Oldboy ha scritto una recensione su NieR: Automata
Do Androids Dream of Electric Sheep?
"Oldboy finì Nier: Automata dopo svariate settimane passate davanti allo schermo.
'Ma che cagata di gioco' pensò 'È totalmente senza senso. Non vale nemmeno la pena scriverci qualcosa, bah'.
Detto ciò, il ragazzo spense la console e rimise a posto il controller. Accompagnato da un profondo senso di frustrazione e di persistente svogliatezza, prese così la direzione della sua camera da letto e lì attese infine di crollare tra le braccia di Morfeo."
NIER: AUTOMATA
[Oldboy]'s disappointment
*Titoli di coda che scorrono in time-laps*
*Schermata iniziale*
*Selezione Nuova partita*
In un futuro lontano, gli esseri umani hanno abbandonato la Terra e si sono rifugiati sulla Luna per sfuggire ai feroci attacchi di una razza di invasori alieni. Nel tentativo di riprendere nuovamente le redini del pianeta, l'umanità si è affidata ad avanzatissimi androidi da combattimento, mentre gli alieni hanno fatto di numerosi esseri meccanici, denominati biomacchine, il loro personale esercito bellico. Il conflitto sarà osservato dal punto di vista di tre personaggi: gli androidi 2B, 9S e A2, con cui il giocatore esplorerà un mondo ormai totalmente caduto in rovina.
Una volta giunti ai titoli di coda (quelli diciamo "autentici", non chiedete dettagli per favore), ci si rende subito conto come NieR: Automata sia un titolo incapace di legarsi ad una sola ed esaustiva definizione. Non sarebbe sbagliato dire che stiamo parlando di un action-rpg dotato di grande longevità, o di un titolo dotato di una colonna sonora destinata a rimanere impressa nella testa. O magari non è sbagliato nemmeno parlare di un gioco con un gameplay corposo e stratificato. O, ancora, non è errato associare quest'opera all'espressione "storia complessa e piena di sfaccettature". Tutto questo definisce appieno NieR: Automata e, allo stesso tempo, non è comunque sufficiente a trasmettere la quintessenza di un titolo che quasi sfrontatamente esce dagli schemi classici a cui il giocatore è abituato e lo invita a seguirlo con sentita pazienza e dedizione, senza sottostare a compromessi di sorta. Pena la percezione netta di un'esperienza mozzata quanto inappagante. Questa è l'idea da cui partire per poter sopravvivere fino alla fine alle follie narrative e concettuali di Yoko Taro, coadiuvato per la grande occasione dalle mani sapienti di Platinum Games e dall'apporto non indifferente di un'azienda come Square Enix.
Da una parte abbiamo la storia di NieR: Automata: un racconto che, a livello concettuale, riprende temi di spessore già ampiamente dibattuti in altre opere ludiche e non, quali l'esistenzialismo filosofico e l'eterna questione sulla coscienza delle macchine. "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" era l'interrogativo che si poneva lo scrittore Philip K. Dick, ovvero il punto focale in cui terminava la simulazione, in cui programmazione e artificialità lasciavano il passo alla manifestazione dell'empatia, all'umanizzazione e al desiderio morboso di quest'ultima. Non sappiamo se gli androidi sognano per davvero pecore elettriche, ma probabilmente essi sognano di esistere e di sentirsi vivi proprio come i loro padroni. In NieR: Automata echeggia quindi prepotente la tematica della presa di coscienza, sia per gli androidi che per le biomacchine, le due razze già citate e intrappolate all'interno di un conflitto sanguinoso e crudele, secondo la distopica visione del futuro tratteggiato da Yoko Taro.
Già dalle prime ore di gioco e dagli iniziali sviluppi della storia, si evince in questo gioco una forte alternanza di dramma e di azione, elementi mescolati a loro volta con i toni bizzarri e grotteschi trasposti dal suo autore. Aspetti che trovano ulteriore consolidamento nel curioso stile narrativo adottato da Taro, in parte serio e impostato come qualsivoglia previsione da copione, in parte conscio perfettamente della sua natura di videogioco, e quindi consapevole di impiegare il proprio tempo a interfacciarsi continuamente con il giocatore.
Abbiamo poi un gameplay che fa di tutto per non apparire come l'anello debole della produzione. La grande varietà delle sezioni di gioco rendono NieR: Automata un titolo non solo degno di essere seguito nei suoi continui risvolti narrativi, ma soprattutto un titolo da assaporare impugnando il controller con sincero trasporto. Nel gioco, l'interazione col mondo circostante si manifesta con la libertà tipica di un open-world, restituendo numerose camminate e combattimenti in uno scenario di profonda decadenza.
Il giocatore, in sostanza, avrà a disposizione un gameplay capace di mutare e reinventarsi continuamente, tra lunghe porzioni da hack'n'slash, sezioni in 2D vicine al genere degli sparatutto a scorrimento o sequenze simili a quelle degli shoot'em up. I Platinum Games regalano, da questo punto di vista, un prodotto che si mantiene sempre fresco e variabile. Un prodotto che riesce a mantenersi armonico fino alla sua conclusione (nonostante alcune sezioni appaiano piuttosto riciclate) e che non vacilla affatto per quanto riguarda il dinamismo e il coinvolgimento trasmessi al giocatore.
Di una certa rilevanza è la componente GDR del titolo, che consente di personalizzare lo stile di combattimento come più aggrada al giocatore. Non solo si ha la possibilità di potenziare il personaggio in uso attraverso un elementare sistema di accumulo dell'esperienza, con relativa divisione in livelli, ma si potranno anche implementare le abilità passive di 2B e compagni attraverso l'installazione di alcuni componenti specifici (chip), ottenendo così effetti sempre diversi sul campo di battaglia. Si potrà anche godere dell'imbarazzo della scelta per quanto riguarda le armi bianche, armi caratteristiche degli androidi e presenti nel gioco in varie tipologie e quantità. Infine, sarà possibile anche potenziare il cosiddetto Pod (una sorta di supporto meccanico dotato di intelligenza artificiale e bocche da fuoco preinstallate).
Assolutamente da segnalare le splendide musiche di Keiichi Okabe. Una lunga sfilza di componimenti dotati di stili musicali sempre diversi e che si mettono in evidenza in maniera disarmante, donando maggiore personalità ai luoghi visitabili.
Va detto invece che, dal punto di vista grafico, abbiamo forse la componente dove NieR: Automata va a mostrare maggiormente il fianco. Il comparto estetico appare piuttosto arretrato e povero di dettagli, senza contare poi svariati (e fastidiosi) cali del framerate. Cali che a volte avvengono nei punti di maggiore concentrazione delle unità nemiche e quindi parzialmente giustificabili, ma che altre volte appaiono invece totalmente a caso. Se da un lato si parla comunque di piccolezze che non rovinano di certo l'intensa esperienza di gioco, dall'altro è un peccato constatare come un aspetto comunque abbastanza importante per un titolo in grado di regalare scorci mozzafiato e una realizzazione artistica degli ambienti non indifferente sia stato per certi versi sacrificato.
Un altro problema riscontrabile riguarda anche quello del cattivo bilanciamento della difficoltà. Giocare NieR: Automata selezionando la voce "Normale" dal menù, si avrà la sensazione di sentirsi oltremodo onnipotenti contro i nemici (complici anche i chip ottenibili da subito nel gioco, che aumentano molto velocemente la propria potenza combattiva). Giocare tuttavia il titolo al di sopra della difficoltà ordinaria, porterà invece un eccessivo senso di punizione, con avversari teoricamente più deboli in grado di buttarci giù anche con due colpi contati.
Nonostante questi difetti, penso che non premiare col massimo un'opera come questa, che colpisce soprattutto per il modo originale e profondo di trasmettere sensazioni ed emozioni al giocatore, abbia la stessa valenza dello sminuire la qualità di un romanzo perchè non soddisfatti della brossura adoperata, oltremodo scadente. Semplicemente, sarebbe eccessivo.
Gloria al videogiocatore.
Voto assegnato da Oldboy
Media utenti: 8.9 · Recensioni della critica: 8.8
Johnlocke07
Ma che bella recensione, complimenti , vedo che hai inquadrato alla perferzione il titolo, letto con piacere il tutto e quoto assolutamente quanto scritto bravo. Condivido . Trovo eccessivamente generoso quel voto massimo commisurato a ciò che hai tralasciato per sbaglio e anche tutto ciò che non potevi aver notato dato i vari riferimenti del primo capitolo, ma di questo ci potrà essere rimedio anche se non aspettarti i livelli raggiunti in Automata.
Oldboy
Sono geneoroso .
No, scherzi a parte, penso che quello sia il voto giusto per l'impatto che mi ha lasciato il gioco. Ok che l'esperienza non è stata sviscerata al 100% tra riferimenti persi per mie mancanze e per le subquest che non ho approfondito, ma devo dire che anche così mi sono sentito soddisfatto appieno e il voto serve a sottolinearlo. Posso sempre recuperare i pezzi mancanti, in futuro, e magari tornare qui.
Mark3190
La filosofia è proprio un punto chiave del gioco tant'è che alcuni personaggi hanno ereditato i nomi di personaggi famosi del settore...madonna le fitte sapendo di alcune "relazioni"...non faccio spoil.er chiaramente
nick93
Luca Strife
Complimentoni, a cominciare dal titolo
Oldboy
La prima volta in vita mia che non ho avuto dubbi sul titolo di una recensione