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Masters of Anima - recensione

Lavorare in un genere di nicchia è difficile per definizione e lo è decisamente di più se la nicchia in questione è spesso dominata da grandi nomi più o meno storici. Se poi per la natura stessa del genere spuntano delle limitazioni a livello di piattaforma, allora spiccare è inevitabilmente molto più complicato. Una descrizione che sembra inquadrare quasi perfettamente gli RTS, vero? Produzioni cardine del mondo PC che però a causa delle proprie caratteristiche intrinseche paiono un chiaro concentrato di limitazioni.



A parte alcune eccezioni, cercare fortuna con uno strategico in tempo reale anche all'interno del mondo console è praticamente impensabile e allora la sperimentazione e l'ibridazione sembrano la strada adatta per creare un gioco che si fondi su meccaniche di questo tipo. Il matrimonio più riuscito? Quello con l'action e con un particolare stile che nella scorsa generazione trovava nei due Overlord alcuni tra gli esponenti più interessanti e riusciti. Il successo commerciale è di certo qualcosa di molto diverso ma comunque il franchise ha lasciato un buonissimo ricordo nella mente di diversi giocatori che potrebbero aver un certo languorino per un altro ibrido action/RTS.



Questo è proprio ciò che devono aver pensato i ragazzi di Passtech Games quando hanno proposto a Focus Home Interactive (publisher che attraverso produzioni di medie dimensioni sta progressivamente puntando sempre più in alto) l'idea per un titolo che si inserisse nel sentiero tracciato da Overlord, strizzando anche l'occhio al tanto apprezzato Pikmin. Masters of Anima si posiziona quindi in uno spazio ampiamente ignorato e per questo potenzialmente tutto da sfruttare. Ovviamente, a patto di creare un'esperienza di qualità sotto quasi ogni aspetto.

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17 aprile 2018 alle 17:40