SOLERO

Dal giorno in cui ho finito la 2.8, mi sono messo a riflettere sul gioco e sulle sue tematiche. Sul suo fandom, sul suo gameplay, sui suoi personaggi...Insomma, su tutto!
Fino a giungere ad una conclusione: Kingdom Hearts è un gioco che, nonostante i difetti, ti fa sognare. Torni bambino, riprovi quelle emozioni che ora riusciamo molto di rado, con eventi che ci segnano per la vita: il primo bacio, una promozione a scuola, uno spettacolo di teatro riuscito, un tiro andato in porta con le proprie capacità, portando la squadra alla vittoria.
Cosa sto dicendo? Semplicemente che Kingdom Hearts non ti cambia, non ti fa crescere neanche: è un flashback. Un flashback di emozioni, di cosa provavamo tempo fa, e di cosa ora possiamo provare. E trovo un peccato che questa cosa non sia stata trasmessa a tutti, forse perché concentrati su livelli mal realizzati o bossfights per nulla azzeccate. Kingdom Hearts, effettivamente, è una serie di alti e bassi, in cui, nonostante ci siano certi difetti, presenta anche combattimenti così belli che raramente qualcuno potrà trovare in altri giochi.
Detto ciò, attenderò dolcemente l'uscita del terzo capitolo, che spero totalmente possa essere il migliore in assoluto, così come milioni di persone che si sono ritrovate davanti al proprio schermo la scritta "Kingdom Hearts" con Dearly Beloved in sottofondo per la prima volta; ed andando a premere "Nuova Partita", osserveranno per la prima volta le Destiny Islands, con Sora, Riku e Kairi che, senza neanche accorgersene, avranno già fatto breccia nei loro cuori.