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ha scritto una recensione su Stray Blade

Cover Stray Blade per PS5

Farren e Boji, da sconosciuti ad amici.

Ogni tanto ci sono quei momenti in cui voglio giocare ad un soulslike, però non di From. In questo caso, il prescelto è stato Stray Blade, un gioco piccolino e problematico, con cui però mi sono rilassato e anche divertito perchè delle buone idee ce l'ha.

In Stray Blade il protagonista è Farren West, un avventuriero che muore nel tentativo di esplorare la Valle Perduta di Acrea. Anzi, muore appena ci mette piede e viene resuscitato da un piccolo lupo parlante, Boji. Inizialmente Farren esplora la Valle da solo, ma sente qualcuno che lo osserva e si muove tra i cespugli ma soprattutto qualcuno continua a riportarlo in vita ogni volta che muore. E' Boji, che ad un certo punto si rivela e spiega a Farren che, per il cristallo inserito nel suo corpo da Boji per resuscitarlo, non può lasciare la Valle essendoci vincolato. I due, quindi, iniziano a collaborare ed esplorare il mondo della Valle, la storia dei popoli che l'hanno vissuta e non solo.

La storia di Stray Blade non è un granchè ma ha un pregio ovvero proprio Farren e Boji. All'inizio sono diffidenti l'uno dell'altro, litigano, spesso sono in disaccordo, poi più si va avanti nell'avventura più i due iniziano a legare ed a conoscersi meglio, fino a fidarsi a vicenda e diventare amici. E' un rapporto naturale e simpatico, che poi esplora anche il passato di entrambi.

Strutturalmente Stray Blade è un soulslike open world, ci sono molte zone che compongono una mappa abbastanza grande. Devo dire che molto del level design è ispirato, con tante scorciatoie, anche perchè la Valle è bella da esplorare, se non per l'ultima zona che è un cancro da navigare. C'è anche un pizzico di metroidvania, perchè ci sono zone e oggetti che Farren non può raggiungere prima di prendere un'abilità dai boss. Il mondo cambia un po' ogni volta che morite, nel senso che in una zona dove c'erano i soldati la volta dopo potrebbero esserci delle creature, con la natura che prevale, o viceversa ma è una meccanica un po' fine a se stessa.

Il gameplay di Stray Blade ha due facce, negativa e positiva. Quella positiva vede un gioco che offre oltre 30 armi, quasi tutte diverse tra di loro, a cui è legato l'albero delle abilità: per aumentare salute, stamina ecc, bisogna utilizzare un'arma fin quando non si raggiunge la maestria al 100% (succede in fretta) ed a quel punto si può utilizzare un punto abilità per potenziarsi. In questo modo il gioco ti spinge a provare costantemente nuove armi, per poi lasciarti decidere con quale ti trovi meglio. Un'altra meccanica importante è quella del parry e come viene gestita l'energia: con triangolo si può fare il parry agli attacchi nemici ed ogni volta che andrà a segno, il gioco restituisce un po' di stamina, stessa cosa con la schivata se fatta all'ultimo momento. Poi c'è il crafting, sia per le armi che per le armature che sono molte e personalizzabili con diversi colori da trovare in giro per le mappe.

Il lato negativo di tutto questo è che il gioco sembra andare a rallentatore, per quanto è legnoso. La maggior parte delle armi è davvero lentissima, le armi più pesanti sono impossibili da utilizzare perchè ci mettono tanto anche solo a fare un colpo singolo mentre i nemici sono molto più rapidi. Almeno quando si tratta di muoversi, perchè i loro attacchi hanno un timing veramente stronzo e si prendono il loro comodo per colpire. Sono un po' come i nemici di Lies of P, solo che qui non c'è assolutamente un gameplay come in quello per mitigare la cosa. Questo è il motivo principale per cui sono morto spesso, perchè anche quando prenderete familiarità con il parry ci sarà sempre qualche attacco che vi colpirà, vuoi per l'animazione o per delle hitbox non sempre precise. Poi ci sono altre criticità, come una varietà poverissima di nemici, delle musiche davvero meh e degli scontri coi boss piuttosto deludenti. L'unico boss difficile è l'ultimo, che ogni volta che muori ti costringe a rifare una lunga scalata per raggiungerlo. A difficile poi hanno tutti una barra della vita enorme, oltre a fare un botto di danno, ma potete sistemare queste cose come volete per una difficoltà personalizzata, che non è male come idea.

Tecnicamente Stray Blade è molto solido, anche se qualche bug c'è, mentre è molto colorato per l'art style che è stato utilizzato per la Valle e le sue zone. Il design delle armature mi piace molto, quello delle armi un po' meno.

Alla fine Stray Blade è esattamente come mi aspettavo: un soulslike di poche pretese, che come spesso succede a quelli meno conosciuti ha delle idee non male mai totalmente realizzate a pieno. Mi ha ricordato molto Chronos, il prequel di Remnant, ma mi sono divertito di più con questo che quello.

7

Voto assegnato da AmazingAlex
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