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Batman: Return to Arkham – Recensione

Nel corso della passata generazione di console, la serie Arkham dedicata all'uomo pipistrello ha rappresentato uno dei momenti più elevati in termini di offerta ludica e prestazioni grafiche che hanno raggiunto, prima con Batman: Arkham Asylum e poi con Batman: Arkham City, vette fino a quel momento inimmaginabili. Entrambi i titoli hanno inoltre portato nelle mani di milioni di videogiocatori il massimo per ciò che concerneva titoli dedicati a qualche supereroe. Perché, diciamocelo, ogni volta che è stato annunciato un gioco dedicato a uno delle decine di uomini in calzamaglia o armatura dotati di qualche superpotere, la relativa fanbase è sempre stata divisa tra un sentimento di legittima attesa ed uno di terrore più assoluto circa il trattamento che questo o quel personaggio avrebbero ricevuto dalle mani di sviluppatori che il più delle volte si sono rivelati incapaci o che, in qualche caso isolato, sono riusciti a fare un lavoro complessivamente discreto e nulla più.



IL RITORNO DI BATMAN
Non è stato il caso di Asylum e City, rivelatisi, pad alla mano, due veri gioielli sia per offerta ludica, come già detto, e sia per una incredibile coerenza con l'universo di riferimento dell'uomo pipistrello. Dopo lo strasuccesso di Arkham Knight (almeno in versione console, quella PC è altra storia), Warner Bros. Interactive ed il team Rocksteady hanno ben pensato di riproporre i primi due Arkham sulle attuali console. Il risultato? Controverso ma efficace. Ciò che rende Batman: Return to Arkham un must have per quanti abbiano commesso il sacrilegio di perderli nelle loro versioni originali e quasi un must per tutti quelli che invece gli originali li hanno più volte giocati non dipende affatto dal lavoro di rimasterizzazione. Oggi come allora i due titoli funzionano bene, sin troppo bene ed il sistema di controllo, allora innovativo e tale da fare scuola, risulta ancor oggi attualissimo e capace di reggere il confronto con i mostri sacri dell'attuale generazione. Inutile girarci intorno: Asylum e City restano strutturalmente solidissimi e ritornare nel manicomio di Arkham, così come nell'omonima città, non può che essere un piacere estremo. Il passaggio all'Unreal Engine 4, poi, rappresenta un valore aggiunto in termini di resa grafica, con texture e materiali ridisegnati ed un orizzonte visivo che eleva la qualità del dettaglio dell'immagine. Insomma, pur non potendo competere con Arkham Knight in termini di resa grafica, i due titoli sono, ad oggi due perle di rara bellezza che, in questa rivisitazione, acquisiscono una certa solidità visiva grazie (oltre alle già citate texture) anche ad un impianto di illuminazione dinamica ed effetti al passo con i tempi.



Oggi come allora i due titoli funzionano bene, sin troppo bene
Duole constatare, tuttavia, che a fronte di una superiore pulizia dell'immagine e del lifting ai diversi comparti dell'impianto grafico (ad eccezione delle strutture poligonali che restano il stesse), entrambi i titoli presenti in Batman: Return to Arkham soffrono in diversi momenti di evidenti cali di frame rate, difetto che troviamo alquanto inspiegabile considerando che il frame count è stato fissato a 30 fotogrammi al secondo (praticamente il medesimo delle versioni old-gen), nonostante hardware decisamente più performanti e l'impiego dell'ultima generazione dell'Unreal Engine. Ammettiamo che questo ci ha lasciato alquanto perplessi ed inficia, seppur parzialmente, il buon lavoro di remastering. Nonostante ciò, non possiamo che promuovere i due titoli, oggi come allora, per una bontà complessiva al di sopra di diverse produzioni attuali (anche tra le più blasonate), oltre al prezzo più che aggressivo per farli propri nella softeca personale, inclusi anche tutti i DLC usciti.



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24 ottobre 2016 alle 16:31