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The Inpatient – Recensione

The Inpatient, attesissimo titolo della software house inglese Supermassive Games, narra i fatti di cronaca accaduti 60 anni prima rispetto agli eventi occorsi ai ragazzi protagonisti di Until Dawn. L'obiettivo proposto è quello di riportare al vertice il nome della periferica dedicata alla realtà virtuale di PlayStation, trasmettendo sensazioni forti in tantissime occasioni. L'asticella è stata posizionata davvero molto in alto; riuscire a rilanciare le sorti di PlayStation VR non è affar semplice per un solo titolo. Eppure, non crederete a quello che sono riusciti a realizzare gli sviluppatori e al terrore che proverete sulla vostra pelle. E se ci dovessero essere dubbi riguardo il percorso seguito dal visore di casa nipponica, abbiamo la sicurezza che si stia seguendo la direzione corretta.



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Bentornati a Blackwood Pines



Una buia sala medica, una sagoma cupa in lontananza, una vecchia sedia in legno ed entrambi i polsi legati; questo è l'inizio della nostra avventura. Siamo nelle mani di un anziano medico alle prese con una terapia che vuole, a tutti i costi, farci seguire. Il suo intento è farci ricordare le nostre memorie andate perdute. Non sappiamo nulla, le nostre reminiscenze sono andate perse per motivi a noi sconosciuti. Grazie alla cura, poco alla volta, i ricordi ritornano a tratti, sbiaditi e confusi. Meglio procedere con calma, secondo il professore, le siringhe non sono piacevoli. Dopo un'ultima, potente iniezione, il vecchio dottore ci farà accompagnare nella nostra stanza da Abe. Grazie a questo suo collaboratore, scopriremo di essere nel vecchio sanatorio di Blackwood. E' risaputo, i manicomi non sono ambienti amichevoli per definizione.



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Arrivati in stanza scopriremo che l'anno è il 1952, il calendario non mente. Avremo bisogno di tempo per capire cosa sta succedendo. Dalle dicerie che vagano tra i presenti, sappiamo che alcuni minatori sono stati trasportati nell'edificio per incidenti nelle cave limitrofe.



Si spengono le luci, l'unica cosa che ci resta da fare è dormire, ma non passeremo nottate tranquille. I sogni che faremo saranno disturbati incubi in cui dovremmo decidere il nostro percorso meta-psicologico. Questa scelta è intraprendente, definisce il nostro io più profondo e cambierà radicalmente la nostra storia.



Durante una delle tante giornate passate nella fatiscente stanza, faremo la conoscenza del nostro compagno di stanza e, in sua compagnia, saremo testimoni di alcune stranezze che accadranno nei corridoi della casa di cura. Una fuga inaspettata di un paziente e si genera il panico tra le fila dei cooperatori della struttura. Dopo una settimana da questo evento, nessuno si farà più vivo e gli incubi e le visioni saranno sempre più frequenti. La follia si fa reale e, senza spiegarci come, ci ritroveremo in stanza da soli, con solo una torcia elettrica da raccogliere e da tenere in mano.



Il nostro compito principale sarà fuggire da questi turbati avvenimenti, rammentare il nostro passato e, in primis, comprendere chi eravamo e perché stiamo vivendo questa visione mostruosa a occhi aperti.



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23 gennaio 2018 alle 22:00

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