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GameScope #07: Blazblue: Calamity Trigger

Per quanto Street Fighter 4 sia stato in grado di saziare la fame dell'utenza più rissosa, la voglia di picchiaduro 2D (quelli vecchia scuola, che tanto popolano ancora oggi i sogni più nostalgici di videogiocatori veterani e inguaribili romantici) sembra non aver registrato alcun segno di cedimento. Ed è proprio di questo che vi voglio parlare in questo episodio di GameScope, di quella cometa a ciel sereno chiamata BlazBlue: Calamity Trigger; un incredibile picchiaduro 2D dal fascino volutamente retrò, caratterizzato da un tasso tecnico-videoludico elevatissimo, un cast variegato e una difficoltà piuttosto elevata. Siamo certi che numerosi pad verrano pseudo distrutti dalla moltitudine di tasti premuti ad ogni combattimento, ma la soddisfazione di vincere un match all'ultimo sangue varrà assolutamente tutta la fatica. Restate dunque comodi: si parla di BlazBlue!



Il titolo Arc System è il seguito spirituale del celebre Guilty Gear, titolo principe del genere del beat ‘em up 2d; la produzione ne eredita infatti due caratteristiche fondamentali: un plot narrativo complesso e un roster di personaggi variegato e profondo, a scapito purtroppo di una grande quantità di quest'ultimi. E' forse questo l'unico difetto del titolo, anche se i personaggi sono talmente belli, carismatici, profondi e diversi da utilizzare da farlo passare in secondo piano. La storia è magistrale, intrecci e tradimenti fantastici e nuovi per il genere, dove troppo spesso il plot narrativo è stato curato in modo superficiale; la trama di BlazBlue è infatti raccontata sapientemente tramite sequenze cinematiche e dialoghi che richiamano molto lo stile di un fumetto giapponese dove, complice una art direction assolutamente d'impatto e una profondità invidiabile per il genere, l'utente non può che appassionarsi e divorare letteralmente la modalità storia di BlazBlue: Calamity Trigger.



Tecnicamente il titolo è maestoso: un 2d fluidissimo e curatissimo, dove sembrerà infatti di “videogiocare” letteralmente un anime giapponese; scommettiamo che più di qualche amico vi chiederà se realmente è un videogioco o una puntata di un anime, tanto belle sono le animazioni di combattimento. Il sonoro è altrettanto valido, con brani composti da Daisuke Ishiwatari, già apprezzato in Guilty Gear. Ma un plauso d'eccezione và al gameplay, veramente all'apice del genere e, senza esagerare, di ogni tempo: counter, astral heat, barrier burst, rapid cancel e chi più ne ha più ne metta,sono solo alcune delle feature di un combat system veramente fatto a regola d'arte; la tecnica sarà la parola d'ordine per padroneggiare al meglio questo complesso sistema, visto che la concatenazione di combo, parate e finisher garantirà una diversità di scontri senza precedenti. Tutto ciò, unito all'estrema diversificazione dei personaggi e ad una risposta ai comandi impeccabile, caratterizza uno dei combat system migliori mai creati nel genere.



Il gioco prevede molte modalità oltre al classico story mode: dalla pratica al versus, passando per il solito survival. Plauso d'eccezione và fatto alla modalità online, con un net code veramente eccezionale e modalità sempre varie e divertenti. Piccolo consiglio spassionato: giocateci solo se avete voglia di “vivere” questa esperienza, il gioco non è adatto alle partite saltuarie ma và letteralmente vissuto, impostando un processo di crescita e apprendimento graduale ma dannatamente gratificante ( è consigliato un pad tradizionale, anche se quello ps3 si difende abbastanza bene, al contrario di quello x360). D'altronde, come già detto, BlazBlue: Calamity Trigger è un titolo tremendamente difficile da padroneggiare: un vero e proprio manuale del combattimento che va sfogliato amorevolmente partita dopo partita, fino a diventarne indubbiamente parte stessa; Consigliatissimo.



GameScope #07: Blazblue: Calamity Trigger è un articolo di Game Legends.

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18 aprile 2017 alle 19:41

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