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Persona 5 – Recensione

In un'epoca dove la narrazione nei videogiochi viene sempre più messa con le spalle al muro (sì, Mass Effect Andromeda, sto guardando te) non rimane altro da fare per gli amanti delle storie che rivolgersi al Giappone. Il JRPG è un genere davvero particolare, che certo ha subito un periodo di forte crisi, ed è rinato parzialmente con Final Fantasy XV. E in un certo senso Persona 5 e Final Fantasy XV hanno alcuni elementi in comune, su tutti la commistione di elementi soprannaturali con elementi, invece, del tutto quotidiani. Da amante del Giappone, con la fortuna di potermi recare in questo Paese almeno una volta all'anno, non potevo non innamorarmi di Persona 5 fin da quando furono mostrati i primi screenshot. A differenza dei precedenti episodi, Persona 5 non è ambientato infatti in una cittadina di provincia, bensì nella metropoli per eccellenza, Tokyo. Non fate l'errore di pensare che la città sia solo un piacevole ornamento visivo; al contrario, all'interno di Persona 5 sono confluite tutte le ossessioni del popolo giapponese. In più di un momento, ho avuto delle reminiscenze di The World Ends with You di Tetsuya Nomura, che sfruttava l'ambientazione di Tokyo per raccontare le vite tormentate dei suoi abitanti, e il senso di solitudine e alienazione provato dagli abitanti di questa città così piena di contraddizioni. Poter parlare di temi in un gioco è davvero una sensazione liberatoria per un redattore di videogiochi, solitamente costretto a concentrarsi sulle pure meccaniche (che peraltro sono di altissima caratura in Persona 5).
ESSERE O NON ESSERE



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Atlus ha sfruttato il gameplay per entrare nella mente degli abitanti di Tokyo: game design e storytelling si fondono, creando una sintesi accattivante, che è del resto da sempre un marchio di fabbrica della serie. Persona 5, almeno per quello che ho avuto modo di cogliere, è una riflessione sulla libertà individuale: siamo tutti prigionieri, della società e di quello che ci è stato imposto dal destino. Ma, allo stesso tempo, abbiamo anche la possibilità di plasmare il nostro destino e liberarci dalle prigioni che ci siamo costruiti. Come da tradizione degli anime giapponesi, le condizioni mentali vengono rappresentate visivamente in maniera molto suggestiva, ed ecco quindi che i limiti del protagonista si materializzano sotto forma di una vera e propria palla di ferro al piede. Il protagonista rappresenta una categoria ben precisa della società giapponese, l'orfano, che solitamente viene sballottato da una famiglia all'altra, ingiustamente biasimato per la sua condizione (di cui non ha nessuna colpa) e l'incapacità caratteriale di fondersi in un qualsivoglia gruppo sociale.



L'autoritarismo della società giapponese, nonché la sua freddezza nei confronti del diverso, viene rappresentato magistralmente del gioco, molto brutale a livello visivo. Il protagonista forma dunque un gruppo con altri emarginati come lui, i Phantom Thieves, che si prefiggono l'arduo compito di rimettere a posto i torti della società. Non c'è gioco che meglio racconta di Persona 5 cosa significa essere giovani, quella sensazione inebriante di poter mettere a posto tutto quello che non va, andando contro tutto e tutti. Persona 5 è il grido di libertà degli adolescenti giapponesi che non riescono a liberarsi da una società opprimente, e nel gioco confluiscono tante problematiche sociali realmente esistenti, come l'altissima competitività che viene richiesta agli studenti. In fondo, è una storia di grande ottimismo e speranza, nonostante i suoi toni fortemente dark.
Visivamente, ognuno di questi livelli è a dir poco straordinario



Il gioco esplora queste tematiche attraverso il suo stesso gameplay: il protagonista infatti guadagna la possibilità, assieme ai suoi amici, di accedere a dei varchi dimensionali, che lo portano all'interno dei cosiddetti Palace. I Palace sono la manifestazione della psiche di alcuni personaggi, il cui odio, rancore e malvagità hanno dato vita a un vero e proprio palazzo mentale. Scopo del giocatore è rubare il cuore di questi personaggi, arrivando al tesoro che contengono all'interno del “palazzo”. Una volta raggiunto questo scopo, nel mondo reale la persona abbandonerà tutte le sue difese, e si pentirà del peccato di cui si è macchiato. La giustizia è un altro elemento portante della narrazione del gioco. Visivamente, ognuno di questi livelli è a dir poco straordinario: pur essendo tecnicamente un gioco cross-gen, Persona 5 è meraviglioso, a livello di scelte cromatiche e direzione artistica globale.



A livello di meccaniche, i Palace (che poi altro non sono che dei dungeon) sono molto vari, e richiedono di risolvere diversi enigmi; a differenza di Persona 4, questi livelli sono molto più interattivi, anche nel modo in cui si cammina al loro interno. Il protagonista, infatti, è in grado di saltare da una piattaforma all'altra, compiendo anche dei gesti acrobatici, e questo rende la navigazione all'interno di questi livelli sempre reattiva e coinvolgente. Il gioco vi permette di diventare dei provetti ladri (non a caso, il primo Persona del protagonista, nonché il suo look alternativo, è ispirato a Lupin), e quindi rispetto al passato sono state introdotte delle opzioni di furtività, come la possibilità di nascondersi dietro delle coperture per evitare di essere visti dei nemici, che potrete anche attaccare di sorpresa in modo da iniziare lo scontro con un turno di vantaggio (già, se non si fosse capito, i combattimenti sono rigorosamente turn-based).



Un Persona è uno spirito che rappresenta il vostro vero io



Il combat system è stato ereditato dai precedenti episodi della serie, e naturalmente dà il meglio di sé ai livelli di difficoltà più alti (esiste comunque un'opzione dove la difficoltà è ridotta al minimo in modo che possiate godervi liberamente la storia). In generale, il sistema è più immediato e accessibile rispetto al passato, complice l'introduzione delle combo e l'aggiunta di una nuova opzione, le armi da fuoco, che aprono un ulteriore ventaglio di possibilità tattiche. Il punto cruciale del combat system è indovinare le debolezze del vostro nemico; una volta che avete individuato la sua debolezza elementale, sarà inevitabilmente alla vostra mercé. Persona 5 ha anche una meccanica che potremmo definire “in stile Pokémon”. Indovinando infatti le debolezze dei nemici (non ci vorrà un genio per capirle: il fuoco batte il ghiaccio, tanto per fare un esempio), questi saranno immobilizzati temporaneamente.



Bloccateli tutti e potete attivare il cosiddetto “Hold Up”, una sorta di arresto, che vi permetterà di chiedere oggetti e soldi ai nemici; non solo, in fase “Hold Up” potete anche chiedere ai nemici di prestarvi la loro forza. Attraverso un sistema di risposte a scelta multipla, potrete tentare di far passare il nemico dalla vostra parte e aggiungere quindi un altro Persona alla vostra collezione. Già, ma cos'è un Persona? Un Persona è uno spirito che rappresenta il vostro vero io, e si manifesta in combattimento come una “summon”, di cui potete sfruttare i poteri. Potete portare con voi un numero limitato di Persona, ma collezionarli è comunque importante, perché esiste anche la possibilità di combinarli tra di loro, dando vita a nuovi Persona, che tuttavia hanno ereditato le caratteristiche dei loro “genitori”. Tutto questo avviene nella Velvet Room, che è uno dei luoghi più importanti del gioco. Il sistema è profondo e sfaccettato, e padroneggiarlo fino in fondo vi permette di avere migliori risultati in battaglia. È anche una meccnica davvero assuefacente, dal momento che la ricerca e la collezione di Persona dà uno spessore strategico ai combattimenti.
ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO



Il ritmo del gioco è molto peculiare: i Palace infatti non sono nati per essere affrontati tutti d'un fiato, al contrario per superarli sarà necessario effettuare più passaggi. A differenza di quanto avviene nella maggior parte dei giochi di ruolo giapponesi, non è possibile comprare dozzine di pozioni per “ingannare” il sistema di gioco. Qui, le energie curative sono limitate, per cui periodicamente dovrete tornare indietro nel mondo reale per ricaricarvi; ogni tanto all'interno dei livelli si trovano comunque delle stanze intermedie, dei checkpoint che eviteranno di dover ricominciare daccapo ogni volta. Ed è qui che si manifesta la grandezza di Persona 5, dove tutti i sistemi sono interconnessi tra di loro. Il gioco infatti alterna le avventure da “supereroi” con momenti di pura quotidianità, che vi permetteranno di immergervi nella vita di un comune studente giapponese. Il protagonista vive infatti con il suo tutore in un tipico appartamento di Tokyo, e frequenta un istituto per ragazzi con la fedina penale sporca (nell'incipit del gioco, infatti, viene arrestato dopo aver difeso una donna da una violenza sessuale).



La gestione del tempo è cruciale per il proseguimento all'interno del gioco: i giorni e le varie fasi della giornata vengono scanditi regolarmente e ogni vostra azione richiede una certa quantità di tempo. Tutto è connesso in Persona 5, e il personaggio si potenzia svolgendo delle attività assolutamente comuni, come studiare, seguire le lezioni, guardare la TV o passare del tempo con i propri amici. Uno degli aspetti più affascinanti di Persona 5 è il modo in cui coniuga visioni incredibilmente assurde con momenti quasi intimisti, come andare a mangiare il ramen con un amico. Se siete innamorati del Giappone, il gioco risuonerà in voi in una maniera assolutamente unica. Le possibilità sono tantissime, e vi permetteranno di costruire il vostro alter-ego in maniera assolutamente originale; per certi versi, queste fasi di Persona 5 possono essere definite un gestionale, un vero e proprio loop dal quale è difficile staccarsi e che vi “perseguiterà” anche quando non giocate.
Più sarete affiatati e in rapporti stretti, più sarete avvantaggiati



In particolare, i rapporti con i membri della squadra sono fondamentali, dal momento che vi permetteranno di aumentare le loro statistiche, con effetti straordinariamente benefici all'interno della battaglia. Più sarete affiatati e in rapporti stretti, più sarete avvantaggiati negli scontri; ma è anche vero che avere tanti contatti con altre persone può essere dispendioso a livello economico, dal momento che durante gli appuntamenti dovrete portare un regalo, ed è chiaro che trovare un regalo per tutti può avere un effetto negativo sul vostro portafogli. Il sistema va ancora più in profondità, assegnandovi anche dei livelli di abilità nel mondo reale, come la Knowledge (“conoscenza”) e i Guts (“coraggio”). Aumentando queste statistiche, sbloccherete diverse opzioni di dialogo, che a loro volta vi porteranno ad aumentare altre statistiche. Persona 5 è un sistema enormemente complesso che funziona con la precisione di un orologio svizzero, e vi stupirete in più di un momento di quanto possa essere assuefacente vivere la vita di un ragazzo giapponese.



Naturalmente tutto questo è supportato anche da una scrittura eccellente; certo, il gioco ha degli elementi un po' stranianti per chi ha poca dimestichezza con gli anime (per esempio, un gatto che parla ed è in grado di trasformarsi in una macchina…), ma se riuscite a digerire queste particolarità avrete una storia di grande umanità e valori universali. Le fasi di quotidianità non sfigurano affatto rispetto a quelle ambientate nei Palace. Gli artisti di Atlus hanno dato il meglio di sé nel ricreare la capitale del Giappone, cogliendo l'essenza dei luoghi più iconici, come la scintillante Shibuya, ma anche la tranquillità e il colore dei suoi caratteristici vicoletti. La Tokyo di Persona 5 sa essere un luogo ostile, ma è pur sempre la vostra casa, un luogo-protagonista nei confronti del quale non potrete che provare attaccamento. A livello di meccaniche, spostarsi per Tokyo è molto intuitivo, grazie all'immancabile sistema di trasporto, la metropolitana, che vi consentirà di spostarvi da una parte all'altra della città. Persino le traversate sulla metro in Persona 5 sono dei momenti di straordinaria caratterizzazione narrativa.
LA FINE DEL MONDO E IL PAESE DELLE MERAVIGLIE



Il ritmo della storia è serrato e gestito con sapienza in maniera non lineare: tutto è incentrato infatti intorno a un'impresa dei Phantom Thieves, che rappresenta il culmine della sceneggiatura in cui si ritorna a più riprese; la maggior parte della storia, quindi, è sostanzialmente un flashback. Non c'è aspetto di Persona 5 che non sia stato curato in maniera certosina e maniacale: basterebbe solo guardare i menu per rendersi conto di questo. Vi viene in mente un gioco con dei menu più belli da vedere? Personalmente, a me no. E che dire della musica? Ogni sezione del gioco viene sottolineata da motivetti jazz/funk, che si sposano alla perfezione con l'ambientazione. È chiaro che, nello scrivere questa recensione, il mio parere è fortemente influenzato dalla mia visione della cultura giapponese. Una cultura incredibilmente affascinante, ma con i suoi lati oscuri e, certamente, i suoi tanti problemi (ma quale cultura non ne ha, dopotutto?). Atlus è riuscita a prendere queste problematiche sociali e a trasformarle in arte. Il racconto è avvincente e complesso, con un livello di introspezione che non ha niente da invidiare a un capolavoro dell'animazione giapponese quale Neon Genesis Evangelion.



Persona 5 è il pinnacolo del game development giapponese, su tutti i livelli: nelle meccaniche, nell'art direction, nello storytelling. Una vera e propria lettera d'amore al Giappone, e a tutto quello che rappresenta, per i suoi abitanti ma non solo, con innumerevoli influenze e citazioni, da Haruki Murakami fino a Sailor Moon. È certo anche un gioco anacronistico sotto molti aspetti, soprattutto per la quantità di testo che viene proposta. Il Giappone sembra essere l'ultimo baluardo del gioco story-driven: se amate le avventure verbose, se amate muovervi tra tonnellate di dialoghi e cutscene, allora Persona 5 è sicuramente il gioco che fa per voi. Ho amato alla follia le avventure dei Phantom Thieves, ho lottato al loro fianco e ho vissuto i loro drammi interiori, scoprendo qualcosa di più su me stesso e facendo delle riflessioni che mi sono portato appresso anche nella vita di tutti i giorni .



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29 marzo 2017 alle 19:11