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Jane Eyre (French Edition) Formato Kindle
Orpheline, Jane Eyre est recueillie à contrecoeur par une tante qui la traite durement et dont les enfants rudoient leur cousine. Placée dans un orphelinat, elle y reste jusqu'à l'âge de dix-huit ans. Elle devient alors institutrice dans une famille et tombe passionnément amoureuse du père de ses élèves. Un amour partagé, auquel elle résistera d'abord, découvrant avec horreur l'existence de la première femme de Rochester, enfermée pour folie par son mari.
- LinguaFrancese
- EditoreLes éditions Pulsio
- Data di pubblicazione14 marzo 2016
- Dimensioni file1609 KB
Descrizione prodotto
L'autore
Dettagli prodotto
- ASIN : B00W3VWK8Y
- Editore : Les éditions Pulsio; 2° edizione (14 marzo 2016)
- Lingua : Francese
- Dimensioni file : 1609 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 320 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 224.236 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 74 in Narrativa storica in francese
- n. 793 in Giochi per PlayStation 3
- n. 15.231 in Letteratura in lingua straniera
- Recensioni dei clienti:
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La domanda che mi pongo è per quale motivo io non abbia letto questo meraviglioso libro prima, per quale motivo io abbia atteso 43 anni?
Jane mi è entrata nel cuore, le parole del libro hanno accarezzato il mio cuore e la mia anima, spesso lacrime sono scese sul mio viso. Il suo dolore, era il mio dolore, la sua gioia, la mia gioia.
Jane è come una parente stretta, una cara amica ma allo stesso tempo è anche me stessa. La sua vita, per ragioni di vissuto e di epoca, è totalmente diversa dalla mia, ma la sua mente e il suo cuore mi somigliano tantissimo.
Ho divorato il libro, volevo assolutamente assaporare ogni parola, ma ero estremamente assetata e affamata e in ogni momento libero della giornata, mi sono ritrovata a leggere di Jane, facendo la notte le ore piccole, perchè staccarsi dalla sua storia era praticmente impossibile.
Mi è piaciuto tantissimo il modo di scrivere di Charlotte Bronte, libro scritto a metà del 1800, e son sincera non l'ho trovato per niente banale, anzi. Comprendo alla perfezione il motivo che sia tra i classici della letteratura inglese.
Sulla storia di Jane Eyre dirò molto poco. Bene o male tutti sappiamo di cosa parla, e chi non ne ha la minima idea, se vuole saperne qualcosa in più può sempre leggersi il libro, che male non fa! Considerando poi i vari colpi di scena presenti nel corso della narrazione, chi sono io per rovinarvi un’eventuale lettura?
Jane è orfana, lo si scopre fin dalle prime pagine; dopo aver passato anni a casa di una zia che non l’ha mai amata, passerà otto anni in una scuola di carità dove non mancheranno fame e stenti. Le cose per Jane cominciano a cambiare quando verrà assunta come insegnante in casa del signor Rochester, che si è preso a cuore la sorte di una bambina a sua volta abbandonata a sé stessa. Qui Jane scoprirà per la prima volta cosa significa essere parte di una famiglia e soprattutto scoprirà un’emozione del tutto nuova: quella dell’amore, ma anche le pene con cui questo sentimento a volte si accompagna.
Ti preoccupi troppo dell’amore degli esseri umani.
Charlotte Brontë utilizza per questo romanzo vittoriano la prima persona. Questa scelta stilistica permette all’autrice di dialogare e rivolgersi direttamente al lettore, portando anche un maggior coinvolgimento in quest’ultimo, e le permette anche di mettere su carta una storia velatamente autobiografica.
La storia di Jane Eyre ricopre sostanzialmente tre periodi della sua esistenza. Nel primo periodo facciamo la conoscenza di una Jane bambina, alle prese con la crudeltà e l’indifferenza della zia e dei suoi cugini prima, e con la scuola di carità poi. Il secondo periodo coincide al tempo trascorso a Thornfield come istitutrice. Il terzo e ultimo periodo coincide con il ritorno di Jane a Thornfield da cui era fuggita e le scoperte che seguiranno.
Il racconto alterna episodi descritti in modo molto veloce, con altri più approfonditi caratterizzati da duelli verbali o scene melodrammatiche, su cui Charlotte Brontë si dilunga volutamente.
Jane non è la classica donna scialba e senza personalità, anzi, è proprio l’opposto. Ricopre un modello femminile decisamente anticonvenzionale per l’epoca (considerate che il romanzo è stato messo in vendita per la prima volta nel 1847). Sebbene Jane appaia spesso come una donna fragile e sensibile, non manca di coraggio e di indipendenza. Ama i libri e il disegno, ma ha un forte senso pratico. Non ha paura di rimboccarsi le maniche, né di sporcarsi le mani. È coraggiosa, è forte, è indomita. Fa degli sbagli, sia da bambina che da adulta; si lascia scappare delle frasi irriverenti, quasi irrispettose (che il signor Rochester però apprezza, perché capisce che ha di fronte una donna che gli sa tenere testa, una donna che sa pensare, e che non ha paura di dire quello che pensa). Quando commette degli errori però cerca poi di ritornare sui propri passi, di apprezzare quello che ha, e non pensare a quello che non ha; ha dei principi, dei valori morali e cerca sempre di seguirli. Non manca mai di forza d’animo e ha uno spirito ribelle. È un personaggio completo, con una personalità complessa, dalle diverse sfaccettature, emblematico dei diritti di una donna e della sua felicità.
In genere si crede che le donne siano molto quiete. Le donne invece provano gli stessi sentimenti degli uomini. Hanno bisogno di esercitare le loro facoltà, e di provare le loro capacità come i loro fratelli; soffrono come gli uomini i freni e l’inattività, e fa parte della mentalità ristretta dei loro compagni più fortunati il dire che si devono limitare a cucinare e a far la calza, a suonare il piano e far ricami. È stupido condannarle o schernirle, se cercano di fare di più o imparare di più di quello che è solito al loro sesso.
Oltre ai dialoghi, che spesso sono dei veri testa a testa, Charlotte Brontë non fa mancare diverse descrizioni. Possono essere descrizioni della campagna inglese, che non solo sono visive, ma anche olfattive e tattili. Oppure possono essere descrizioni dei cambiamenti climatici e atmosferici, cambiamenti che spesso (o forse sempre) sono coerenti con l’umore di Jane. Se la vita di Jane in quel momento sembra florida e felice, anche la vegetazione lo è, essendo rigogliosa, di un verde brillante col sole che splende alto nel cielo. Ci sono poi diverse scene che si svolgono di notte e Jane non manca mai di osservare la luna, come se fosse una presenza benevole, se non addirittura una divinità. Jane Eyre non manca quindi di una parte concreta e allo stesso tempo spirituale, religiosa, dove realismo e simbolismo sono in sintonia tra loro.
E sebbene Jane Eyre sia un classico romantico, non mancano elementi del gotico: pensiamo a quando da piccola viene rinchiusa nella stanza rossa e le sembra di vedere un fantasma o ai suoni sinistri e alla misteriosa presenza nella residenza del signor Rochester.
E non mancano nemmeno elementi prettamente storici come le ribellioni degli schiavi nelle colonie caraibiche dell’Inghilterra e il movimento antischiavista. Lo stesso personaggio di Bertha è emblematico da questo punto di vista. La donna viene infatti collocata nelle Indie Occidentali e nelle descrizioni che la riguardano non mancano i tratti tipici della schiava africana.
Anche per questo Jane Eyre è innovativo e ha fatto scandalo. Bertha può rappresentare anche il lato femminile che viene sopraffatto e soppresso dal patriarcato; Jane più volte si rifiuta di sottostare alla volontà maschile. Quindi oltre a parlare di schiavitù, di prospettive economiche e religiose, ci sono riflessioni sulla condizione delle donne, dei ceti meno abbienti, sul ruolo rivestito dalle istitutrici e quello delle istituzioni scolastiche.
Jane Eyre di Charlotte Brontë è un romanzo completo, che racchiude al suo interno tanti argomenti, di fondamentale importanza per l’epoca, ma che rivestono un loro ruolo anche per quella che è la società di oggi.
Ho davvero amato questo libro, dall’inizio alla fine. L’unica cosa che non mi ha fatto impazzire è stato l’interludio finale con St. John, che ad un certo punto secondo me è stato tirato troppo per le lunghe. Se considero però che poi è arrivata una delle parti che più mi hanno commosso, dove più ho percepito amore per l’altro, va bene così. Un piccolo difetto non è nulla di fronte a tanta bellezza.
[…] il mio amore non era una nebbia che il sole poteva dissipare, né un’impronta sulla sabbia che le tempeste potevano cancellare.
Recensito in Italia il 14 settembre 2020
Sulla storia di Jane Eyre dirò molto poco. Bene o male tutti sappiamo di cosa parla, e chi non ne ha la minima idea, se vuole saperne qualcosa in più può sempre leggersi il libro, che male non fa! Considerando poi i vari colpi di scena presenti nel corso della narrazione, chi sono io per rovinarvi un’eventuale lettura?
Jane è orfana, lo si scopre fin dalle prime pagine; dopo aver passato anni a casa di una zia che non l’ha mai amata, passerà otto anni in una scuola di carità dove non mancheranno fame e stenti. Le cose per Jane cominciano a cambiare quando verrà assunta come insegnante in casa del signor Rochester, che si è preso a cuore la sorte di una bambina a sua volta abbandonata a sé stessa. Qui Jane scoprirà per la prima volta cosa significa essere parte di una famiglia e soprattutto scoprirà un’emozione del tutto nuova: quella dell’amore, ma anche le pene con cui questo sentimento a volte si accompagna.
Ti preoccupi troppo dell’amore degli esseri umani.
Charlotte Brontë utilizza per questo romanzo vittoriano la prima persona. Questa scelta stilistica permette all’autrice di dialogare e rivolgersi direttamente al lettore, portando anche un maggior coinvolgimento in quest’ultimo, e le permette anche di mettere su carta una storia velatamente autobiografica.
La storia di Jane Eyre ricopre sostanzialmente tre periodi della sua esistenza. Nel primo periodo facciamo la conoscenza di una Jane bambina, alle prese con la crudeltà e l’indifferenza della zia e dei suoi cugini prima, e con la scuola di carità poi. Il secondo periodo coincide al tempo trascorso a Thornfield come istitutrice. Il terzo e ultimo periodo coincide con il ritorno di Jane a Thornfield da cui era fuggita e le scoperte che seguiranno.
Il racconto alterna episodi descritti in modo molto veloce, con altri più approfonditi caratterizzati da duelli verbali o scene melodrammatiche, su cui Charlotte Brontë si dilunga volutamente.
Jane non è la classica donna scialba e senza personalità, anzi, è proprio l’opposto. Ricopre un modello femminile decisamente anticonvenzionale per l’epoca (considerate che il romanzo è stato messo in vendita per la prima volta nel 1847). Sebbene Jane appaia spesso come una donna fragile e sensibile, non manca di coraggio e di indipendenza. Ama i libri e il disegno, ma ha un forte senso pratico. Non ha paura di rimboccarsi le maniche, né di sporcarsi le mani. È coraggiosa, è forte, è indomita. Fa degli sbagli, sia da bambina che da adulta; si lascia scappare delle frasi irriverenti, quasi irrispettose (che il signor Rochester però apprezza, perché capisce che ha di fronte una donna che gli sa tenere testa, una donna che sa pensare, e che non ha paura di dire quello che pensa). Quando commette degli errori però cerca poi di ritornare sui propri passi, di apprezzare quello che ha, e non pensare a quello che non ha; ha dei principi, dei valori morali e cerca sempre di seguirli. Non manca mai di forza d’animo e ha uno spirito ribelle. È un personaggio completo, con una personalità complessa, dalle diverse sfaccettature, emblematico dei diritti di una donna e della sua felicità.
In genere si crede che le donne siano molto quiete. Le donne invece provano gli stessi sentimenti degli uomini. Hanno bisogno di esercitare le loro facoltà, e di provare le loro capacità come i loro fratelli; soffrono come gli uomini i freni e l’inattività, e fa parte della mentalità ristretta dei loro compagni più fortunati il dire che si devono limitare a cucinare e a far la calza, a suonare il piano e far ricami. È stupido condannarle o schernirle, se cercano di fare di più o imparare di più di quello che è solito al loro sesso.
Oltre ai dialoghi, che spesso sono dei veri testa a testa, Charlotte Brontë non fa mancare diverse descrizioni. Possono essere descrizioni della campagna inglese, che non solo sono visive, ma anche olfattive e tattili. Oppure possono essere descrizioni dei cambiamenti climatici e atmosferici, cambiamenti che spesso (o forse sempre) sono coerenti con l’umore di Jane. Se la vita di Jane in quel momento sembra florida e felice, anche la vegetazione lo è, essendo rigogliosa, di un verde brillante col sole che splende alto nel cielo. Ci sono poi diverse scene che si svolgono di notte e Jane non manca mai di osservare la luna, come se fosse una presenza benevole, se non addirittura una divinità. Jane Eyre non manca quindi di una parte concreta e allo stesso tempo spirituale, religiosa, dove realismo e simbolismo sono in sintonia tra loro.
E sebbene Jane Eyre sia un classico romantico, non mancano elementi del gotico: pensiamo a quando da piccola viene rinchiusa nella stanza rossa e le sembra di vedere un fantasma o ai suoni sinistri e alla misteriosa presenza nella residenza del signor Rochester.
E non mancano nemmeno elementi prettamente storici come le ribellioni degli schiavi nelle colonie caraibiche dell’Inghilterra e il movimento antischiavista. Lo stesso personaggio di Bertha è emblematico da questo punto di vista. La donna viene infatti collocata nelle Indie Occidentali e nelle descrizioni che la riguardano non mancano i tratti tipici della schiava africana.
Anche per questo Jane Eyre è innovativo e ha fatto scandalo. Bertha può rappresentare anche il lato femminile che viene sopraffatto e soppresso dal patriarcato; Jane più volte si rifiuta di sottostare alla volontà maschile. Quindi oltre a parlare di schiavitù, di prospettive economiche e religiose, ci sono riflessioni sulla condizione delle donne, dei ceti meno abbienti, sul ruolo rivestito dalle istitutrici e quello delle istituzioni scolastiche.
Jane Eyre di Charlotte Brontë è un romanzo completo, che racchiude al suo interno tanti argomenti, di fondamentale importanza per l’epoca, ma che rivestono un loro ruolo anche per quella che è la società di oggi.
Ho davvero amato questo libro, dall’inizio alla fine. L’unica cosa che non mi ha fatto impazzire è stato l’interludio finale con St. John, che ad un certo punto secondo me è stato tirato troppo per le lunghe. Se considero però che poi è arrivata una delle parti che più mi hanno commosso, dove più ho percepito amore per l’altro, va bene così. Un piccolo difetto non è nulla di fronte a tanta bellezza.
[…] il mio amore non era una nebbia che il sole poteva dissipare, né un’impronta sulla sabbia che le tempeste potevano cancellare.
Le recensioni migliori da altri paesi
Aimerait avoir Dickens dans même format
Qu'est-ce.....L'ambiance de la demeure des Brontée, le sinistre du Yorhshire. Cependant je préfère quand même le roman de sa soeur :Wunthering
Qu'est-ce que vous n'avez pas .... La happy end. Faut quand même pas exagérer !
A qui recommanderiez vous ce livre ? A dire la vérité, je l'ai pris pour mon épouse qui n'aime que les histoires d'amour à la Jane Austen .