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Oldboy

ha scritto una recensione su Deus Ex: Mankind Divided

Cover Deus Ex: Mankind Divided per PS4

Immersione

"Come sono necessarie numerose parti per fare un corpo umano, ci sono un numero incredibile di cose necessarie per definire completamente un individuo. Un viso per distinguerti dagli altri. Una voce della quale non sei consapevole. La mano che osservi quando ti svegli. I ricordi dell'infanzia, il presagio del futuro. Ma non è tutto. C'è la distesa di dati dell'enorme rete alla quale posso accedere con il mio cervello cibernetico. Anch'essa forma una parte di me, e dà vita a questa coscienza chiamata "io". E allo stesso tempo mi tiene limitata tra confini prestabiliti."

Questo monologo, tratto dal film Ghost In The Shell e pronunciato per bocca della protagonista Motoko Kusanagi, sintetizza appieno quello che è stato per anni uno degli obiettivi più calcati e discussi del filone del cyberpunk e dell'ambito fantascientifico in generale: cosa ci permette di definirci effettivamente esseri umani? Qual è la linea sottile che ci impedisce di diventare alla stregua di oggetti inanimati, ricchi di forma ma totalmente poveri di essenza?
Numerose sono le opere che hanno provato, negli anni e nei vari settori, non tanto ad azzardare un'irragiungibile risposta al quesito, quanto perlomeno a fornire una chiave di riflessione matura alla scomoda e complicata domanda. Chiave di riflessione che solitamente si accompagna alla creazione di un universo narrativo stratificato, che deve necessariamente apparire convincente agli occhi di chi lo osserva. Deve essere dettagliato, al punto da sembrare il più plausibile e verosimile possibile. Deve stuzzicare l'osservatore, incuriosirlo, affascinarlo ed infine conquistarlo. Insomma, deve farlo immergere in quel mondo fittizio.
Non si sottrae da questa "regola" nemmeno Deus Ex: Mankind Divided. L'opera sviluppata da Eidos Montréal porta avanti l'ennesimo tassello sui temi legati a transumanesimo e affini. Prima di proseguire oltre, devo però precisare che questo prodotto è stato per il sottoscritto sì un'inaspettata quanto appagante sorpresa, ma sostanzialmente anche un approccio "sbagliato", casuale se vogliamo. Alla ricerca di un gioco per assaporare una PS4 appena comprata, mi sono imbattuto casualmente in questo titolo via negozio online, ad un prezzo fortemente scontato. Dopo aver deciso di acquistarlo a scatola chiusa, mi accorsi tardivamente che si trattava di un capitolo canonico di una saga molto più vasta. Mea culpa, quindi, se le righe di testo che sto per scrivere non si confronteranno direttamente con una conoscenza approfondita (ma nemmeno sommaria) del brand noto come Deus Ex. Queste sono solo le semplici parole di un neofita che non ha seguito i necessari step, e come tali vi chiedo di prenderle. Se la cosa fa storcere il naso, siete assolutamente liberi di non considerare questa lettura e interromperla qui, magari preferendo impressioni di altri giocatori, sicuramente più ragionate ed approfondite della mia. Fatta questa lunga premessa, iniziamo a parlare strettamente del gioco.
Come già accennato, è un universo narrativo ricco di dettagli a rendere vincente la formula e la trasmissione dei temi trattati. MD catapulta il giocatore in una società distopica piuttosto turbolenta e dalla natura politica e sociale particolarmente elaborata. Siamo nel 2029 e la tecnologia ha fatto degli enormi passi in avanti. Gli umani di questo tempo possono facilmente potenziarsi attraverso l'implementazione di meccanismi cibernetici sofisticati, che riescono ad avvicinarli sensibilmente a condizioni quasi divine, o se preferiamo a dei superuomini. Come spesso capita in questi frangenti, l'apparizione del diverso genera gradualmente diffidenze profonde e timori viscerali. L'umanità di MD è così spaccata in due, tra chi sceglie di rimanere un essere umano nella sua forma canonica e chi, per volontà o per costrizione, si trova a dover abbracciare la complessa e malvista simbiosi col metallo.
La storia di Deus Ex: Mankidn Divided si muove quindi tra associazioni terroristiche occulte, gruppi di rivoltosi, politici corrotti e organizzazioni governative segrete. Il nostro avatar in questo mondo divorato dalle tensioni sociali e dalla minaccia del terrorismo, sarà identificabile nel protagonista chiamato Adam Jensen, agente segreto nonché "arma" dell'Interpol, in quanto dotato dei sopracitati potenziamenti, oltre che di un passato inquieto quanto nebuloso.
Sostanzialmente, il gioco consentirà di svolgere un gran numero di missioni in ambienti aperti e chiusi, realizzati con una cura davvero notevole nel design. Ambienti che raramente appariranno riciclati e che, grazie ad una distribuzione accurata dei vari personaggi non giocabili e dei variegati oggetti testuali e visivi con cui interagire (come palmari, quotidiani ed e-mail), renderanno stimolante l'interfacciarsi con questo curioso universo videoludico.
Non sarà però solo l'occhio a risultare appagato da tale esperienza. Il gameplay di MD si fa carico di un doppio approccio, riuscitissimo, per raggiungere la risoluzione degli incarichi che ci verranno assegnati di volta in volta. Potremo scegliere se dare libero sfogo alla nostra sete di violenza, seminando il caos con l'ausilio di numerose bocche da fuoco o preferire invece un basso profilo, ragionando costantemente su come passare inosservati, stendere i nemici senza privarli della loro vita o sgattaiolare in silenzio da una parte all'altra tramite condotti e passaggi nascosti. A ciò va aggiunta una componente GDR notevole, che prevede la possibilità di migliorare i potenziamenti del nostro protagonista seguendo l'approccio tra i due sopracitati che preferiamo portare avanti. Stesso discorso va fatto per le armi, in grado di essere implementate in base agli accessori che riusciremo a procurarci sul campo e con una discreta scelta nelle tipologie di proiettili da usare (si va dagli stordenti a quelli EMP).
Sarà inoltre possibile scegliere anche l'atteggiamento e la morale che caratterizzeranno il rapporto tra il "nostro" Adam Jensen ed il mondo circostante, grazie ad un classico sistema di scelte multiple legato alle risposte da dare nei vari dialoghi di gioco. Va precisato che ciò non andrà a modificare in maniera particolarmente sensibile la trama generale, ma darà comunque la soddisfacente possibilità di scegliere che tipo di "eroe" vogliamo vedere trasposto sullo schermo. Che Adam sia rigido e fortemente aggressivo nei confronti degli altri personaggi o che sia invece comprensivo e particolarmente generoso, dipenderà solo da noi e dalle scelte che muoveremo ogni volta durante l'avventura.
Anche la componente narrativa di MD risulta dignitosamente interessante, con il pollice rivolto all'insù perfino per le missioni secondarie, piuttosto variegate e perciò molto stimolanti da giocare. Non posso però esprimermi ulteriormente su quest'aspetto, per il semplice fatto che ho prima la necessità di giocare gli altri capitoli del brand. Solo colmata tale lacuna sarò magari in grado di valutare Mankind Divided anche sotto il punto di vista della storia.
Graficamente, invece, il titolo si difende abbastanza bene e soddisfa decentemente sotto l'aspetto visivo. In particolare, spicca la bellezza degli ambienti di gioco, che tiene sempre alta la voglia di esplorazione generata dal giocatore. Promossa poi anche la colonna sonora, decisamente azzeccata all'interno di questo contesto da dramma futuristico-distopico.
Mossi i comprensibili elogi nei confronti di questo prodotto, passiamo ora invece alle note dolenti. E' purtroppo presente un discreto numero di difetti all'interno di MD. Difetti più o meno rilevanti per l'esperienza di gioco.
Partendo ad esempio dal già citato comparto grafico, la sensazione generale è sì gradevole alla vista, ma in parte è smorzata da alcuni fastidiosi glitch e da piccoli problemi di natura tecnica. Un esempio è lo spostamento dei corpi nemici una volta che questi ultimi sono stati messi al tappeto. Corpi che spesso e volentieri si andranno ad incastrare in punti improponibili dell'area di gioco o inizieranno liberamente a violare le leggi più elementari della fisica. Gli stessi spostamenti di Adam, certe volte, andranno senza motivo a impattare in punti ciechi dove non sarà più possibile muoversi e ci costringeranno a ricaricare nuovamente il salvataggio di gioco più recente. In alcuni momenti dati dal mio personale girovagare per i vasti ambienti di gioco, ho dovuto assistere anche ad alcuni pesanti e vistosi cali di framerate, sebbene non si siano rivelati eccessivamente duraturi, per fortuna.
Altra grana è data poi dall'IA nemica, piuttosto altalenante. Guardie, corpi di polizia o criminali, vi stupiranno subito per la loro capacità di accerchiarvi ed organizzarsi rapidamente di fronte alla vostra offensiva, ma altrettanto velocemente faranno di tutto per facilitarvi il compito di neutralizzarli in massa. Ad esempio, anche se vi troverete nel raggio visivo del nemico da distanza particolarmente ravvicinata, ciò non andrà necessariamente a coincidere con l'essere scoperti e la conseguente attivazione dell'allarme.
Tuttavia, al netto dei difetti sopracitati, ho trovato Deus Ex: Mankind Divided un'esperienza che prima mi ha gradualmente incuriosito ed infine mi ha preso del tutto. Trovo questa fatica degli Eidos Montréal un prodotto oltremodo notevole, che riesce a parer mio a strizzare l'occhio con facilità agli amanti della sci-fi di stampo cyberpunk. In futuro continuerò probabilmente il rapporto con questo interessante brand (perchè diavolo sì, lo voglio fare), ma questo MD rappresenta in maniera indiscutibile il mio personale e sentito punto zero con questo caratteristico franchise.