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E3 2018: The Division 2 - prova

Quello che unisce The Division a Destiny è un... destino (scusate il gioco di parole) davvero curioso. Il blockbuster di Activision, infatti, è uscito nel 2014 ed è stato capace di ridefinire il mondo dei videogame, introducendo su console e poi su PC un genere che ancora mancava. Il successo iniziale è stato esplosivo, poi però come quegli artisti troppo attaccati alle proprie opere, Bungie ha dato un ritocchino qui, una cesellata là, e con la convinzione di migliorarsi ulteriormente ha in realtà finito col peggiorare qualcosa che aveva bisogno di ben altri interventi. Il risultato è che il franchise si presenta a questo E3 di Los Angeles col fiato corto, e una montagna da scalare nuovamente. E pensare che fino a poco era sulla vetta...



The Division, uscito nel 2016, ha seguito invece una strada opposta. Nonostante un lancio davvero azzeccato (Ubisoft, quando ci si mette, crea hype come pochi altri), il gioco è collassato sotto il peso delle attese dei fan. Che ne hanno spolpato velocemente i contenuti, e che non non hanno trovato nei DLC successivi pane per i loro denti. Il gioco s'è quindi sgonfiato velocemente ma, piano piano, negli ultimi tempi ha mostrato incoraggianti segni di recupero.



Merito indirettamente di Rainbow Six Siege, che ha mostrato a Ubisoft che se un lancio va male, non tutto è perduto. A patto di avere la costanza, la voglia e ovviamente la disponibilità economica di farlo, è possibile invertire il trend. E magari giungere al successo, seppur in un secondo momento. Ecco allora che gli sviluppatori di Massive Entertainment non hanno affatto alzato il piede sull'acceleratore e, complice forse anche la debacle di Destiny 2, hanno recuperato importanti quote di mercato. Il risultato è che il franchise si presenta all'E3 un po' sotto traccia rispetto al capitolo d'esordio, ma coi favori del pubblico.

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14 giugno 2018 alle 11:10