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Monster Hunter: World – Anteprima Hands-On

Ritornano le sfrenate cacce dietro agli abnormi mostri di Monster Hunter e lo fanno in grandissimo stile. Nonostante ci siamo limitati alla sola primissima beta su PlayStation 4, ciò che ci si para davanti ha un sapore così dolce che invoglia all'ennesimo boccone. Quella di cui parleremo è infatti la prima versione del gioco resa pubblica al grande pubblico (a patto di avere una PlayStation 4 e un abbonamento PlayStation Plus), giocabile dal 9 al 12 dicembre. Monster Hunter: World è un titolo che farà parlare di sé molto a lungo e che getta nuove basi per quello che sarà il futuro del brand, profondamente rinnovato.



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A capofitto nella natura incontaminata



Si parte con il semplicissimo menù in cui ci verrà chiesto di scegliere fra la modalità in singolo o in multigiocatore, per essere affiancati durante la battaglia da un compagno. Avviata una delle due modalità ci verrà chiesto di assemblare il nostro personaggio e il Palico per partire all'avventura. Scegliendo poi la missione in cui cimentarsi, verremmo catapultati nella prima mappa e di fronte al primo NPC, che ci illustrerà la via da percorrere e i comportamenti da assumere.



La mano di Capcom si può riscontrare già da questi primissimi frangenti, durante i quali verremo direttamente trasportati nel bel mezzo dell'azione senza troppi se o ma, rendendo sin dall'inizio l'idea di caccia sfrenata, grazie all'eliminazione dei lunghissimi metodi di apprendimento che caratterizzavano la serie.



Il grande ecosistema giurassico



La sensazione che si prova è quasi la stessa che trasmise il primo capitolo della serie: stupore, meraviglia e paura. Mostri mastodontici, armi tanto strampalate quanto graficamente meravigliose, ambientazioni già viste ma curate nel minimo dettaglio. Il vecchio lo si nota benissimo, ma è decisamente al pari del nuovo: mappe non più frammentate (dite finalmente addio ai numerosi caricamenti) ma facenti parte di un unico grande ecosistema, tante piccole accortezze volte a diminuire il senso di frustrazione che spesso lasciavano i vecchi titoli del brand.



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Una novità importante è quella degli Insetti Scout, i quali ci aiuteranno non poco nell'identificazione della nostra preda e di qualsiasi altro oggetto o materiale che possa servirci durante le nostre battute di caccia. Gli Insetti evidenzieranno, grazie alla propria fluorescenza, tracce del nemico quali: graffi, orme e muco, che ci segnaleranno la presenza della preda in un punto ben preciso della nostra mappa. Di fatto gli Insetti Scout sostituiscono le palle pittura che ci aiutavano a marchiare i mostri in modo tale da poterli seguire per tutta la mappa.



Come al solito, una volta trovata la preda comincia la vera e propria sfida. L'arma è la nostra migliore amica e va scelta con cura, considerando soprattutto la numerosissima varietà di stili che ogni tipologia di arma si porta con sé. Ogni caratteristica del gioco è implementata alla perfezione, dalla catena alimentare ai combattimenti mordi e fuggi che ci permetteranno di invadere altri territori.



Tutto si sviluppa come se fosse un unico ecosistema sconfinato ed evoluto, ma soprattutto vivo. Ogni caccia è quindi imprevedibile, ogni situazione è diversa dall'altra. Gli ambienti vanno studiati, così come le abitudini delle nostre prede, per ricavare ogni minimo vantaggio da trappole e mappa. Come al solito, però, anche in questo c'è il rovescio della medaglia: in ogni area i mostri sono poco numerosi e ciò imputa una bassa probabilità di eventi. Ciò, in ogni caso, non intacca minimamente la perfezione che si nasconde dietro ogni singola creatura a metà fra il Giurassico (vedi grossi T-Rex) e il fantastico.



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9 gennaio 2018 alle 16:03

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