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Smoke and Sacrifice - recensione

I primi istanti in compagnia di Smoke and Sacrifice potrebbero rivelarsi disorientanti per l'esperto di survival che, con la creatura sviluppata da Solar Sail Games, si aspettava di respirare la stessa atmosfera che caratterizzò il bellissimo Dont' Starve, campione del genere, esponente ideale di una tradizione di titoli che ha lentamente conquistato una notevole fetta di pubblico tra PC e console.



Il paragone con il successo firmato da Klei Entertainment, beninteso, non è affatto campato in aria, tutt'altro. Non solo il gameplay ne ricalca le principali meccaniche ma anche l'art design, in qualche modo, ripropone quella vaga malinconia e solitudine tipica, secondo molti, dei lungometraggi di Tim Burton.



A spiazzare è l'incipit, completamente incentrato nell'introdurre la sfortunata vicenda della giovane Sachi, madre costretta a sacrificare il proprio pargolo appena nato per alimentare il Sun Tree, marchingegno che tiene lontano i mostri e il freddo congelante dal piccolo borgo in cui vive, praticamente prigioniera e sottomessa al volere di una confraternita magico-religiosa che decide arbitrariamente il destino dei nascituri.

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30 maggio 2018 alle 15:10