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Toukiden 2 – Recensione

Il folklore e la mitologia giapponesi sono da sempre una fonte d'ispirazione per videogiochi di ogni tipo. Koei Tecmo ha offerto la sua variazione sul tema con Toukiden, un ottimo gioco di ruolo d'azione nato su PlayStation Vita. La serie si ripresenta quindi con un seguito, questa volta rivolto sia al mercato handheld che casalingo, alzando l'asticella sotto diversi aspetti, e rinfrescando un gameplay di base già solido. Come si sarà comportato il nuovo episodio della saga degli ammazza-Oni? Scopriamolo insieme.
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Il gioco si svolge nella stessa epoca del suo predecessore: ci troviamo in un Giappone feudale, a metà tra un fantasy e uno steampunk game (sono presenti armi da fuoco e strumenti a vapore). Il nostro eroe, creato nel menù che analizzeremo tra poco, si trova in una città davvero ben protetta da gruppi di ammazza-Oni (demoni della mitologia giapponese), quando un grande attacco da parte di questi ultimi mira a distruggere l'intera popolazione. Grazie alle abilità innate del nostro “Slayer” difendiamo la città, e dopo una serie di dialoghi ci rendiamo conto che questo attacco viene definito “il Risveglio”: capiamo subito che questa situazione non è limitata alla nostra piccola zona, ma che l'attacco è avvenuto in maniera massiccia su tutta la costa giapponese.



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DEJÀ VU TECNICI



Il gioco è, come molti di voi sapranno, un Monster Hunter-like: impossibile non notare le similitudini con il titolo Capcom, a partire dalla città: sebbene questa sia meno articolata di quella del titolo sugli acchiappa mostri, rimane fedele allo stile del gioco. Nei vicoli della città principale, Mahoroba, sono presenti cuochi, fabbri e venditori di ogni genere, pronti a fornirci materiali, oggetti consumabili e tutto il necessario per contribuire alla crescita dell'eroe come più ci piace. Prima di giungere nel vivo dell'azione però, ci siamo soffermati un bel po' su un appagante sistema di creazione del personaggio, che ci ha permesso di entrare in sintonia con il nostro avatar, andando a scegliere anche elementi estetici caratteristici come bende e capigliatura. Una volta in gioco, ci viene chiesto di selezionare un'arma: si passa dalla Katana lunga (in pieno stile fantasy), alla Spada Frusta, alla Kusarigama, ai Fucili; ci sono poi i Guanti potenti ma lentissimi, senza tralasciare Lance, Spade e Scudi in combinazione, e infine doppi Pugnali. Scegliamo la Katana lunga, perché si confà al nostro stile di combattimento: rapido ed efficace ma anche ragionato e devastante quando serve. Nel villaggio selezioniamo le missioni nel quartier generale: qui ci viene chiesto di volta in volta se abbiamo intenzione di affrontarle singolarmente o con gli amici online.



Scegliendo la prima opzione, possiamo comporre il nostro gruppo con personaggi non giocanti (gli stessi co-protagonisti che ci accompagnano nel nostro viaggio), oppure possiamo chiedere l'aiuto di amici o di giocatori online che semplicemente si mettono in coda per questa missione. In missione le mappe sono collegate in stile Dark Souls: il sistema è vincente e sostituisce con una soluzione più organica le zone di caccia, viste in Monster Hunter. Il combattimento è interessante e ben variegato, con un ritmo decisamente più costante rispetto a quello del sopracitato “fratello maggiore”, questo sopratutto grazie alla Mano Demoniaca: grazie a questo strumento, potremo catapultarci al centro dell'azione, colpendo duro i nostri nemici, sferzandoli con micidiali colpi aerei all'impatto ma non solo. Ma non finisce qui: grazie alla Mano, potremo colpire determinati punti di interesse detti “Geopoteri”: queste fonti di energia elementale variano a seconda della zona in cui stiamo combattendo, e ci aprono diverse opzioni. Una volta afferrate con la nostra Mano, potremo inglobarle nelle nostre armi, potenziandole per un breve periodo; oppure, potremo scaraventarle contro il nemico infliggendo ingenti danni. Sempre grazie alla Mano, possiamo amputare di netto gli arti dei nemici più grandi, andando a ridurre la loro effettiva potenza in combattimento.
Gli Oni infliggono ingenti danni anche con mosse semplici



Interessante la meccanica dei Mitama: spiriti di guerrieri del passato che possono essere inseriti nel nostro apposito slot, collezionandoli quasi fossero Pokémon. Gli spiriti possono avere diversi scopi e forme: esistono Mitama d'attacco, di difesa, di supporto e tattici. Ogni volta che portiamo con noi uno di questi spiriti, possiamo scegliere come utilizzarne i poteri: premendo il tasto R1, mentre il nostro alter ego è fermo, inizia il rituale di purificazione e in quel frangente possiamo scegliere come sfruttare il Mitama. Ad esempio, premendo Triangolo su un Mitama basato sull'attacco per natura, i nostri prossimi attacchi ripristineranno la salute del nostro eroe; premendo Quadrato, andiamo a potenziare il danno complessivo della nostra arma; con cerchio invece si scatena un potente attacco in avanti. Ogni Mitama, indipendentemente dalla sua natura, ci curerà con la pressione del tasto X, il che è fondamentale nella maggior parte dei combattimenti, perché gli Oni infliggono ingenti danni anche con mosse semplici. Ogni Mitama può crescere di livello assieme a noi, andando ad aumentare il numero delle cariche di azioni relative a ogni pulsante sopra citato. Sempre parlando di combattimento, le combo classiche, tipiche di ogni action game, possono iniziare con il classico attacco leggero, legato al tasto Quadrato, e terminare con il tasto Triangolo, legato all'attacco pesante. Il tasto Cerchio invece rimane un tasto di supporto che ci permette di sfogare la furia della nostra arma una volta terminata la combo; infine, il tasto X è legato alle schivate, tipiche e molto comode in situazioni di pericolo.
L'EREDITÀ DI PS VITA



Da un punto di vista strettamente tecnico, Toukiden 2 non brilla certo per il comparto grafico: trattandosi di una saga progettata su PlayStation Vita, non ci aspettavamo di certo immagini degne di Horizon: Zero Dawn, ma va detto che qui il lavoro è stato un po' superficiale. Se da un lato i dettagli dei delle armi, delle armature e dei protagonisti è ben curato con texture di livello e sapientemente articolate, i fondali, il pavimento e le strutture difettano della stessa cura garantita ai personaggi. Guardando gli Oni minori, si evince che il reparto grafico li abbia appena accennati e che invece abbia speso molto più tempo nella creazione di demoni grandi e ben articolati: probabilmente le intenzioni generali non erano quelle di prendersi la briga di disegnare a puntino carne da macello, ma, in un titolo che punta a essere una sorta di “open world”, ci si poteva spendere qualche momento in più.



l'aspetto di personalizzazione del personaggio è fresco ed appagante



Dal punto di vista del combattimento, invece, abbiamo notato che troppo spesso il gioco tende a riempire lo schermo di effetti grafici che disturbano l'azione. Intendiamoci, lampi di luce, tuoni e tagli di lama volanti ci sono piaciuti. Però, bisogna pensare che nel party si gioca in quattro. E se moltiplicate quelle luci stroboscopiche, quelle numerose aure di energia, gli effetti della Mano Demoniaca e dei Mitama per ogni personaggio, va da sé che spesso alcune azioni spettacolari si riducono a un pandemonio di lampi e colori vivaci. Il comparto sonoro è interessante dal punto di vista delle musiche, attinenti all'azione e con il giusto ritmo, ma un po' carenti dal punto di vista dei versi peculiari di ogni Oni: da un lato, anche qui, è stato curato molto il verso dei demoni più potenti, sempre diverso e riconoscibile, dall'altro è un po' meno facile capire se il demone medio o piccolo che si trova dietro quell'edificio o quella curva, sia un Imp o un Lupo.
NON CHIAMATELO MONSTER HUNTER



Al di là di queste mancanze, Toukiden 2 è un titolo interessante e assolutamente solido, almeno quanto il predecessore: tanto per cominciare, l'aspetto di personalizzazione del personaggio è fresco ed appagante, dato che ci permette di scegliere qualsiasi aspetto dell'eroe, anche in termini di creazione oggetti e personalizzazione dell'ambiente domestico. Se proprio dovessimo trovare un difetto, sicuramente questo è da imputare alla ripetitività: le missioni tendono a somigliarsi tutte, anche se c'è da dire che è il collezionismo e il crafting l'anima che sorregge tutto, rendendo veramente difficile staccarsi dall'avventura. Il gioco convince anche dal punto di vista narrativo, soprattutto per quanto riguarda le interazioni con i compagni. Rispondendo ai diversi e complessi dialoghi, è infatti possibile far salire la fiducia dei compagni di squadra nei nostri confronti, che così decideranno se unirsi o meno alla nostra avventura (se vogliamo, in maniera simile a a quanto avviene in Fire Emblem). Il ritmo della narrazione è tipicamente giapponese, quindi il vostro eroe è rigorosamente muto come un pesce. Dove il gioco brilla veramente è nel combat system: l'azione è costante e frenetica, grazie alla nuova Mano Demoniaca; le dinamiche di gruppo rendono ogni combattimento interessante e imprevedibile. Uccidere giganteschi demoni è appagante, nonostante un combattimento che rischia di apparire legnoso per chi alla tattica preferisce la frenesia. Un netto miglioramento su tutti i fronti, dunque, che fanno di Toukiden 2 un efficiente e appagante sequel. Buona la seconda!



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21 marzo 2017 alle 15:01