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Pac-Man 256 - recensione

Avevo più o meno quattro anni, quando mio papà iniziò a portarmi in sala giochi. Erano gli anni '80, in pochi avevano console o computer a casa, per giocare si andava in queste dimensioni parallele, veri e propri fenomeni di culto. Non c'erano orari, stagioni o giorni della settimana in cui non trovassi gente a giocare. Il più delle volte c'era la fila dietro ai cabinati più in voga: Double Dragon, Golden Axe, Out Run, Ninja Gaiden, MS Pac-Man. Fu proprio quella l'epoca spazio-temporale in cui ebbi il mio primo contatto con quest'ultimo, un videogioco dal concept tanto semplice quanto divertente. Era difficile e impegnativo, richiedeva riflessi fulminei, che spesso un bambino di 4 anni non aveva ancora ben sviluppati.



Pochi anni più tardi arrivò in sala anche Pac-Mania. Stessa formula, stesso divertimento, ma con una grafica rinnovata simil-3D grazie a un'inquadratura isometrica, e qualche aggiunta. Ero poco più grande, un po' più sveglio, ci giocavo più volentieri e ottenevo anche risultati più dignitosi con un solo gettone da 200 lire. Quando andavo in sala, giocavo un po' a tutti i videogiochi che preferivo, ma un'onesta e divertente partita a Pac-Mania non me la negavo mai.



Iniziarono poi gli anni '90, a casa avevo il NES ed il Mega Drive, non avevo più tanta voglia di andare in sala giochi e spendere ulteriori soldi, se non per giocare ai giochi che graficamente erano più avanti delle console 16-bit. Andavo sempre meno spesso, fino a che smisi completamente. L'avevo vicino casa, ogni tanto ci passavo, ma la vedevo sempre più vuota. Il fenomeno di culto dell'Arcade era ormai al tramonto. Da allora smisi di giocare a Pac-Man, non lo toccai proprio più, benché continuai a giocare a PC e console per oltre 20 anni. Tra virtual console, raccolte di classici, store digitali e spin-off, la serie continuava ad esistere e resistere, ma non ci pensavo minimamente a giocarci ancora, ero attratto dai giochi nuovi, dalla grafica, dai nuovi generi. Che stupido che sono stato! Pac-Man è uno di quei giochi senza tempo, strutturato in modo tale da farti divertire con poco.

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10 agosto 2016 alle 18:10