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ha scritto una recensione su Tales of Graces F

Cover Tales of Graces F per PS3

Partiamo da un elemento che ritengo centrale in un JRPG, ovvero la trama, che nel caso di Graces mi era stata descritta come mediocre: tirando le somme, posso dire che la storia non è scadente, affatto, quanto piuttosto mal raccontata in alcune fasi. La scelta di dedicare tutte le prime ore di gioco all'infanzia dei protagonisti, seppure non permetta al giocatore di rendersi subito conto delle potenzialità del gameplay, assai limitato in quel capitolo iniziale per adattarsi meglio all'età dei personaggi, si rivela a mio giudizio vincente, oltre che molto originale: permette di creare un leg
ame affettivo con i personaggi vedendoli, e vivendoli, sotto una luce diversa. Al termine del primo capitolo, l'impatto emotivo sul giocatore è già alto, e ci si trova ad affrontare il time skip come la grande curiosità di vedere che cosa ne sia stato dei protagonisti in quei sette anni, e quali ripercussioni abbia avuto sulle loro vite, ormai divise, la drammatica fine della loro infanzia. Tutta questa prima parte di gioco mi ha coinvolto moltissimo, e mi sono trovata a correre da una parte all'altra, ansiosa di rincontrare tutti gli amici di vecchia data di Asbel, per scoprire che cosa ne era stato di loro.
Il problema, secondo me, risiede nella parte centrale del gioco, che ho trovato a tratti dispersiva e non funzionale alla trama complessiva: alcuni elementi centrali alla storia avrebbero essere introdotti in maniera più approfondita, magari anche con un certo anticipo. Seppur il tentativo di dare un background a tutti i personaggi sia meritevole, alcuni forse non sono integrati benissimo nella trama (come quello di Malik), e ciò rende appunto la fase centrale un po' dispersiva. Tant'è vero che i colpi di scena che giungono nei capitoli conclusivi non sortiscono poi questo grande effetto a sorpresa, probabilmente perché non sono supportati da un ritmo narrativo crescente, quanto piuttosto da un anticlimax di eventi un po' fiacco. Alcuni personaggi ed alcuni eventi della trama avrebbero avuto bisogno di un maggior approfondimento, e a tratti si ha l'impressione che qualcosa sia poco chiaro, specie perché spesso alcuni dettagli fondamentali sono rivelati da skit o eventi secondari; nel complesso, si arriva alla fine avendo la sensazione di essersi persi qualcosa per strada. Tuttavia, il finale compensa molte delle scelte narrative poco azzeccate che lo precedono: mi è piaciuto davvero tantissimo, e l'ho trovato originale e inaspettato, oltre che molto significativo per il messaggio che veicola.
Ai titoli di coda ero assolutamente soddisfatta, tanto da non sentire quasi il bisogno di un capitolo ulteriore (ma giocherò comunque il future arc; anzi, l'ho già iniziato).

Come già detto, l'intento del gioco è quello di far affezionare ai personaggi, mostrando come si evolvano lungo un lasso di tempo piuttosto ampio; tuttavia, nonostante tutti i party members tranne Cheria mi siano piaciuti, trovo che questo intendo sia veramente riuscito solo con Asbel e Sophie. Gli altri non sono piatti, affatto; hanno tutti una loro caratterizzazione abbastanza profonda, a tratti un po' cliché (Malik e Cheria), ad altri originale (Pascal e Hubert). Tuttavia, gli unici ad evolvere davvero nel corso della vicenda, arrivando a maturare uno spessore notevole e una complessità non da poco, sono Asbel e Sophie. Asbel, soprattutto, mi è piaciuto tantissimo come protagonista, e davvero non capisco tutte le critiche che gli vengono rivolte: l'ho trovato un personaggio umano, che sbaglia e impara dai suoi errori, che cambia nel corso del tempo fino a raggiungere l'obiettivo che si era prefissato da bambino.

Personalmente ho empatizzato molto con Asbel, e lui e Sophie sono stati i personaggi che più mi hanno colpito emotivamente, in vari momenti del gioco.

Venendo al gameplay, la mia opinione è generalmente molto positiva. Il battle system è davvero ottimo: seppure ancora non sia forse fluido quanto il suo successore Xillia, il sistema di arti presentato in questo episodio è davvero ottimo, e caratterizza molto bene i personaggi anche sotto il profilo della battaglia. Devo dire che alcuni party members mi sono parsi un po' scomodi da usare come main, nonché abbastanza inutili sul campo di battaglia, e che, nonostante la grande varietà di stile dei diversi personaggi, mi sono trovata ad usare per la maggior parte del tempo Asbel.
Ottimo anche il sistema dei titoli, che mi piace sia per la funzionalità, sia per i vari modi con cui vengono acquisiti nuovi titoli, e sia per il fatto che siano personalizzati per ogni personaggio, mostrando anche qui una grande cura e un grande amore per il vario. Mi sono piaciute moltissimo anche le ricette per la dualizzazione e ho trovato l'eleth mixer una buona risorsa, da sfruttare con intelligenza a seconda delle proprie esigenze.
Le side quest non mancano, e alcune sono molto carine perché coinvolgono in prima persona il nostro party; il sistema di gestione delle quest tramite la locanda fa il suo dovere, ed è comodo che possano essere consultate aprendo la mappa ovunque ci si trovi. Però, il fatto che si abbia veramente libertà di movimento solo a un passo dal boss finale non mi è piaciuto molto; avrei preferito potermi muovere più liberamente anche in altre fasi del gioco, per poter svolgere meglio alcuni eventi secondari (okay, ci si può spostare a piedi/con i Turtlez, ma non è un sistema comodissimo).

Le ambientazioni mi sono piaciute molto, specie per alcune città davvero sublimi, e per il fatto che ogni continente sia stato caratterizzato a suo modo. Dei dungeon devo parlare sia bene che male: concordo sul fatto che siano nella maggior parte dei casi costituiti da copia-incolla dello stesso fondale di schermata in schermata, ma al contempo li ho apprezzati parecchio per i vari enigmi che propongono, che danno un'alternativa al classico format del dungeon dove devi solo avanzare stendendo nemici.
Molto carini anche i vari minigiochi presenti qua e là, un altro extra particolarmente gradito.

La soundtrack non è affatto male, anzi, alcune OST sono davvero d'effetto, come quella del dungeon finale.
Sotto il profilo tecnico, direi che il risultato è buono, trattandosi comunque da un porting da Wii; la telecamera statica forse si sarebbe potuta togliere, perché in alcune fasi di esplorazione si rivela abbastanza fastidiosa, ma diciamo che dà un tocco retro al titolo.

In conclusione, forse Tales of Graces non sarà un capitolo eccelso, ma secondo me vale la pena di giocarlo. Ha alti e bassi, ma complessivamente è molto divertente da giocare grazie al suo bel gameplay e, nonostante la trama non sia raccontata nel modo migliore, non manca di lasciare qualcosa al giocatore.