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Thimbleweed Park – Recensione

Mettete in un pentolone un assassinio, due agenti dell'FBI e un'ambientazione misteriosa e strana, dove chiunque può essere il colpevole. Otterrete così un piatto perfetto, ovvero Thimbleweed Park, il nuovo capolavoro di Ron Gilbert e Gary Winnick, due che sanno come realizzare le avventure grafiche, visto l'enorme successo ottenuto dalla serie The Secret of Monkey Island negli anni Novanta.



Inizialmente ero scettico riguardo Thimbleweed Park, quando uscì esclusivamente per PC a marzo, la grafica pixellosa e la trama mi parvero subito qualcosa di già assaggiato e digerito negli anni passati, ma, nonostante ciò, ogni 10-20 minuti di avventura continuavo a ripetermi che Thimbleweed Park era qualcosa di veramente bello e divertente e, cosa ancora più importante, non riuscivo a smettere di giocarci.





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A big murder



Come in tutti film, videogiochi e serie TV, quando c'è un omicidio la mente dell'osservatore inizia subito a captare tutti gli indizi più evidenti e a immaginare possibili sospetti, moventi e alibi, ed è proprio da qui che Thimblweed Park ci dà lo spunto per iniziare a vivere un'intrigante racconto.



Nelle vesti della sfortunata vittima giocheremo un brevissimo tutorial il quale appare inizialmente leggermente complesso, ma la dimestichezza con i tasti arriva dopo i primi passi all'interno della cittadina di Thimbleweed. Successivamente, dopo l'assassinio, si presenteranno sulla scena del crimine gli agenti Angela Ray e Antonio Reyes, che dovranno svelare il vero volto del nostro assassino.



Sarà infatti questo il nostro compito. Nei panni dei due agenti, controllati alternativamente in base a ciò che il gioco ci richiederà di fare, dovremo girare per Thimbleweed Park e ascoltare le testimonianze degli abitanti, cercando di capire le relazioni, i nemici e le avventure amorose del personaggio ormai trapassato.



Ma non controlleremo solo gli agenti Ray e Reyes per svelare l'assassino, infatti durante l'avventura ci imbatteremo in alcuni flashback di altri tre personaggi principali: Dolores, una giovane aspirante sviluppatrice di videogiochi; Ransome, un clown testardo e sfortunato; e infine Franklin, del quale non vi rivelerò nulla. Da notare, in maniera del tutto positiva, la spiccata e ironica personalità dello sceriffo di Thimbleweed Park, che vi farà scappare tra un dialogo e l'altro qualche risata.



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Ogni cosa al proprio posto



La simpatia dei personaggi che popolano Thimbelweed Park e il mistero che li circonda sono veramente sensazionali, ci si accorge subito che in questa cittadina c'è qualcosa di strano; fortunatamente i nostri agenti sono pronti a tutto, e non se ne andranno finché non avranno risolto il caso ma per fare ciò, c'è assolutamente bisogno di un gameplay che possa rendere le indagini il meno monotono possibile, e così effettivamente accade.



Il gameplay di Thimblewed Park non annoia mai, è strutturato in modo tale che non sia né troppo facile, né estremamente difficile; tutto all'interno del gioco ha un senso e ogni cosa deve necessariamente tornare al proprio posto.



Con l'utilizzo dei vari inventari personali di ogni personaggio dovremo risolvere varie quest che il sistema ci pone davanti; non mancheranno ovviamente anche imprevisti, i quali ci obbligheranno a ragionare di più sul da farsi.



Inoltre, poter cambiare in ogni momento il personaggio utilizzato con il tasto R2 – anche se questi si trovano a lunga distanza l'uno dall'altro – permette di coprire più facilmente l'area di gioco.



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26 novembre 2017 alle 17:00

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