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A Boy and His Blob – Recensione

Publisher: Majesco Entertainment Developer: Abstraction Games (WayForward Technologies gli sviluppatori originali)
Piattaforma: PS4 (disponibile anche per PS Vita) Genere: Platform / Puzzle Giocatori: 1 PEGI: 7 Prezzo: 9,99 €
Originariamente uscito nel lontanissimo 1989 per NES con il sottotitolo Trouble on Blobolonia e poi riproposto nel 2009 per Wii (avete letto bene, un titolo di terze parti su console Nintendo) totalmente re-immaginato, A Boy and His Blob arriva anche su console Sony, specificatamente su PlayStation 4  PlayStation Vita, nonostante l'essere stata ribattezzata morta e finita, e che invece con questa release trova un (altro) valido titolo nella sua “griglia”.



Sono gli uomini silenziosi che fanno le cose



Pronti, partenza, via ci ritroveremo subito immersi nella nostra avventura, senza un “se” e senza un “ma”, una tendenza che, lo anticipiamo, prevarrà per la totalità del gioco, votato al minimale e completamente privo o quasi di cut-scene o dialoghi. Non che la cosa ci dispiaccia, in realtà: siamo un po' tutti quanti troppo attrezzati per fare rumore e farsi un'iniezione di silenzio ci pare cosa buona e giusta. Dunque eccoci nei panni di un ragazzo senza nome, il “Boy” del titolo, che sarà testimone e poi protagonista dell'arrivo di “Blob” (sempre del titolo) sul Pianeta Terra, direttamente dal cielo stellato splendidamente disegnato. I due diventeranno ben presto, praticamente subito, inseparabili compagni, ed è proprio con loro che vivremo i quaranta livelli messi a disposizione dagli sviluppatori, in quattro mondi ben distinti e non necessariamente situati sul globo terracqueo.



Quello che abbiamo di fronte è orientativamente un platform bidimensionale ed un puzzle game, in cui intelligenza e capacità con i polpastrelli sono richiesti al giocatore per superare breve sequenze action (poche) e diversi enigmi (molti): più materia grigia che istinto, in fin dei conti. Si è detto che i protagonisti sono due, e saranno questi per tutta l'avventura: verissimo. A dare una scossa al gameplay e a scongiurare la monotonia ci pensa però la particolarità del nostro caro Blob, che oltre ad essere abbracciato e sgridato potrà assumere diverse forme in base a quale caramella diversamente colorata gli daremo in quanto Boy. Ce n'è per tutti i gusti: dall'iniziale trampolino con cui saltare più in alto al devastante cannone con cui potremo raggiungere vette altrimenti inaccessibili, senza contare altre trasformazioni di cui non vi parleremo per non rovinarvi la sorpresa. Questa, però, in fin dei conti, l'essenza e la particolarità di A Boy and His Blob: il tentativo di dare la giusta varietà rispetto ai migliaia di esponenti dello stesso genere e allo stesso tempo di donare una forte personalità al titolo si può dire riuscito.



Meno costante risulta essere il level design, altro punto saliente in titoli di questo genere. Se infatti gli enigmi risultano essere molto ben bilanciati, dunque mai frustranti ma allo stesso tempo appaganti anche se rivolti ad un pubblico fondamentalmente casual, nelle fasi più avanzate vi accorgerete ben presto di potere ricorrere a “scorciatoie” chiaramente non pensate dagli sviluppatori, ma di cui il videgiocatore, in quanto figura tipicamente “losca” e subdola, non mancherà di sfruttare. Agli sviluppatori è dunque sfuggita un po' la mano e negli ultimi passaggi si sono lasciati un po' sfuggire il bandolo della matassa: niente di poi troppo grave, a dire la verità, perchè l'esperienza ludica risulterà comunque piacevole per la totalità della durata dell'avventura, non troppo lunga, ad onor di cronaca. Il titolo offre anche degli scontri con dei classici boss di fine mondo, che a loro volta sono più simili ad un enorme puzzle da risolvere che non a un complicato e frenetico scontro faccia a faccia.

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31 marzo 2016 alle 13:00

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