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Operation Babel: New Tokyo Legacy – Recensione

Sviluppato dalle compagnie giapponesi Mages Inc., 5pb ed Experience Inc., e distribuito da NIS America, Operation Babel: New Tokyo Legacy promette di essere un degno erede del primo capitolo (Operation Abyss, uscito il 27 marzo di quest'anno). Un dungeon crawler per PsVita e PC (via Steam) che ha decisamente qualcosa da dire. Scopriamo insieme cosa!



In Operation Babel: New Tokyo Legacy saremo chiamati a difendere una Tokyo del futuro da una nuova, immancabile, minaccia: Embryo, un oggetto comparso nei cieli della Città che non dorme mai e pronto ad avvolgere il mondo nell'oscurità. Come il suo predecessore, Operation Babel fa parte del genere dei dungeon crawler, particolare tipologia di giochi di ruolo che si contraddistingue per l'alto numero di nemici da affrontare, costantemente più forti, disseminati in labirintici ambienti. Una struttura in grado di stregare milioni di giocatori in tutto il mondo, all'infinita ricerca di nuovo nemico da abbattere e dell'arma migliore con la quale proseguire, livello dopo livello, fino alla notte dei tempi (o finché noia non vi separi, s'intende). Dicevamo di Embryo, minaccia alla quale solo la Xth Squad, capitanata da Alice Mifune, sembra poter ribellarsi, per evitare catastrofici eventi.



Per far si che le tenebre non abbiano la meglio sulla luce dovremo vestire i panni di ben 24 eroi (divisi per un massimo di 6 a missione) da selezionare accuratamente nel Quartier Generale CPA. All'interno di veri e propri labirinti, ogni inclinazione della levetta sinistra di PS Vita corrisponderà a un passo (o un “blocco”, se preferite) verso il quale avanzare, o indietreggiare, tutto rigorosamente in prima persona. Gli ambienti di gioco risultano essere vari e sufficientemente ispirati, anche se in termini di definizione e nitidezza si sarebbe potuto fare qualcosina in più. Alcuni effetti ambientali, come la neve e la pioggia, hanno il compito di rendere più dinamici i corridoi dei labirinti che dovremo affrontare dal primo all'ultimo fotogramma. Ma non è detto che non sia oro quel che non luccica, perché in questo titolo c'è molto più di quanto non colpisca la vista (citando, più o meno a memoria, Gandalf de Il Signore degli Anelli). Se il comparto grafico non fa certo gridare al miracolo, è sotto il profilo della giocabilità che Operation Babel: New Tokyo Legacy ha saputo stregarci.




LEGAMI DI SANGUE
Sono due le caratteristiche che più ci hanno stregato, sotto il profilo gameplay, di Operation Babel: il sistema Rise & Drop e la gestione del Blood Code. Procediamo dunque con ordine. Il Rise & Drop System è una funzionalità che, tenendo conto del numero degli scontri effettuati in quel preciso dungeon (nell'arco della stessa sessione), aumenta in maniera esponenziale il livello di difficoltà. La centesima pianta carnivora che tenterà di ostacolarvi il cammino sarà dannatamente più ardua da abbattere rispetto alla prima incontrata ad inizio missione. La cosa davvero interessante è che all'aumentare della difficoltà, in tempo reale, migliorerà di conseguenza il bottino: più oro, equipaggiamento migliore, armi più potenti.



Se il gioco dovesse farsi troppo duro (e non doveste sentirvi così duri da assecondare il famoso detto), vi risulterà particolarmente utile avere in inventario l'apposito oggetto per il teletrasporto, in modo da scappare via istantaneamente dai guai. In alternativa, sarete costretti a scappare letteralmente tra i corridoi, come topi in trappola, alla ricerca dell'uscita. Il Rise & Drop System genera quindi un meccanismo che sa stregare e risulta particolarmente azzeccato su un sistema portatile come PS Vita, più che su PC. Se il sistema appena citato è l'ideale per offrire un alto livello di sfida, ad aumentare la profondità tattica del titolo NIS America è la gestione dei Blood Codes. Incrociando il Blood Code di un personaggio con un altro (fino a un massimo di due per protagonista), le caratteristiche e le abilità dell'uno si fonderanno con quelle dell'altro, generando un'interessante fusione. Ci siamo divertiti e non poco nel tentativo di generare l'eroe perfetto (in base ai gusti ed allo stile di gioco che si preferisce).



Ci siamo divertiti e non poco nel tentativo di generare l'eroe perfetto
Va sottolineato, però, che quando viene effettuata una fusione di due Blood Codes la crescita di livello del personaggio rallenta, a causa del fatto che i punti esperienza guadagnati in combattimento vengono divisi per entrambi gli “stili”. Con questi due elementi, Operation Babel: New Tokyo Legacy ha saputo definitivamente stregarci. Troviamo poi l'XTND Skill & Spells, una sorta di effetto attivo su alcuni accessori dell'equipaggiamento, in grado di garantire dei bonus, potenziando caratteristiche già esistenti o di attivarne immediatamente altre di cui non si era in possesso. Ancora, le Unity Skill sono degli attacchi particolari che si sbloccano in tempo reale, a inizio dungeon, a seconda dei componenti del party. Immaginate: prima le ore perse per generare il guerriero perfetto, fondendo due Blood Codes, poi il dover studiare (non obbligatoriamente) il miglior party da mandare in battaglia.



A questo, aggiungete la personalità di ogni singolo eroe e il suo allineamento (buono, neutrale o malvagio). Il numero di varianti sale in maniera incredibile e del tutto inaspettata per una produzione non esattamente AAA. Ogni personaggio ha, come da tradizione dei migliori giochi di ruolo, 6 caratteristiche da far accrescere nel corso dell'avventura: forza, coraggio, spirito, resistenza, velocità e fortuna, per le quali (vogliamo augurarci) non c'è bisogno di spiegazioni particolari. Inoltre, sono 6 anche gli elementi sui quali si basano gli incantesimi: fuoco, acqua, vento, terra, luce e ombra. Il sistema di crafting prevede non solo il ritrovamento di oggetti disseminati in maniera randomica all'interno del mondo di gioco, ma anche la gestione degli stessi: quindi sarà vostro compito decidere se migliorare l'equipaggiamento ritrovato o distruggerlo in cambio di oro o altri materiali.



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Ci sono tanti altri elementi che rendono l'avventurarsi nei dungeon particolarmente interessante. Potendo vantare un Accademico (o uno studioso, se preferite) nel vostro party, avrete la possibilità di essere informati, prima di uno scontro, sulle caratteristiche chiave dell'avversario, specificandone punti deboli e punti di forza. Un vero e proprio bestiario interattivo che si rivela non solo molto utile ma, anche, molto comodo, facilitando la vita del giocatore che non si vedrà costretto ad accedere al menu di pausa (come ad esempio accade in The Witcher 3) per studiare il nemico. Le fasi di combattimento a turni ci hanno convinto e la posizione degli eroi (da sinistra verso destra, sempre visibili in basso) determina il loro piazzamento in battaglia (prima linea o seconda linea).



Avere tutti gli eroi al massimo della salute sarà vitale importanza
Anche qui, siamo rimasti piacevolmente colpiti dall'attenzione ai dettagli (coloro che sono in seconda linea non possono subire attacchi a distanza ravvicinata, ad esempio). Ci è inoltre piaciuto il code-break, un particolare attacco nemico in grado di annientare ogni bonus del party attivo per quel combattimento. Avere tutti gli eroi al massimo della salute durante le vostre esplorazioni sarà di vitale importanza. Tra un combattimento e l'altro vi tornerà utile l'incantesimo per la rilevazione di trappole e porte segrete, che aggiungono delle mini sub-quest interessanti alla struttura di gioco principale. Ad esempio, sarà possibile ritrovarsi tra le mani un Chip Code che richiede un'identificazione accurata per essere utilizzato. Se nel party avete l'Accademico, tanto meglio. Se proprio vi sta antipatico e non sapete che farvene, dovrete però essere disposti a pagare in oro l'identificazione dell'oggetto, recandovi presso il laboratorio di sviluppo.



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Di aspetti negativi ne abbiamo trovati davvero pochi. Detto della qualità grafica, aspetto per il quale si sarebbe potuto fare di più, ci ha convinto poco la scelta artistica di non rappresentare a schermo, durante l'esplorazione, quello che poi viene disegnato dagli eventi interattivi. Cerchiamo di spiegarci meglio: siete nel bel mezzo di un corridoio, arrivate alla fine, vi avvicinate al prossimo evento e innanzi a voi non vedete altro che un muro. All'attivazione dell'evento previsto, però, potreste scoprire di ritrovarvi ben altro davanti (delle rovine, degli elementi da analizzare, tracce di sangue, e così via). Il difetto più grande di Operation Babel: New Tokyo Legacy è sicuramente la mancata localizzazione: l'audio è in giapponese ed i sottotitolli in inglese. La nostra lingua non è contemplata, almeno per ora, ed è davvero un peccato (sebbene il livello di inglese richiesto per la comprensione degli eventi narrati non sia poi così alto).



In definitiva, Operation Babel: New Tokyo Legacy è un dungeon crawler che chiede (e merita) rispetto. Tutto ciò che potrebbe non attrarvi ad una rapida occhiata saprà invece stregarvi poi, di dungeon in dungeon, di fusione in fusione. Abbattete il problema delle barriere linguistiche così come fareste con il vostro prossimo nemico: il bottino è di sicuro valore, ed è lì ad attendervi. Non vorrete mica tornare indietro?



L'articolo Operation Babel: New Tokyo Legacy – Recensione è estratto da GamesVillage.it.

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9 maggio 2017 alle 14:41