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Lost Sphear – Recensione

Dopo averci deliziato con I am Setsuna, Tokyo RPG Factory torna ancora una volta proponendoci il suo nuovo Lost Sphear, uscito originalmente l'anno scorso solo sul territorio giapponese per poi arrivare in tutto il mondo lo scorso 23 gennaio.
Classificato come “sequel spirituale”, Lost Sphear è un grande omaggio ai vecchi titoli RPG anni '90 che hanno fatto vivere grandissimi emozioni accompagnate da una trama e un sonoro assolutamente perfetti.
Ma senza perderci troppo in chiacchere, mettetevi comodi e gustatevi insieme a noi la nostra nuova recensione.



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La nostra recensoine di Lost Sphear, sviluppato da Tokyo RPG Factory



La trama di Lost Sphear racconterà delle vicende di Kanata, giovane ragazzo tormentato ormai da tempo dalla misteriosa scomparsa della madre.
Durante una normalissima giornata nel suo piccolo paese insieme ai suoi amici Lumina e Locke, assiste ad un'invasione di belve nel regno, che presto cambierà per sempre le loro vite. Infatti, dopo la comparsa di questi mostri, molti luoghi, tra cui anche la città natale di Kanata, ovvero “Elgarthe”, cominceranno a scomparire lasciando solamente una sorta di sagoma bianca; andando avanti con la trama, il nostro Kanata scoprirà presto di essere in grado di ripristinare questi posti grazie all'assorbimento dei ricordi del passato.
Per completare la trama di Lost Sphear saranno necessario circa 20/30 ore, ma una cosa che abbiamo notato e che abbiamo molto apprezzato è che il gioco continuerà con la narrazione anche dopo aver battuto il boss finale; dovremo infatti raggiungere il “True Ending” dopo aver terminato la narrazione principale, che ci ha portato al primo finale, chiamato “Normal Eding”.
Come classico di questi titoli non mancheranno di certo tantissimi colpi di scena, che vi faranno tenere incollati sullo schermo per molte ore.



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Il Combat System di Lost Sphear ci è piaciuto molto, sviulppato seguendo la classica linea del sistema ATB (Active Time Battle) introdotto per la prima volta su Final Fantasy IV; ogni personaggio, per attaccare, deve attendere il caricamento della propria barra e, una volta caricata, il gioco ci darà ampia libertà di movimento permettendoci di spostare a nostro piacimento il personaggio in questione.
Ritorna anche qui il “Momentum” introdotto originalmente su I am Setsuna, che ci permette di sferrare un attacco bonus premendo con il giusto tempismo il pulsante designato, non appena una sfera di luce compare sopra il nostro personaggio.
Inoltre, come ogni buon RPG, non mancano le magie e le varie “Skill” per ogni personaggio; in questo titolo è possibile crearne sempre di nuove grazie alle Memorie raccolte dai nemici a fine battaglia.
Piccola feature che abbiamo apprezzato è l'introduzione in battaglia delle “Vulcosuite”, ovvero delle armature mech che danno al giocatore la possibilità di sferrare colpi estremamente potenti.



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Per procedere nella storia è possibile usufruire del “Quick Save”, che ci da la possibilità di salvare in qualsiasi momento e riprendere il gioco successivamente in quel determinato punto. Per aiutare il giocatore è stata inserita anche la feature “Party Chat” che ci permette di assistere a diversi a dialoghi tra i nostri personaggi che ci aiutano qualora non dovessimo più ricordare come andare avanti; si tratta di un'opzione molto utile per chi non mastica l'inglese alla perfezione, unica lingua disponibile per questo titolo, e che quindi potrebbe perdersi qualche riga di dialogo.
Non ci è affatto piaciuta la scelta di non accompagnare le scene d'intermezzo con dialoghi parlati; non è presente infatti alcun doppiaggio per raccontare la trama ma solo lunghissimi dialoghi da leggere che con il passare del tempo potrebbero annoiare facilmente; durante i combattimenti potremo invece ascoltare la voce del doppiaggio in giapponese.



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Lost Sphear approda sulle console di attuale generazione con una risoluzione di 1080p e 60fps sia per la versione “standard” di PlayStation 4 che per il modello Pro della console Sony.
Il motore grafico utilizzato dalla software house, seppur non eccellente, riesce comunque a regalare un'ottima resa dei personaggi e dei boss, ma anche una buona cura dei dettagli per quanto riguarda la realizzazione dei paesaggi.
Di grandissima fattura assolutamente il sonoro, che ci regala OST azzeccate per ogni situazione; nulla da dire purtroppo per il doppiaggio che come vi abbiamo detto sopra è totalmente assente.




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8 febbraio 2018 alle 13:01

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