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Ken Follett – I Pilastri della Terra – Recensione

Leggere Ken Follett, per chi non lo sapesse, significa gettarsi, ogni qualvolta che si comincia un suo romanzo, in un enorme intreccio di personaggi e storie che sono inesorabilmente legate l'una all'altra, ed è proprio questa l'abilità dell'autore: collegare tante trame diverse, far interagire i personaggi, creando così una storia unica, completa e ben riuscita.



Realizzare un videogioco cercando di rimanere il più possibile fedeli al romanzo “I Pilastri della Terra”, con le varie caratteristiche descritte sopra, non dev'essere stata un'impresa facile per Daedalic Entertainment, anche se il genere rispecchia perfettamente il tipo di videogioco che sono abituati a creare gli sviluppatori della casa tedesca.



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L'avventura grafica e i punta e clicca hanno infatti preso parecchio spazio in questi ultimi tempi, ne sono un esempio i vari progetti di Telltale, basati sui franchise di The Walking Dead e Batman, ma il re delle avventure grafiche rimane The Secret of Monkey Island. E' da qui che Ken Follett – I Pilastri della Terra prende le basi dell'avventura a scorrimento in 3D, anche se non riesce a riprodurre la stessa bellezza del titolo di LucasArts. Resta comunque un titolo molto interessante, che dimostra quanto sia importante il rapporto tra libro e videogioco – come accaduto, per esempio, con la saga di The Witcher, e se volete sapere se i Daedalic Entertainment siano riusciti o meno a compiere un buon lavoro, continuate a leggere la nostra recensione.



Romanzo storico, storie inventate e riassunti



Dopo un brevissimo tutorial introduttivo, il gioco ci catapulta all'interno di una delle tre trame principali, le quali si svolgono nel 1136, periodo storico molto importante per l'Inghilterra poiché, con l'improvvisa morte di Enrico I, il trono rimane senza possibili eredi maschi e questo provoca varie reazioni tra nobiltà, borghesia, chiesa e vari contendenti al trono.



La prima trama narra di Tom e della sua famiglia, costretti a dover sopravvivere al freddo vagando tra i vari paesi vicino a Kingsbridge in cerca di un'occupazione. La seconda storia ci racconta di Ellen e suo figlio Jack, emarginati dalla società, i quali vivono in una grotta all'interno della foresta di Kingsbridge. L'ultima, e forse la più misteriosa e interessante delle tre, è quella di Philipp, un frate tornato al monastero di Kingsbridge, che viene al corrente della morte del priore James in una situazione alquanto ambigua.



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Questa prima parte del gioco – le altre due usciranno nel corso del 2018, che si intitola “Dalle Ceneri”, è composta da sette episodi piuttosto brevi, nei quali si intrecciano le tre storie principali, ma rispetto al romanzo ci sono vari punti che vengono saltati e omessi.



Infatti da questo punto di vista, Ken Follett – I Pilastri della Terra risulta essere molto stringato e per lunghi tratti il gioco appare come un mero riassunto del testo. Inoltre, la lentezza con cui vengono narrate le vicende, porta a tratti il giocatore ad annoiarsi. Per quanto riguarda la parte storica del racconto, i ragazzi di Daedalic sono riusciti a incastrare perfettamente i fatti reali con quelli inventati.



Punta e clicca, punta e clicca, punta e clicca…



I Pilastri della Terra non ha un gameplay vario. Prendendo le veci di uno dei personaggi assegnatoci dal gioco in base agli eventi narrati, ci ritroveremo spesso a muoverci in un'unica area di gioco – per esempio il monastero di Kingsbridge – e a dover semplicemente “cliccare” sugli oggetti che ci circondano.



Se per i primi venti minuti il tutto riesce a filare liscio, dopo i primi episodi il sistema inizia a stancare e a non regalare alcun divertimento, se non quello di risolvere enigmi alquanto banali e mai complessi. L'unica variazione presente nel gameplay è quando si raccolgono – o si ricevono – vari oggetti che devono essere utilizzati per risolvere le quest principali, come avviene, per esempio, quando Jack usa la sua fionda. Per far sì che il colpo centri il bersaglio, il giocatore dovrà selezionare più volte alcuni spazi che il gioco farà apparire in quel determinato momento.



Per quanto riguarda i dialoghi, il gioco anche in questo caso delude. Sottolineando la nota positiva dell'ottima traduzione in italiano dei testi, si rimane piuttosto male quando ci si presentano alcune scelte da prendere per poter procedere con l'avventura, le quali sembrano non modificare più di tanto il corso degli eventi; i dialoghi infatti sembrano seguire alla lettera i passaggi del libro e quindi riducono di gran lunga l'importanza della scelta che andremo a fare all'interno di essi.



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7 settembre 2017 alle 13:00

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