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NBA 2K18 – Recensione

La serie NBA 2K ha saputo confermarsi negli anni come una delle migliori esperienze videoludiche, non solo limitata al mondo della pallacanestro a stelle e strisce, ma diventando un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli sportivi in circolazione. Tutto questo è merito principalmente dei ragazzi di 2K che, nonostante gli ottimi successi degli anni passati, non hanno tirato i remi in barca vogliosi di godersi il meritato successo, ma si sono messi subito chini sulla loro postazione iniziando i lavori sul capitolo successivo.



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Questo NBA 2K18, diciannovesima incarnazione della serie storica targata 2K, non si è rinnovato più di tanto nei contenuti e nel gameplay, ma ha saputo correggere tutti quei difetti che negli anni passati avevano fatto storcere il naso. Corretti i problemi, possiamo dire di trovarci di fronte allo sportivo per eccellenza? Forse, ma vi anticipiamo che non ci troviamo di sicuro davanti a un titolo privo di difetti. Quindi allacciatevi gli scarpini, copritevi di fasce e fascette, come Allen Iverson ci ha insegnato, e scendiamo subito in campo.



Sento odore di NBA



Come da molti anni a questa parte, la colonna portante delle modalità di questo nuovo capitolo si basa essenzialmente sul trittico: La mia Squadra, Il Mio GM e La Mia Carriera. Per ovvie ragioni quindi tralasceremo alcune modalità di “contorno” che potranno comunque essere utilizzate per partite in singolo, co-op o multiplayer.



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Passiamo ora alla roba succulenta e partiamo dalla modalità che ha saputo rendere la serie NBA 2K quello che è oggi: La Mia Carriera. In questa modalità il giocatore dovrà impersonare il proprio alter ego virtuale desideroso di calcare i parquet più prestigiosi dell'intera lega. La storia del nostro personaggio, caratterizzata da una sceneggiatura un po' anonima in confronto ad alcuni capitoli passati, lo vedrà rientrare nel mondo del basket dopo una breve parentesi dedicata alla musica. Così, grazie a un evento organizzato dal marchio Jordan, il nostro ragazzo riuscirà a farsi notare da alcuni scout e avrà diverse occasioni per entrare nell'NBA dalla porta di servizio.



Quest'anno si potrà puntare al livello totale massimo, ovvero 99, che era solo sfiorabile nei capitoli precedenti. Il sistema di successione di partite, alternate a scenette animate, è stato sostituito da una struttura più immediata e immersiva. Il nostro giocatore potrà infatti camminare liberamente, come in un open world, esplorando così le strutture importanti per la sua crescita come il campo d'allenamento, la palestra o l'ufficio del nostro agente. Tutto questo, insieme anche alla Pro-Am e i vari campetti su cui avviare partite in multiplayer, saranno tutti integrati in un unico ecosistema.



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Lo sviluppo del personaggio, le cui possibilità aumenteranno con l'utilizzo della palestra e del campo d'allenamento, saranno ancora una volta affidati alla raccolta di VC, valuta virtuale con cui acquistare anche beni per personalizzare il nostro cestista. Proprio sull'utilizzo massivo di questa valuta sono state mosse alcune accuse a 2K, che sarebbe stata accusata di aver creato un altro pay-to-win. La cosa naturalmente lascia il tempo che trova dato che il sistema è ormai invariato da diverse edizioni; anzi, per facilitare l'accumulo di VC vi consigliamo il download della companion app disponibile sui principali app store.



Anche Il mio GM si conferma come una delle migliori esperienze gestionali giocabili, grazie alla possibilità di una gestione totale di tutti quegli aspetti che possono contribuire a far arricchire una franchigia. Non ci limiteremo infatti a gestire il monte salariale del nostro roster, ma dovremmo continuamente motivare il nostro staff, trattare con altri GM e, perché no, scegliere il nuovo prezzo degli hot dog (qualcuno deve pur farlo, no?!).



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Concludiamo infine con La mia Squadra. Questa modalità, molto simile al ben più famoso Ultimate Team di FIFA, ci metterà al comando di una squadra che dovremo comporre pezzo per pezzo grazie alle carte che andremo ad accumulare. Oltre alle solite modalità che la caratterizzavano negli anni scorsi, quest'anno avremo l'interessante aggiunta dei Pacchetti and Playoff, modalità interamente online dove si dovrà scegliere solo il quintetto titolare e l'allenatore. Fortunatamente, per evitare i problemi di alcune carte eccessivamente potenti, è stato introdotto un salary cap per impedirne appunto l'utilizzo che, causa un matchmaking non ottimale, poteva creare un sistema di gioco ingiusto e sbilanciato.



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4 ottobre 2017 alle 13:30

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