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TheEngiGuy

ha scritto una recensione su Mafia: Definitive Edition

Cover Mafia: Definitive Edition per PC

Here's what you're gonna learn what it takes to be a REAL mafioso.

Il primo Mafia del 2002 fu un gioco tecnicamente e narrativamente impressionante per quei tempi, e si distingueva dagli altri giochi del suo genere per via del suo realismo e della sua attenzione ai dettagli. Il remake Mafia: Definitive Edition, sviluppato da Hangar 13 insieme a diversi sviluppatori originali della serie, non cerca di superare lo standard tecnico dei nostri tempi, ma riesce comunque a ricostruire in modo molto fedele e accattivante l'universo della città di Lost Heaven che tutti noi ormai conosciamo.

Mafia: Definitive Edition è, in sostanza, un gioco free-roaming incentrato sulla narrazione; il titolo è sia un buon remake che un buon gioco a sé stante, ma comunque non esente da alcuni difetti e, a mio parere, da alcune decisioni abbastanza discutibili se dobbiamo confrontarlo con lo spirito dell'originale titolo del 2002.

Partiamo dalla parte tecnica del titolo: se il precedente Mafia 3 soffriva di un sistema di illuminazione qualitativamente "inconsistente" e di un anti-aliasing che sfocava fin troppo le texture in generale, Mafia: Definitive Edition risolve questi problemi per rendere la grafica finalmente più nitida e migliorare il sistema di illuminazione, oltre che arricchire l'attenzione ai dettagli che rende ancora più vivace il mondo di gioco. Questo remake mantiene lo stesso stile artistico e una palette di colori simile al titolo originale, e allo stesso tempo aggiunge un'influenza anni '30 ancora più accentuata; rivedere Lost Heaven in questa versione è stata per me un'esperienza non solo nostalgica, ma anche fresca. Niente di impressionante però a livello di motore fisico.

A livello di gameplay, se l'originale Mafia puntava sul realismo e su un ritmo lento, questo remake si mostra fin da subito prontato sull'action più cinematografico. Non esattamente un difetto, ma dipendentemente da ciò che cercate, può essere un bene o un male.

Nel gioco originale del 2002, anche solo una macchina che vi inseguiva o una singola persona armata potevano essere molto pericolose, ed eliminarle richiedeva di solito calma e una buona mira. Nel remake, invece, il gameplay risulta più accessibile e l'IA meno pericolosa del passato, e per compensare su questo nuovo approccio è aumentato il numero di nemici che il gioco vi tirerà addosso già dalla primissima missione.

Questa versione fa anche un uso più comico dei classici barili rossi esplosivi che si troveranno quasi dappertutto nei livelli, dal sistema di "vehicle charging" presa da Mafia 3 e dal sistema di "scorciatoie" da sfruttare per seminare automaticamente gli inseguitori passando in certi punti, simile a Need for Speed: Most Wanted (tutti elementi che il director originale della serie ha apertamente criticato di recente, e ahimé, gli do ragione).

Questo titolo è un classico "cover shooter" abbastanza datato che non cerca di innovare il genere (e sono state, purtroppo, rimosse la possibilità di accovacciarsi e di fare le capriole come nell'originale) ma compensa ciò con un buon feeling delle armi con il giusto ammonto di rinculo, e un modello di guida che mi ha impressionato, dato che nella modalità "simulazione" e con la trasmissione settata su manuale bisogna gestire per bene l'acceleratore e l'aderenza delle ruote anteriori e posteriori per non andare fuori strada, come piace a me; per quelli che invece preferiscono avere un'esperienza più rilassante e meno impegnativa, si potrà cambiare il modello di guida da "simulazione" a "arcade". L'auto-mira forzata nelle sezioni di guida mi ha però fatto storcere il naso, avrei preferito piuttosto usare la mira manuale con il mouse per rendere il gameplay più interattivo.

Nonostante questo cambiamento più "action", il gioco vi da la possibilità di scegliere tra ben quattro livelli di difficoltà - facile, media, difficile e classica - ad ogni momento. La difficoltà classica offre un buonissimo grado di sfida, rende il gioco molto impegnativo e, a mio parere, più divertente.

Detto tutto ciò, sebbene le missioni e l'atmosfera generale di questo remake paiono molto più "atmosferici" e persino più memorabili rispetto al passato, considero invece il level design in sé peggiorato in generale. Il remake è un'esperienza molto più lineare, con obiettivi mostrati nell'HUD da raggiungere in ordine, più eventi "scriptati" (come ad esempio nemici che appaiono solo in determinati punti e si riparano negli stessi punti), molti meno "scenari multipli" e mappe sempre meno aperte.

Questo cambiamento lo si nota di più nei capitoli come "Scampagnata", "Omertà" e "Fortunato Bastardo"; nel gioco originale, questi livelli erano ambientati in mappe molto aperte e con diversi metodi d'approccio, con un intelligenza artificiale che si adattava dinamicamente ad ogni situazione e il giocatore che doveva fare attenzione a controllare ogni angolo, rendendo l'esperienza più immersiva e meno prevedibile; mentre nel remake sono ambientati in spazi più ristretti e pensati per un approccio più "a binario", riducendo quel senso di libertà e livello di rigiocabilità che il gioco originale - e persino Mafia 3 in piccole dosi - hanno avuto.

A proposito dell'intelligenza artificiale, essa riesce a fare il suo lavoro negli scontri a fuoco (con qualche piccola pecca, ma niente di problematico), ma la sua debolezza la si nota fin troppo negli inseguimenti d'auto. Questo Mafia mi ha davvero deluso su questo fronte, dato che i precedenti giochi offrivano buoni inseguimenti d'auto con la polizia che riusciva a stare dietro al giocatore anche nei momenti di traffico intenso e teneva persino conto del numero di targa dei veicoli, mentre in questo titolo l'IA soffre di un'incompetenza non da poco quando si tratta di guidare le macchine. Anche nella difficoltà "classica", è sempre conveniente sfrecciare ad alta velocità invece che fermarsi per pagare la multa ed evitare ogni rischio possibile, dato che seminare la polizia è fin troppo spesso una passeggiata.

Nel remake ritorna la classica modalità "Fatti un Giro" che prende anche alcuni elementi della modalità "A Tutto Gas" presa dal gioco originale, dove il giocatore dovrà compiere delle missioni segrete e molto impegnative per sbloccare e collezionare prototipi di auto assurde e particolari. Per chi si aspettava più interattività dell'ambiente, però, se ne va la possibilità di entrare nei tram, nei treni, nei negozi, di mangiare/bere e guadagnare soldi ecc., come nei precedenti titoli della serie.

La trama di questo remake offre nuove scene e nuove prospettive sulle vicende di Lost Heaven, ampliando di più ciò che già abbiamo amato nel titolo originale. I personaggi sono un po' cambiati, in particolare il personaggio di Paulie di cui bisogna farci di più l'abitudine per via del suo carattere abbastanza stravolto, ma il loro spirito rimane lo stesso, e il nuovo doppiaggio italiano riesce a mio parere a dare giustizia a questi personaggi. Certo, mi mancheranno Claudio Moneta nei panni di Tommy e Riccardo Rovatti nei panni di Don Salieri, ma questi nuovi doppiatori hanno fatto un ottimo lavoro.

Per via della trama riscritta, alcune parti della sceneggiatura prese dalla versione originale sono state cambiate e stravolte, mentre le ultime missioni del remake vengono narrate in modo più frettoloso e basilare rispetto alla versione originale, senza dare al gioco il tempo di far trasmettere tensione e mistero al giocatore. Senza entrare nel dettaglio per evitare sp01l3r, ho trovato alcuni cambiamenti sulla sceneggiatura davvero inutili, e sarebbe stato meglio lasciarli invariati, anche se ho apprezzato lo sviluppo dei personaggi più ampliato.

Gravissimo però il cambiamento che è stato fatto per i monologhi finali della trama, dallo scontro con l'ultimo boss fino ai titoli di coda. Il leggendario monologo originale che tutti noi abbiamo ricordato in tutti questi anni è stato completamente stravolto nel remake, in forma anche peggiore, e per me è un vero peccato.

Nonostante le decisioni discutibili di design e una componente tecnica non all'avanguardia, i pregi di Mafia: Definitive Edition battono ad ogni modo i suoi difetti; il gioco rimane ben sviluppato e generalmente fedele all'originale, e offre circa 15 ore in totale di longevità, massimo 20. Per chi vuole, invece, più realismo e un approccio più sandbox, il gioco originale rimane ancora oggi un titolo ottimo da giocare.

TheEngiGuy

ha scritto una recensione su The Getaway

Cover The Getaway per PS2

Amato da alcuni e odiato da altri, The Getaway è un crime thriller narrativo che porta il giocatore nei panni di un ex-rapinatore costretto sotto ricatto a compiere delle "missioni suicida" per conto della Mafia inglese, che tiene suo figlio in ostaggio. Mentre viene usato come marionetta e forzato a scontrarsi con il resto della criminalità organizzata, compresa una sua banda di vecchi amici, il protagonista cerca di nascosto un modo di uscire da questa situazione.

L'errore che fecero alcuni recensori ai vecchi tempi è stato paragonare questo gioco a GTA, quando in realtà è strutturalmente molto più simile ad un vecchio Driver e all'originale Mafia: il gioco offre l'intera città di Londra fedelmente ricostruita e completamente esplorabile insieme ad auto su licenza e varie armi da fuoco da poter usare, ciò nonostante rimane principalmente incentrato sulla trama e sulle missioni che la costituiscono, oltre ché sul realismo del gameplay stesso (anche se qualche mini-gioco per aumentare la longevità non avrebbe di certo fatto male).

Una cosa che non riesco a fare a meno di apprezzare in questo gioco è il modo in cui gli sviluppatori hanno integrato l'elemento "thriller" anche all'interno del gameplay, rendendo il gioco molto impegnativo e munito di suspense, rimuovendo però la sua accessibilità come prezzo da pagare. Il protagonista tende a zoppicare per ogni colpo subito, le auto che lui stesso guida si spaccano molto facilmente ad ogni impatto, i gruppi di nemici che lui dovrà eliminare hanno quasi sempre armi e macchine migliori e le strade strettissime della capitale inglese sono sempre dense di traffico popolato da civili imprevedibili e poliziotti di pattuglia. Tutto questo si traduce in momenti che possono portare ad un alto livello di tensione, ad esempio quando bisognerà cambiare macchina dopo un'incidente, zoppicando, mentre gli inseguitori cercheranno di posizionarsi per scaricarti pallottole a raffica e sperare di non sbagliare mira.

Non tutti possono apprezzare lo stile che questo gioco ha voluto seguire, nonostante sia molto in linea con una trama basata sulla suspense, e da una soundtrack - a mio parere fantastica - che trasmette un senso di ansia e pericolo. Praticamente un totale contrasto da altri titoli, come GTA V e True Crime/Sleeping Dogs, che si incentrano più sull'accessibilità e offrono al giocatore abilità speciali uniche per aiutarlo nelle situazioni difficili.

Un'altro elemento che ho apprezzato è la totale assenza di un'interfaccia. Ironicamente, considero questo gioco una critica verso la maggior parte dei videogiochi dell'ultimo decennio, che tendono a riempire lo schermo di informazioni non necessarie quali hitmarker, indicatori, aiuti, numeri ed effetti visivi tutti in un colpo solo, riducendo non solo l'immersività, ma anche l'imprevedibilità dell'esperienza videoludica. La mia personale filosofia per un gioco coinvolgente è "meno interfaccia c'è, meglio è".
The Getaway è il completo opposto di quei giochi che dipendono molto da un sistema di interfaccia, ciò nonostante riesce comunque a lasciarsi giocare. La "barra della vita" è il corpo stesso del protagonista che sanguina e zoppica man mano che viene colpito, gli indicatori di direzione delle auto sostituiscono la "bussola" e così via.

La pecca è sicuramente l'assenza di un tutorial. Ad esempio, il gioco non spiega come curare le ferite del protagonista (bisognerà appoggiarsi a qualsiasi muro per lasciarlo riposare) e come usare l'auto-mira durante gli scontri a fuoco, e seguire gli indicatori di direzione dei veicoli può a volte far distrarre facendoti mancare la zona di destinazione prima di farti compiere un giro completo dell'isolato.

Ovviamente non è tutto oro quel che luccica: il modello di guida non è molto intuitivo, i comandi possono essere legnosi (considerando che è un vecchissimo gioco per PlayStation 2), qualche volta ci si perde nel level design e il gioco non offre tante ore di contenuti. Detto ciò, non posso non consigliarlo a chi è in vena di storie gangster che vi sbattono in faccia l'esperienza thriller interattiva. La trama è buona, la soundtrack dà un''atmosfera particolare al titolo e il gameplay, basato sul realismo nudo e crudo, evita di fare da babysitter al giocatore, coinvolgendolo piuttosto nelle fatiche estreme del protagonista.

7

Voto assegnato da TheEngiGuy
Media utenti: 6.8

TheEngiGuy

ha scritto una recensione su Concept Destruction

Cover Concept Destruction per PC

Piccolo gioco indie abbastanza interessante. Concept Destruction prende come base tutti quei pugni in faccia che costituiscono il genere del demolition derby, questa volta includendo dei mini-veicoli fatti di cartone come sue star per le arene derby.

Il gameplay è il classico del genere: non mancano auto che volano e si ribaltano ad ogni angolo e pezzi di cartone sparsi in giro per le mappe. Il modello di guida molto arcade e accessibile risulta anche essere a tratti intenso, soprattutto grazie alla fisica soft-body che rende le macchine dinamicamente deformabili e influenzate dalle collisioni anche in termini di guidabilità.

Tutto ciò viene condito da una direzione artistica semplice
e "cartoonesca" davvero carina da vedere - soprattutto per come sono modellate le macchine di cartone - e da una soundtrack heavy metal pesante ben integrata in mezzo al caos dei combattimenti tra scatole a quattro ruote. Tuttavia, avrei preferito un sistema di illuminazione più rifinito e mappe con più dettagli e texture più varie, oltre la solita superficie disegnata "a griglia".

Essendo un gioco low-budget, ciò che offre al momento è una discreta selezione di veicoli e arene derby con qualche oretta di gameplay, ma sarei felice di vedere questo concept ulteriormente esplorato in futuro, magari con dei sequel più sostanziosi. Ora come ora, però, rimane quel classico titolo che funziona più "da passatempo", comunque godibile per i fan del genere.

7.5

Voto assegnato da TheEngiGuy
Media utenti: 7.3 · Recensioni della critica: 7

TheEngiGuy

ha scritto una recensione su Ravenfield

Cover Ravenfield per PC

Battlefield è ormai diventato obsoleto

No, il titolo della recensione non è clickbait (perché la serie Battlefield si è ormai allontanata dalla sua identità dei vecchi tempi) ma è applicabile solo a chi non dispiace giocare agli sparatutto in singleplayer. E ficcatevi in testa che "singleplayer" non è SOLO sinonimo di "gioco narrativo lineare strappalacrime" ma include anche tutti quei generi che, ahimè, non rientrano più nei trend del momento o sono semplicemente meno considerati. Ma parliamo ora di questo gioco...

Ravenfield è una love letter dei classici "skirmish shooter" (i primi Battlefield/Battlefront, UT2004, Quake Wars ecc.) che offre ai giocatori un'esperienza sandbox immediata in prima persona degna dei titoli appena citati e che riprende ciò che Battlefield abbandonò negli ultimi anni 2000. Per farla breve: niente trama, niente cutscene e neanche restrizioni imposte dal sistema "multiplayer online", ma solo tu, una mappa, una dozzina di armi e veicoli a tua disposizione e un gran numero di bot alleati e nemici da supportare e massacrare, rispettivamente.
Oltre allo spara-spara è anche presente una piccola ma importante componente strategica, dove si potrà essere leader di una squadra e allo stesso tempo giocare il ruolo da comandante per dare ordini più "larga scala" a tutte le altre squadre, comunicando loro quali obiettivi dare più priorità in tempo reale.

Sviluppato da una singola persona, il gioco tiene una grafica estremamente basilare e low-poly, ma compensa incentrandosi sullo sviluppo della I.A. - sorprendentemente molto curata, ma che vi mangia la CPU - e sul supporto completo alle mod, con una community ancora oggi molto attiva. Avete quindi la completa libertà di uccidere nazisti sulla spiaggia della Normandia, o di guidare le cannoniere di Star Wars su mappe innevate, oppure di combattere contro giganteschi mecha usando una Fiat Panda del '91 e modificare parametri relativi a tutto ciò che riguarda il sistema di gioco. Se la noia si fa sentire, la si risolve con altre mod!

Ravenfield è ancora in accesso anticipato su Steam, ma per me è stato una sorpresa, aspettavo un gioco di questo calibro dai tempi di Battlefield 2 (i periodi d'oro di quella serie).
La mancanza di una componente multiplayer/coop può far storcere il naso ad alcuni, ma se avete voglia di giocare ad uno sparatutto sandbox che va dritto al punto e vi dà la possibilità di cambiare le regole del gioco a vostro piacimento senza che nessuno vi giudichi, date una chance a questo titolo 100% indie. È uno dei migliori "giochi passatempo" che io abbia mai giocato.

8

Voto assegnato da TheEngiGuy
Media utenti: 8

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