Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Gorogoa - recensione

Longevità, unicità e spoiler. Gorogoa tocca in profondità tre questioni sempre più importanti per parecchi media e assolutamente impossibili da ignorare quando si parla di videogiochi. È giusto bollare come degno un gioco in base al rapporto tra ore di divertimento garantite e prezzo? Si può lodare un'opera solo attraverso un discorso quantitativo? Se così fosse Gorogoa sarebbe un gioco agli occhi di molti da ignorare ma questo sarebbe assolutamente un errore gravissimo e le ragioni si ricollegano direttamente alla seconda questione: l'unicità.



Non fraintendeteci, non vogliamo assolutamente affermare che gli unici prodotti degni di attenzione siano quelli che riescono effettivamente a rivelarsi originali in tutto e per tutto. Negli ultimi anni è evidente come sia sempre più difficile trovare qualcosa di assolutamente unico. Si sono esplorati tantissimi generi, più combinazioni possibili e l'unicità è spesso diventata una bandiera effimera che pochissimi possono sventolare con vero orgoglio. Incredibile ma vero, Gorogoa ci riesce eccome ma per spiegare in dettaglio il modo si rischia di cadere nella terza e fastidiosa questione.



Lo spoiler non è di certo uno spauracchio solo degli utenti ma anche noi recensori spesso combattiamo con questa vera e propria camicia di forza che in più di un caso complica non poco il nostro lavoro. Una spada di Damocle particolarmente ingombrante nel caso di giochi narrativi e che per il progetto targato Buried Signal assume dei connotati a dir poco distintivi.

Continua la lettura su www.eurogamer.it

9 gennaio 2018 alle 11:10