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Worms W.M.D. - recensione

Poche cose, in questa vita contraddistinta e perfettamente descritta dal motto "mai una gioia", ci regala più soddisfazioni del centrare un vermicello nemico con un colpo di bazooka esploso da distanza siderale, dello strappare la vittoria con l'ultimo alleato ancora in piedi grazie a una manciata di punti vita, di eliminare un intero gruppo di nemici con una singola detonazione della mai abbastanza amata e lodata Bomba Sacra.



Qualunque sia il proprio grado di alfabetizzazione videoludico, difficilmente non avrete mai avuto a che fare con Worms, inesauribile gallina dalle uova d'oro del Team 17 che, ormai da circa vent'anni, ci propina a cadenza regolare una nuova iterazione della rinomata e apprezzata saga.



Gli anni passano e le meccaniche restano praticamente le stesse, esattamente come il fervore, inossidabile e inarrestabile, dei fan più o meno accaniti. Inutile girarci intorno: i capitoli meno apprezzati sono proprio quelli che hanno osato troppo, magari introducendo una disorientante terza dimensione. Meglio la rodatissima solita solfa, magari divenuta lievemente insapore a lungo andare, ma sicuramente preferibile ad indigesti esperimenti.

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6 settembre 2016 alle 10:50