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Mother Russia Bleeds - recensione

Ricordate l'epoca d'oro dei picchiaduro a scorrimento? Parlo di quel periodo tra la fine degli anni 80 e la metà della decade successiva in cui uscirono titoli del calibro di Final Fight, The King of Dragons, Knights of the Round, Streets of Rage e Vendetta, per non parlare di tutti quelli legati alle licenze Marvel e D&D. Buona parte di quei giochi era sviluppata da Capcom e ha risucchiato nei suoi cabinati i soldi con cui a quest'ora voi e io avremmo potuto acquistare una spider o addirittura un appartamento.



Proprio a quei giochi si ispira Mother Russia Bleeds, beat 'em up sviluppato dal team francese Le Cartel Studio, il quale però ha deciso di premere forsennatamente sull'acceleratore farcendo la sua creatura di una generosissima dose di iper-violenza, criminalità e perché no... critica sociale. Stanley Kubrick sarebbe fiero di un gioco del genere, ma aspettate un secondo, non sto parlando di un gioco fine a se stesso, creato unicamente per far parlare di sé.



Di sostanza Mother Russia Bleeds ne ha tanta e va di pari passo con una realizzazione tecnica che manderà in brodo di giuggiole tutti coloro che svengono alla sola vista di un pixel. Siamo in pieni anni '80 ragazzi, ma con le tecnologie moderne, il che significa grafica retro ma con decine di animazioni diverse, effetti speciali e via dicendo.

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18 ottobre 2016 alle 10:40