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EA Sports UFC 3 - recensione

Probabilmente non c'è niente di giusto in due uomini seminudi che si picchiano chiusi in una gabbia, con l'unico obiettivo di stendere l'altro e portarsi a casa più soldi possibili. Ma ammettiamolo, è uno degli spettacoli più emozionanti da assistere e praticare. La concentrazione, la convinzione, l'energia, la tensione e la cattiveria necessarie a vincere nel giro di quindici minuti al massimo, sono forse maggiori a qualsiasi altro sport.



Sono richiesti all'atleta mesi di preparazione fisica e mentale ad altissima intensità, e una buona dose di fegato visto che lo scontro può risolversi in una decina di secondi, e un solo colpo ben assestato può decretare il KO. L'UFC è la più alta espressione di questa pratica, nata come competizione per determinare quale arte marziale fosse la migliore, ed ora diventata sport a sé stante, con una sua identità precisa.



Per tutti i fan, EA Sports da anni propone una simulazione che tenta di riproporre sui nostri schermi tutta la carica emotiva delle Mixed Martial Arts, e giunti al terzo capitolo di UFC è di nuovo il momento di tendere i muscoli e guardare fissi negli occhi gli avversari. Perché anche nella simulazione di EA, tutto può finire in un istante.

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7 febbraio 2018 alle 10:30