla, ossia l’effetto di polvere nell’aria, proprio per dare ai posti chiusi ancor di più un’aria di ciò che è lasciato a sé stesso. Ma… più che polvere, sembrano chicconi di neve sospesi e immobili nell’aria.
Comunque, proprio per quanto riguarda i luoghi, sembra che lo scopo principale di questo gioco sia appunto la loro esplorazione nel dettaglio, cosa che però ha influito negativamente sulla trama e sull’emotività del nostro personaggio, perché poste in secondo piano dagli sviluppatori. A questo ultimo proposito, infatti, ci ritroviamo un Howard (il protagonista) più caratterizzato come essere umano grazie al fatto che la trama ricalca quelle che sono le origini della sua stirpe (quindi lo riguarda direttamente), ma rispetto al primo titolo, gli episodi in cui il gioco ci fa percepire il suo stato d’animo alterato dagli strani eventi che lo colpiscono sono nettamente diminuiti, contribuendo al senso di staticità di cui ho parlato anche sopra. Ricordiamo infatti che nel primo capitolo ciò che rendeva atmosfera era più che altro il sapere lo sbalzo d’umore del nostro personaggio, tramite ansimi e vista sfocata, oltre al fatto del ‘tremolio’ della stessa. Qui invece il tutto è giocato dai luoghi e quindi ci si è poco soffermati per quanto riguarda lo stato interiore.



Da qui mi riallaccio ai vari PNG che incrociamo sul nostro cammino: tutti sono stati rovinati ad essere semplici comparse, nonostante ricoprano (per trama) o dovrebbero ricoprire un ruolo meno marginale di quello che in realtà hanno. In più, ahimè, anche loro sono poco caratterizzati – pure per quanto riguarda le espressioni del volto e la gesticolazione.



Ritornando alla trama, spiega molti interrogativi che avevamo lasciato irrisolti nel primo Darkness within, ma la stessa pare voglia diramarsi in più direzioni per essere appunto più caratterizzata e complessa, ma in realtà il gioco non si concentra quasi su nessuna di queste, seguendo una linea pressoché dritta e il resto potremmo definirlo come qualche spruzzetto di colore cominciato e terminato (o lasciato lì, a se stesso).
Mi rendo conto che portare avanti ogni minimo dettaglio del gioco e sviluppare attorno ad esso una trama che a sua volta si riallacci alla prima sia un lavoraccio, ma insomma… dovrebbe essere uno degli scopi di riuscita di un gioco ù.ù
Comunque è un peccato, perché la trama non è malaccio e per chi conosce Lovecraft si renderà conto di come il gioco gli sia abbastanza fedele.



Buono invece il comparto sonoro, basato interamente sugli effetti che fanno in maniera più che discreta il loro lavoro, ma anche qui ho una cosina da dire: a mio avviso si abusa di alcuni effetti, quali ad esempio una porta che cigola e successivamente si chiude sbattendo e serrature che scattano all’improvviso. Ammetto che all’inizio questi stessi effetti mi davano una certa ansia (anche perché il gioco parte nella piazza di un piccolo paesino, con gli edifici a portata di mano, dove gli stranieri non sono ben accetti) perché mi tenevano sul chi va là.
Ma appunto dicevo che ne hanno abusato perché si sentono praticamente ovunque (anche nel bosco, una delle locazioni del gioco), quindi se all’inizio fanno quello che devono fare, dopo un po’ perdono un poco la loro efficacia. Insomma, in dettaglio questi effetti hanno senso solo in alcuni luoghi e alla stregua diventano ridondanti.



Arriviamo al doppiaggio! Ero convinta che la localizzazione italiana fosse stata fatta esclusivamente per i sottotitoli (ma qualche recensione mi ha smentita) e infatti io l’ho giocato con i sub ita e l’audio originale inglese, il quale è decisamente ok, peccato che per colpa della staticità di ogni PNG, di rimbalzo, ne risenta anche un po’ il parlato. Difatti quando sentiremo voci che non provengono da ‘nessuno’ possiamo godere appieno del buon lavoro dei doppiatori http://www.silenthillchronicles.it/shcforum/images/smilies/asd.png
Mi è capitato poi di vedere un video di gameplay (perché il gioco a quanto avevo capito ha due finali differenti) e l’ho beccato con l’audio italiano. Dato che in un paio di recensioni ho letto che questo fosse fatto davvero bene e facevano addirittura un applauso ai nostri doppiatori… beh, è una bugia! L’audio italiano, per quelle 4-5 frasi che ho sentito, fa schifo quanto quello del primo capitolo.



In sostanza non è proprio questo grande giocone per cui spantecare per averlo, ma è carino. Non da buttare.
Voto finale: 7.

pubblicato alle 19:53 del 14/04/2012