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Rogue Trooper Redux - recensione

Inutile negarlo, quello che stiamo vivendo è un periodo fin troppo affollato di remake e remastered. La riedizione di un vecchio capolavoro dovrebbe, se il mondo girasse per il verso giusto, servire a chi non era riuscito a godersi il titolo al tempo dell'uscita, vuoi perché troppo giovane, vuoi per mille altri motivi. La verità invece è che queste operazioni commerciali dalla moralità controversa sono in grado di fare leva sul fattore nostalgia di migliaia di utenti, disposti ad aprire nuovamente il portafogli per rigiocare la killer app della loro infanzia tirata (non sempre come si deve) a lucido.



Nella maggior parte dei casi queste manovre di lifting digitale interessano pietre miliari, giochi iconici che meritano di trasmigrare da una piattaforma ormai vetusta ad una più moderna. Un vero peccato che talvolta non sia passata nemmeno una generazione prima che il titolo venga proposto nella nuova versione super definitiva rimasterizzata in ultra 4K, ma questo non è il nostro caso. Rogue Trooper Redux è un TPS uscito nel 2006 su PS2 e ora rimesso in forma per girare come si deve sulla nipotina della console originale.



Parliamoci chiaro, Rogue Trooper non è stato esattamente quello che si definisce una gioco indimenticabile. Qui non stiamo parlando di God of War o di Metal Gear Solid, di cui far uscire un bel cofanetto con tutti i capitoli in modo da appagare il collezionismo compulsivo di milioni di fan, ma di un titolo dalle meccaniche solide, forse anche innovative per i tempi in cui è uscito, ma da qui a dire che ne sentivamo la mancanza, ce ne passa. La sua versione Redux si rivolge quindi ai sostenitori più accaniti, a fan così sfegatati da decidere di ignorare completamente titoli di più recente concezione in favore di un inaspettato fantasma del passato.

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24 ottobre 2017 alle 10:30