The Escapists 2 - recensione
Dopo decine e decine di videogiochi nei panni dei peggiori criminali d'ogni tempo, o di inamovibili anti-eroi braccati dalla legge, era inevitabile che prima o poi a qualcuno venisse voglia di mostrarci la vita del carcerato ideale del mondo dei videogiochi, sempre in cerca di un modo di rimettersi in affari, trovando una via di fuga tra mille pericoli e avversità.
L'idea, per la prima volta, è balenata nella mente dei ragazzi di Mouldy Toof Studios, piccolo team di sviluppo che ha convinto Team 17 a produrre The Escapists, simulatore di prigioniero a metà strada tra The Sims e GTA, il cui unico scopo è, per l'appunto, quello di riguadagnare la libertà, eludendo guardie e sistemi di sicurezza.
L'esperimento è andato a buon fine, sia in termini di apprezzamento della critica, sia dal punto vista delle vendite, tanto che publisher e software house hanno voluto concedere il bis, tentando nuovamente la fortuna con una seconda run che, pur non discostandosi di una virgola dal concept dell'originale, ne espande e approfondisce le meccaniche ludiche.