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Through the Woods - recensione

Il freddo pungente, il buio denso rotto solo da flebili luci tremolanti che disegnano spaventose ombre nella notte, il silenzio del bosco disturbato dai lamenti di antiche e mostruose creature, una madre sola alla ricerca del figlio rapito. Questo è lo spettrale e misterioso scenario in cui ci getta Through the Woods. Il setting perfetto per ambientare un videogioco horror, come lo definiscono gli stessi sviluppatori dello studio norvegese Antagonist.



Through the Woods va però oltre l'istintivo concetto di paura, accompagnando mano nella mano il giocatore attraverso un mondo alieno e disturbante, da scoprire un passo alla volta. Lungo la strada s'incontrano inquietanti creature uscite dal folklore norvegese e dalla mitologia norrena e personaggi con misteriose storie da raccontare direttamente o indirettamente. Quest'avventura ci ha ricordato il racconto Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, che riesce ad imprimere nel lettore una cupa traccia d'imprevedibile stupore, come quella che solo un viaggio nell'ignoto può lasciare.



In questa avventura la componente orrorifica è indubbiamente presente ma solo in rare occasioni, alcune delle quali piuttosto ispirate, come quella in cui si dovrà fronteggiare con una torcia in mano, come dei novelli Alan Wake, un mostruoso essere del bosco che si sposta con movimenti veloci da far venire i brividi. Per la maggior parte del tempo ci si trova però a viaggiare per un mondo estraneo ricco di misteri e di lore, che piano piano prendono forma per tracciare una storia coinvolgente.

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6 gennaio 2017 alle 16:40