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Storia naturale della distruzione Copertina flessibile – 27 ottobre 2004
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa149 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreAdelphi
- Data di pubblicazione27 ottobre 2004
- Dimensioni22.2 x 1.2 x 14.2 cm
- ISBN-108845919234
- ISBN-13978-8845919237
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Dettagli prodotto
- Editore : Adelphi; 2° edizione (27 ottobre 2004)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 149 pagine
- ISBN-10 : 8845919234
- ISBN-13 : 978-8845919237
- Peso articolo : 230 g
- Dimensioni : 22.2 x 1.2 x 14.2 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 15.858 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Nel libro si cita un interessante reportage del 1946 di Stig Dagerdam, Autunno tedesco, reperibile in biblioteca o su Amazon. Lo consiglio senz'altro.
Il testo esamina la distruzione delle città tedesche durante la seconda guerra mondiale e le complesse implicazioni psicologiche e culturali ad essa associate. L'autore sembra focalizzarsi sul silenzio persistente degli scrittori tedeschi riguardo a questo capitolo della loro storia nazionale, proponendo un'analisi critica delle ragioni dietro questa mancanza di testimonianze dirette.
L’autore suggerisce che, per la maggior parte degli intellettuali rimasti in Germania durante il Terzo Reich, la necessità di ridefinire la propria immagine dopo il 1945 ha avuto la precedenza rispetto alla rappresentazione del mondo reale circostante. Questa ansia di riformulare l'immagine personale sembra essere uno dei motivi principali per cui una generazione di scrittori tedeschi è stata incapace di documentare e tramandare in modo adeguato le testimonianze della guerra, concentrandosi invece sulla ricostruzione del paese.
Il testo esplora la vastità della distruzione causata dai bombardamenti alleati, evidenziando cifre impressionanti di tonnellate di bombe sganciate, città rase al suolo e un elevato numero di vittime civili. Tuttavia, l'autore sostiene che nonostante questi dati siano noti, manca una comprensione completa della loro portata nella realtà quotidiana delle persone.
Si fa notare come le persone, nonostante le rovine spaventose, camminassero per le strade come se nulla fosse accaduto, evidenziando un atteggiamento di apatia e un immediato impegno nell'opera di riorganizzazione e sgombero. La ferma volontà di ricostruire un paese più grande e potente del passato è presentata come un elemento chiave nella formazione della Germania del dopoguerra.
L'autore sostiene che la ricostruzione tedesca, pur essendo leggendaria e ammirevole in molti aspetti, ha agito come una seconda liquidazione della storia precedente. Questo processo ha impedito sin dall'inizio che lo sguardo si rivolgesse al passato, orientando la popolazione esclusivamente verso il futuro e costringendola al silenzio riguardo a quanto aveva vissuto.
Si evidenzia anche la mancanza di testimonianze coeve da parte degli scrittori tedeschi dell'epoca, che sembrano aver evitato di commentare la distruzione per timore di cadere in disgrazia presso le autorità occupanti o di compromettere la loro immagine di patrioti. Anche la letteratura del dopoguerra sembra non aver colmato questo vuoto, con la vecchia guardia concentrata sulla propria immagine e la nuova generazione di autori più concentrata sulle esperienze di combattenti.
L'autore sottolinea che lo stato di annichilimento materiale e morale in cui versava la Germania non doveva essere descritto, diventando un infamante segreto di famiglia e un tabù che la società tedesca ha mantenuto.
Il testo sottolinea la presenza di una sorta di meccanismo di rimozione che impedisce alla società tedesca di confrontarsi pienamente con le esperienze traumatiche vissute durante la guerra aerea. Si sottolinea la mancanza di una discussione pubblica approfondita sulle reali conseguenze della distruzione e come questa lacuna abbia influenzato la percezione della storia.
Il testo solleva anche la questione etica e strategica dei bombardamenti alleati sulla Germania, mettendo in discussione la giustificazione morale e strategica di tali attacchi. Si esplora la controversia in Gran Bretagna sulla strategia di distruzione e il dibattito sulla validità di attacchi indiscriminati contro la popolazione civile tedesca.
L'autore critica la strategia di bombardamenti indiscriminati, sottolineando che non è stata modificata anche quando sarebbe stato possibile effettuare attacchi più mirati contro obiettivi industriali specifici. Si argomenta che questa strategia si è basata su un desiderio di distruzione per la distruzione stessa, con un'accettazione apparente della guerra come una forma pura e scoperta di annientamento.
Devo ammettere che è stato davvero una sorpresa. Sebald riesce in questa raccolta di suoi saggi a farti comprendere davvero le conseguenze della seconda guerra mondiale, non solo per il territorio della Germania, ma anche per l'animo e le coscienze del popolo tedesco. Egli riesce inoltre a farti riflettere e vedere le cose in un modo decisamente nuovo.
Libro davvero apprezzabile. Lo consiglio vivamente a chiunque interessi l'argomento.
In realtà il testo tratta, in maniera approfondita e certamente scientificamente valida, la rimozione dalla memoria collettiva della popolazione tedesca, delle immani conseguenze derivanti dalla devastante campagna di bombardamenti posta in essere dagli Alleati in danno delle città tedesche durante la II G.M.
Un testo specifico, forse troppo, non sempre di facilissima lettura.