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Mighty No. 9 – Recensione

Mighty No. 9 si è fatto attendere molto prima del suo lancio su console, sicuramente più del previsto. La causa di questa attesa altro non è che il passaggio di Keiji Inafune a Kickstarter per poter trovare i finanziamenti necessari per creare quello che è a tutti gli effetti un “seguito” di Megaman.
Per il momento è possibile giocare questo titolo sulle console casalinghe, e la nostra prova si è tenuta ovviamente su PS4, ma entro la fine dell'anno ci sarà anche la controparte portatile anche se non si è ancora parlato della data di uscita ufficiale.



Robot in rivolta!
Siamo in un futuro prossimo in cui la robotica fa da spalla all'uomo. A causa di un virus i fedeli aiutanti del genere umano si trasformano in una minaccia, causando la devastazione di intere città in quanto proprio questi robot risultano essere ormai aggressivi e fuori controllo.
E' qui che entra in gioco Beck, amico di molti dei robot infetti e prodigio per quanto riguarda il livello avanzatissimo raggiunto dalla sua tecnologia. La trama non spicca sicuramente di originalità ed è infatti un semplice pretesto per mettere il giocatore nella mischia inoltrandoli in modo molto intuitivo nel gameplay del titolo, ma questo è un fattore che rientra perfettamente in linea con i vari Megaman visti sinora perciò non ci ha stupito più di tanto.
Varie le modalità a disposizione, da quella principale che è possibile completare in poche ore per poi essere rigiocata più volte fino ad arrivare ad altre cinque possibilità tra cui emergono le Sfide, che mettono il giocatore davanti a condizioni sempre diverse, e Boss Rush Mode, in cui bisognerà affrontare tutti i nove boss presenti nel titolo uno dopo l'altro.
Si nota sin da subito “lanciando” una partita alla difficoltà Normale che il livello di sfida è leggermente più alto rispetto a quello che abbiamo potuto vedere in altri action game, dove a giocar da padrone saranno i riflessi del giocatore per schivare, attaccare e proiettarsi in avanti nel giusto tempismo. Questa caratteristica è sicuramente un pregio del titolo, che si fa man mano sempre più complicato e che richiede anche quel pizzico di pazienza in più al giocatore, causa qualche Game Over di troppo.



Il passato nel presente
Mighty No. 9 ci mette di fronte un gameplay dalla struttura di base tradizionalista con un pizzico di novità che si amalgano nel tutto garantendo un risultato di buona fattura. Prima su tutte vi è lo “scatto” orizzontale, un piccolo spostamento istantaneo che permette a Beck di attraversare strapiombi e piccole distanze in pochissimo tempo, nonchè di infliggere ai nemici il colpo di grazia, precedentemente indeboliti dal solo e unico attacco a distanza che abbiamo a disposizione. Effettuando questo colpo finale è possibile ottenere alcuni punti bonus che saranno utili per ottenere un punteggio più alto a fine livello, score che andrà a finire direttamente nella lista delle classifiche online.
Questa azione appena descritta è utilizzabile quante volte vogliamo e dona al titolo un ritmo frenetico, caratteristica di fondamentale importanza in questo genere.
Quello che fa un pò storcere il naso di questa produzione è incentrato sul level design nudo e crudo, non tanto perchè mal strutturato ma perchè non stuzzica la curiosità del giocatore quanto basta per farlo distinguere dalla massa. Questo problema ce lo siamo ritrovato anche nei combattimenti contro i boss, che risultano essere divertenti ma non convincono tanto da rimanere impressi nella mente del giocatore. Un vero peccato visto che questo prodotto è uscito direttamente dalle mani del creatore di Megaman e le aspettative a riguardo erano decisamente alte.



Two is megl che Three
Il titolo in questione è ovviamente basato su dinamiche 2D ma il team di sviluppo ha optato per l'utilizzo dell'Unreal Engine per il suo comparto tecnico, una scelta che forse non è propriamente adatta al genere a causa della sua natura prettamente per le tre dimensioni. Il design di base ricorda quello dei cartoni animati ma l'anima 3D del comparto tecnico ne fa calare un pò il fascino di base non riuscendo a convincere a pieno, a causa appunto di personaggi che sembrano stonare e che sarebbero stati più graditi se realizzati con un più semplice 2D.
Le lance che invece possiamo spezzare a favore di questo Mighty No. 9 riguardano una pulizia grafica assoluta, contornata da effetti di luce ben realizzati e che si muovo all'interno di ambientazioni totalmente prive di glitch e rallentamenti.

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13 luglio 2016 alle 22:42