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Blaz

Bethesda, anno domini 2017:
I giochi single player sono il fulcro della nostra attività, Wolfenstein II sorprenderà chi è alla ricerca di una narrativa sensazionale, #SavePlayer1

Bethesda, l'anno dopo:
Wolfenstein Co-Op, Fallout Multiplayer Online PVE e PVP, gioco di carte per mobile online, espansione di TESO
🤔

Blaz

ha scritto una recensione su Yakuza 6: The Song of Life

Cover Yakuza 6: The Song of Life per PS4

No, non è il voto che Yakuza 6 si merita.

Ma è il voto che voglio dargli.
Oggettivamente ci sono tantissime cose sulle quali la serie può ancora migliorare, a partire da un comparto tecnico traballante, per quanto bello, con saltuari cali di frame e aliasing a manetta, espressioni facciali non esistenti nei dialoghi degli incarichi secondari che danno al tutto un aspetto più legnoso e distaccato (che stona tantissimo con le cutscene principali girate con un realismo, un'espressività e un'enfasi che fanno impallidire qualunque gioco attualmente sul mercato). C'è un certo riciclo di situazioni, non è un mostro di game design, spesso il combattimento risulta ripetitivo, specialmente alla presenza di un cospicuo numero di nemici. Ma questo ha ben poca importanza nel complesso, che è veramente ben fatto.

Da dove cominciare nell'elencare i veri pregi di questo gioco?
C'è molto da dire, ma preferisco essere sintetico. Molti dei pregi vanno scoperti giocando.
La ricostruzione digitale del quartiere a luci rosse di Tokyo e della tranquilla cittadina di Onomichi, nella prefettura di Hiroshima, è magistrale, accurata e immersiva come non ti aspetteresti mai.
La bellezza di questa serie, da questo lato, è che fondamentalmente, nonostante il cambio di hardware e di motore grafico, la piantina della città principale è sempre rimasta la stessa. I luoghi sono tutti riconoscibili, iconici e sempre presenti. Eppure è stata arricchita con un notevole numero di interni visitabili senza caricamenti che approfondiscono l'esplorazione. Il senso di deja vù c'è, ma non come ti aspetteresti a un'occhiata superficiale. E' una calda familiarità, ma solo uno sfondo per la novità. La ricchezza di attività secondarie e minigiochi di qualunque tipo, vero punto di forza della serie dal punto di vista ludico, è stata arricchita da un lato e sfinata dall'altro, eliminando alcune attività che non servivano e migliorando quelle che sono rimaste. L'unico appunto è che mancano le corse di 4WD, ma quello è più che altro riconducibile al periodo d'ambientazione.
In definitiva, sotto questo punto di vista, varrebbe la pena giocarci anche solo per poter girare per le strade del Giappone, visitare i ristoranti e i locali messi a disposizione del giocatore.
Il combat system è stato sottoposto allo stesso processo subito dai minigiochi, risultando più fluido, leggero e versatile, ma meno vario rispetto ai 4 stili dello 0 e del Kiwami. E' un cambio di filosofia, che riduce la quantità per migliorare la qualità. L'esperimento non è del tutto riuscito, ma le battaglie sono sempre divertenti da giocare e verso la fine si sbloccano molte abilità e mosse che contribuiscono a variare l'esito degli scontri.
Ma il piatto forte di questo gioco e di tutta la serie è il tipo di impronta tutta personale che riesce a dare alla storia.
Si parla moltissimo di porre l'accento sulla narrazione all'interno di un videogioco, ma ben pochi giochi riescono a farlo bene, trascinando emotivamente il giocatore senza essere troppo banali (per quanto un po' saccarini) come la serie di Yakuza, e specialmente questo sesto capitolo, nonostante pareri dei fan inizialmente un po' discordanti. Sicuramente il climax finale riuscirà a coinvolgere tutti coloro che si sono appassionati alla saga di Kazuma Kiryu, anche se la vera pecca è quella di non avere, questa volta, un boss finale e un cattivo "di rilievo" che dia vita a una boss fight soddisfacente ed epica come lo era per esempio quella di Yakuza 3 o dello 0.
Piccolo inciso, se vi piace Metal Gear Solid, sappiate che lo stile di tutto è vagamente riconducibile all'amato simulatore di scatole di cartone. Lo stile, la serietà dei dialoghi, trasuda Giappone da ogni poro, allo stesso modo tutti gli sbalzi di umore verso il ridicolo e la satira
Il sonoro è più curato di quanto possa sembrare. La OST è varia, spazia su più generi, è sempre adatta al momento. Il campionamento dei suoni ambientali è perfetto, e questo si nota sempre passeggiando per la città, ma soprattutto in particolari sezioni dove serve l'udito per individuare la presenza di alcuni personaggi legati a una storyline secondaria. Sul doppiaggio c'è poco da dire, è magnifico, se la storia non fosse bella, probabilmente il doppiaggio la trascinerebbe da solo.

In definitiva, il mio parere fa schifo. Perché il gioco è molto meglio di quanto io sia capace di descriverlo in queste 4 righe scritte di fretta. E se tu che stai leggendo hai un minimo interesse, una minuscola intenzione di giocare Yakuza 6, fallo e supporta questa serie sottovalutata che sta venendo riscoperta solo ultimamente. Ma se vuoi veramente godertelo, procurati Yakuza Kiwami e Yakuza 0 per capire almeno le basi della storia.

Ganbare.

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