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Quadroids – Recensione Speedrun

Per chi scrive, il platforming è il Sacro Graal dei videogiochi. L'intero medium videoludico deve a questo genere la sua completa evoluzione, eppure fa male notare quanto lo stesso sia quasi in via d'estinzione. Sempre meno titoli platform vengono fuori dalle case videoludiche, siccome la fetta più grande della domanda odierna ricopre giochi con grafica spacca mascella, realistici e generalmente d'azione. Quadroids è uno di quei platform a cui, invece, non importa niente di tutto questo, aggiudicandosi comunque il match.



Capacità di lavorare sotto stress



Questo non basta scriverlo nel curriculum, per giocare a Quadroids – o quantomeno per completarlo – è necessario avere il quadro completo (è proprio il caso di dirlo) di gioco sotto controllo. Il titolo mette sin da subito a seria prova la nostra abilità nel multitasking e nell'adattamento alle situazioni più ostili. Siamo essenzialmente di fronte a un trial and error in salsa Super Meat Boy, anche se frustrante il giusto e sicuramente con molta meno violenza.



Il gioco in sé e per sé è riassumibile facilmente. Lo schermo è diviso in quattro riquadri, e in alcuni di essi (a volte in tutti) ci sarà il nostro omino, il quadroide, che dovrà essere guidato da noi tramite la sola pressione di un tasto. A ogni riquadro ne è associato uno (di default, in ordine, L2, R2, L1 e R1) e alla nostra pressione il quadroide risponderà all'unico comando: il salto.



Sì perché, alla stregua di un gioco per smartphone, gli omini cammineranno da soli e saranno solo capaci di balzare e di usare le pareti per un wall jump. Ma portare i quadroidi da punto A a punto B non è una passeggiata, affatto. Per cominciare, non sempre i riquadri si comportano in maniera sequenziale.



Se un omino parte dal riquadro in alto a sinistra, potrebbe ritrovarsi per “effetto Pac-Man” al riquadro in basso a destra, poi magari in basso a sinistra e solo per ultimo in alto a destra. Senza considerare gli innumerevoli livelli in cui ci toccherà tornare indietro o ancora quelli con dei collezionabili da raccogliere.



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Non adatto ai deboli di cuore



Quadroids ci farà adoperare tutto il nostro ingegno, a furia di tentativi se necessario. Per alcuni stage sarà necessario lasciarsi dietro qualche cadavere sulle spine, in modo da permettere al prossimo androide di saltarci su e proseguire con il gioco. Altri ancora ci costringeranno a guidare più quadroidi allo stesso tempo; seguono crampi alle dita e cervelli fusi.



Tutto questo senza una storia da seguire e con una simpatica grafica in pixel art quasi priva di dettagli: quel che conta è giocare, divertirsi e ingegnarsi. Anche se, puntare al completamento massimo di ogni stage o anche solo allo sblocco dei livelli bonus – disponibili collezionando i Quark – può svelare l'altra faccia della medaglia di Quadroids. Ingegnoso di sicuro, ma incredibilmente frustrante in alcuni livelli.



Stona l'impossibilità, palese dopo molti tentativi, di inventarsi qualche approccio alternativo per finire un livello. La critica più pesante che abbiamo in canna per questo titolo sta nell'ordinamento tutt'altro che intelligente dei livelli per difficoltà; a tre livelli facili ne segue uno difficilissimo, a cui seguono altri due facili per poi tornare nella zona da calendario in caduta libera. Senza possibilità di saltare lo stage per tornare più tardi: se sei bloccato, fattene una ragione.



Il Platino di Quadroids



Gioco difficile, Platino tosto. Ma lista trofei banale. L'elenco di Quadroids richiede al giocatore esattamente ciò che ci si aspetterebbe. Completare tutti i livelli, ottenere tutte le medaglie (le classiche stelline dei giochi mobile), collezionare tutti i Quark e morire cinquecento volte. Immaginazione esaurita per l'elenco trofei o pietà per i giocatori?




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17 aprile alle 17:00