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Su TanoX_93

I don't give a fuck. // Starset <3 // ".. you're my heroine." // #PraiseThePorcellini // Appassionato di videogame dall'età di 4 anni. Per m … Leggi tutto

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TanoX_93
Cover The Witcher 2: Assassins of Kings per PC

Dopo il catastrofico primo capitolo, CD Projekt RED sembra imparare dai suoi numerosi errori e caccia fuori il suo seguito che, fatemelo dire, è più in forma che mai. The Witcher 2 è l'esempio lampante di come si sviluppa un seguito di un gioco che già in principio aveva tantissimi problemi, ma sarà andato tutto bene stavolta? Lo metto in chiaro subito, il gioco non è perfetto ma, rispetto al predecessore, siamo su tutt'altro livello. Vi spiego perché.

A livello di trama, anche The Witcher 2 non delude affatto e, se nel primo capitolo si è rivelata essere l'unica cosa che ho salvato, qui è solo una delle tante cose positive che offre. Esattamente come nel prequel, anche qui ci ritroveremo ad affrontare una storia non lineare che verrà plasmata in base alle nostre scelte, seppur almeno l'inizio sarà lo stesso per tutti.
Per farvi una piccola introduzione, vi basti sapere che nell'universo in cui è ambientato il gioco, un misterioso individuo se ne sta andando in giro ad assassinare i Re per motivi che solo lui conosce. La vita per Geralt procede regolarmente, finché non viene accusato di essere egli stesso il regicida, venendo successivamente catturato ed imprigionato. In quelle buie e insidiose prigioni, inizia la nostra avventura. Le scelte che prenderemo sin dall'inizio influiranno molto sul mondo di gioco, fino ad arrivare ad un punto in cui, a seguito di una particolare scelta, gli eventi nei quali andremo ad avventurarci, così come le missioni secondarie ed i personaggi che approfondiremo, saranno COMPLETAMENTE diversi. Se si sta giocando il gioco in contemporanea con un amico e ci si vuole confrontare, prendendo scelte differenti si potrà addirittura pensare di star giocando due giochi diversi. Questo è un punto di forza enorme per il gioco che con questa formula ti permette di vivere la storia in base a due punti di vista che sono uno l'opposto dell'altro, con le proprie storie, le proprie guerre da combattere e così via. Ovviamente ogni path approfondirà qualcosa o qualcuno che nell'altro verrà a malapena accennato, ad esempio, pertanto a fine gioco sarà ottimale ricominciare daccapo cercando di seguire il sentiero diverso da quello della prima run, così da avere non solo un quadro completo dei fatti ma anche di sapere esattamente perché certe cose che sembravano “strane” o “fuori posto” nell'altro sentiero sono in realtà accadute e, soprattutto, quanto non a caso esse siano.
La narrazione è, come sempre, di ottimo livello e gli eventi narrati si avvicinano fortemente al mondo della politica per ovvie ragioni e può risultare un po' pesante per alcuni, specialmente all'inizio. È molto difficile fare familiarità con i personaggi ed i posti stessi, che molto spesso hanno dei nomi troppo particolari o semplicemente difficili da ricordare e le troppe informazioni che si ricevono sui luoghi, su chi li governa e tutto il resto possono portare non poca confusione al giocatore.
Da menzionare il fatto che esistono ben 16 finali al gioco, ma non spaventatevi, moltissimi non sono altro che leggere variazioni di alcuni più importanti (che non sono molti, vi assicuro) che vi vengono mostrati in base alle scelte che avete preso, per essere il più precisi possibile. Il filmato finale post-crediti è invece lo stesso per tutti, ma disponibile solo nella versione Enhanced Edition, che mostra l'unico evento inevitabile che avverrà come conseguenza di tutti i fatti narrati nel gioco.

Ed ora, finalmente, eccoci al gameplay. Stavolta si può davvero definire tale, perché il miglioramento fatto è SPAVENTOSO. Finalmente non sembra più di giocare ad un clicker game e, quando questa brutta bestia è fatta fuori, quello che ci viene offerto è un action rpg di ottima fattura, ma andiamo con ordine. Come nella scorsa recensione, vorrei partire proprio dal combat-system che è l'aspetto del gameplay che più guadagna da questo enorme miglioramento.
Il combattimento si rivela essere più dinamico, avremo a disposizione la possibilità di sferrare attacchi leggeri e pesanti, alternando anche gli attacchi per creare delle combo, avremo la possibilità di parare gli attacchi al costo di Resistenza e anche di contrattaccare a seguito di una parata, mossa anche fin troppo forte a mio modo di vedere. Nel caso in cui non siamo fatti per la parata, gli sviluppatori ci vengono incontro offrendoci la possibilità di rotolare e schivare gli attacchi. CD Projekt ha lavorato molto anche per quanto riguarda i Segni, modificandone alcuni per renderli più utili e sto parlando principalmente del Quen e dell'Yrden: il primo ora crea uno scudo “elettrico” attorno al witcher che para completamente il primo danno ricevuto e respinge gli avversari, se potenziato può anche respingere parte del danno a più nemici e, cosa più importante, SI PUO' UTILIZZARE ANCHE IN COMBATTIMENTO; l'Yrden invece mantiene la particolarità di dover essere castato per terra come trappola, ma stavolta diventa situazionalmente efficace, intrappolando chiunque ci passi sopra per qualche secondo, lasciandolo completamente esposto ai nostri attacchi.
L'arsenale di Geralt potrà includere ora anche molti oggetti più o meno utili, come pugnali da lancio, bombe, trappole ed armi diversi dalle spade, ancora meno efficaci ma quantomeno utilizzabili, e numerosi altri equipaggiamenti, FINALMENTE.
Lo sviluppo del personaggio è invece affidato ad un sistema di abilità sbloccabili salendo di livello. Potremo scegliere tra tre rami principali di abilità, a seconda di come vogliamo plasmare il nostro witcher. Purtroppo questo sistema ha dei limiti dati dal cap del livello, fissato a 30, oltre il quale non prenderemo più ulteriori punti per potenziare il personaggio e, soprattutto se si è alla prima run, può capitare di non riuscire ad arrivare fino in fondo ad uno dei rami, precludendosi la possibilità di prendere un importante abilità che può garantire, se si sceglie l'apposito ramo, l'ottenimento di un nuovo segno conosciuto come Heliotrope. Non esiste nemmeno nessuna forma di New Game+, pertanto se volessimo ricominciare il gioco per avventurarci nell'altro sentiero, dovremo per forza rinunciare al nostro personaggio e ricominciare da zero, un vero vero peccato per un gioco così.
Un importante modifica è stata apportata anche alla meditazione, che ora si può effettuare in qualsiasi momento senza necessità di star seduto a un fuoco e, tramite essa, accederemo a due importanti funzioni: l'alchimia e il consumo di pozioni. Le pozioni potranno essere create solo in fase di meditazione, come nel prequel, e allo stesso modo potranno essere bevute soltanto durante questa fase. In aggiunta, inoltre, al gioco dei Dadi che stranamente qui è più frustrante che mai, ed alle scazzottate nei bar, ci sono anche le sfide a braccio di ferro con gli altri personaggi.
Un gameplay che, come potete vedere, si mostra completamente rinnovato in praticamente tutto e tenta di offrire al giocatore quante più scelte significative per affrontare i pericoli a cui sarà sottoposto... ma qual è il problema? Il problema del gameplay di The Witcher 2 è che tenta di essere strategico ma fallisce a causa di problemi proprio nelle basi di questo gameplay. Per cominciare, tutti gli strumenti forniti al giocatore per rendere gli scontri più ragionati, come bombe, segni e trappole, molto spesso servono davvero o poco o addirittura per nulla, specialmente le trappole. Quasi nessuno ti verrà a spiegare il loro funzionamento e si preferirà praticamente sempre approcciare i nemici direttamente faccia a faccia piuttosto che preparare delle trappole, comprare/trovare esche e poi affrontarli comunque alla solita maniera. I segni stessi continuano a mostrare dei forti problemi, ad eccezione del Quen che passa da “segno quasi completamente inutile” a “segno obbligatorio” perché semplicemente troppo forte. Se il Quen viene potenziato può arrivare a durare anche tre minuti e riesce ad infliggere un buon numero di danni a più nemici, rivelandosi ottimo non solo in fase difensiva ma anche offensiva... fin troppo. Perfino il rinnovato Yrden continua ad essere un'incognita, molto spesso non funziona, non blocca i nemici o li blocca per così poco che veramente non ne vale la pena. Per non parlare dell'Axii che in combattimento è quasi inutilizzabile, ti lascia completamente esposto e non è nemmeno detto che riesca nel 100% dei casi, risultando nell'essere un segno che non userete praticamente mai se non nei dialoghi, per persuadere qualcuno. Nulla da dire per l'Aard e l'Igni che sono gli unici anche solo lontanamente utilizzabili come nel precedente, ma stavolta si trovano un gradino sotto il Quen.
Incredibilmente fastidiosa si è rivelata essere la scelta del limitare l'uso delle pozioni alla meditazione che, ovviamente, non è disponibile in combattimento e quindi vi impedirà di bere i suddetti intrugli nei momenti di vera necessità, costringendovi a preparare SEMPRE lo scontro in anticipo, anche se voi in realtà non sapete esattamente a cosa state per andare incontro. L'idea era quella di far durare le pozioni molto di più così che siate coperti in ogni caso, e ci sta eh, ma come può il giocatore prevedere cosa sta per affrontare e quindi consumare in anticipo il setup di pozioni più adatto a quella situazione? Risposta banale e scontata: non può. Ci sono infatti numerosissime pozioni che fanno le più svariate cose, ma alla fine il giocatore si ritroverà ad utilizzare solo quelle che possono andare bene in qualsiasi situazione a prescindere da cosa si dovrà affrontare e ciò, a parer mio, uccide ogni forma di strategia all'interno del gameplay. Il combat system stesso, a lungo andare, diventa molto stantio proprio per questi motivi. I combattimenti si ridurranno all'essere un costante “attacca-schiva-segno-schiva-attacca-ripeti” e ciò è un vero peccato.
La strada intrapresa da CD Projekt RED, però, è quella giusta ed il gameplay riesce comunque ad essere apprezzabile, anche solo data la sua netta superiorità a confronto col predecessore.

Lato tecnico. Graficamente è spettacolare, a dettagli massimi stupisce per essere un gioco di 5 anni fa. Il livello di dettaglio è impressionante così come il lavoro svolto dagli sviluppatori per evitare fenomeni come l'abbondante riutilizzo di assets per i personaggi più che secondari, proponendolo solo in minima parte, rendendo il mondo di gioco quantomeno più credibile. Gli NPC che daranno missioni a Geralt o che avranno a che fare con lui, quantomeno, saranno ognuno diverso.
Il gioco gira a più di 60 fps con tutto al massimo, ma non è esente da problemi tecnici come qualche compenetrazione poligonale, cali di frame randomici in determinate aree, lentezza nel caricare le texture soprattutto quando le sta caricando per la prima volta dopo l'avvio ed occasionali crash. Possono anche capitare strani bug per cui una missione non avanza nonostante si sia fatto tutto correttamente o spariscano degli NPC che ci servono per, appunto, completarla ed in tal caso dovremo affidarci ad un salvataggio precedente o al riavvio completo del gioco, per risolvere il problema.
Dal punto di vista sonoro, passi da gigante anche qui, con un doppiaggio finalmente all'altezza (e solo in inglese) accompagnato da musiche veramente molto memorabili. Piccola nota per la voce di Geralt, il cui doppiatore, seppur molto bravo, in più di un'occasione sembra affetto da gravi dolori alla gola.

In chiusura, The Witcher 2 è un bello, bellissimo gioco. Non è privo di difetti, ma è il seguito che speravo dopo la catastrofica esperienza col primo capitolo della serie. Gli sviluppatori hanno fatto passi da gigante offrendo un'avventura unica e divertente, con un gameplay rinnovato ma che non ha osato abbastanza, riuscendo comunque a divertire.
Alcune scelte sono molto discutibili, ma va assolutamente premiato lo sforzo fatto da CD Projekt RED per offire un prodotto di qualità e meritevole di attenzione da parte di ogni appassionato di giochi di ruolo.