Dragonero Zagor: Il Viaggio degli Eroi – Un'occasione mancata!

Torna in grande formato, dopo essere uscito in edicola, il secondo incontro tra i due eroi di casa Bonelli: Dragonero e Zagor. La cornice è il tanto discusso sequel Dragonero Zagor: Il Viaggio degli Eroi, pubblicato ovviamente da Sergio Bonelli Editore, segue il primo capitolo dal sottotitolo Avventura a Darkwood. Ai testi troviamo sempre Luca Enoch e ai disegni invece Gianluigi Gregorini. Ecco dunque la nostra recensione senza spoilers!

Dragonero Zagor: Il Viaggio degli Eroi – Luca Enoch e Gianluggi Gregorini; Sergio Bonelli Editore

I mondi collidono

I sentieri di Dragonero e Zagor tornano ad incrociarsi in un'avventura che li condurrà fino ai confini dell'Erondár, nei selvaggi Regni Meridionali. La missione? Recuperare un manufatto in grado di turbare gli equilibri spazio-temporali del multiverso… La leggendaria scure di Zagor! Per recuperare l'oggetto trafugato, i nostri eroi dovranno affrontare una misteriosa tribù di Amazzoni guerriere e una profezia, che potrebbe condurre ad una devastante collisione dimensionale dalle nefande conseguenze. Dragonero e Zagor, nuovamente insieme, uniscono le forze per fermare la catastrofe che minaccia i rispettivi mondi.

Zagor e Dragonero uniti

C'è chi non conoscendo davvero Zagor aveva storto il naso, ritenendo il crossover come innaturale e forzato. In realtà Zagor, diversamente da Tex, non è mai stato un personaggio di genere western classico. Lo spirito con la scure infatti, come concepito da Nolitta alias Sergio Bonelli, è sempre stato un personaggio aperto a tantissimi generi: avventura, horror, fantascienza e fantasy. Nel 1981 con Zenith 195-196, Zagor aveva incontrato il genere fantasy con la storica saga de Il Signore Nero scritta da Tiziano Sclavi con i disegni di Franco Donatelli. Una storia che ha avuto un recente sequel con Zenith 682-684. Dunque ci verrebbe da dire niente di nuovo sotto al sole!

Parlando del crossover, questo parte da un'idea semplice ma interessante. La scure lasciata da Zagor nell'Erondár funge da oggetto catalizzatore, creando anomalie multiversali che rischiano di condurre ad una fusione delle diverse terre del multiverso bonelliano. Insomma, una sorta di Secret Wars in salsa Bonelli. La storia è molto scorrevole e leggera nella lettura per gli standard della Sergio Bonelli. Si nota l'amore di Luca Enoch (uno dei padri creativi di Dragonero) nello scrivere Zagor, personaggio che leggeva da bambino.

L'incontro tra Cico e Gmor – Dragonero Zagor: Il Viaggio degli Eroi – Luca Enoch e Gianluggi Gregorini; Sergio Bonelli Editore

Un crossover riuscito?

Fatte queste premesse c'è un grosso ma. Ovvero che la storia di 130 pagine manca di una vera parte centrale. I limiti di foliazione castrano infatti la scrittura, rendendo la storia banale. Si passa direttamente dalle premesse allo scontro finale passando per un breve viaggio nelle terre di Dragonero. Il risultato è una storia dalle premesse interessanti ma dagli sviluppi prevedibilissimi. Manca pathos, vera complicità tra i protagonisti, le cui peculiarità non vengono esaltate, risultando tremendamente piatti. Dragonero, Zagor, ma anche Chico e Gmor, si muovono inesorabilmente verso l'inevitabile scontro fino ai saluti. Certo, ci sono delle gag simpatiche, ma manca una qualsiasi complessità narrativa, purtroppo. L'idea originale alla base viene quindi liquidata troppo velocemente.

I disegni di Gianluigi Gregorini salvano un po' la baracca. Un tratto dinamico che cattura la bellezza dei due protagonisti, soprattutto ritraendo uno Zagor graficamente moderno. Una griglia dinamica e riprese aree spaziose rendono il volume graficamente davvero piacevole. Inoltre viene disegnato anche un bel Cico, il personaggio più difficile da disegnare dell'universo zagoriano.

Zagor e Dragonero incrociano le proprie strade- Dragonero Zagor: Il Viaggio degli Eroi – Luca Enoch e Gianluggi Gregorini; Sergio Bonelli Editore

Tirando le somme

Dragonero Zagor: Il Viaggio degli Eroi resta una grande occasione mancata. Ciò non è frutto però dell'incompatibilità tra i personaggi, ma di una scrittura poco brillante, non di certo aiutata dallo scarso numero di pagine. A poco servono le citazioni di Enoch alla sue serie come Gea, che fungono da contorno ad un primo piatto magro. Peccato!

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