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m4ddok

ha pubblicato un'immagine nell'album le cosine di m4ddok

Stasera vi propongo qualcosa di atipico, una pellicola che pochi di voi avranno visto, o per lo meno seguito con attenzione: Pane e Cioccolata, un film del 1973 con Nino Manfredi, diretto da uno sconosciutissimo Brusati.
Questo film ha per me un significato anzitutto personale, mio nonno è stato uno dei tantissimi emigranti italiani partiti per la Germania negli anni '50/'60, secondarimente storico. Perché troppo spesso ci dimentichiamo cosa siamo stati.

Nino Garofoli è un emigrato come gli altri, e quando dico "come gli altri" includo anche i non italiani, i turchi, gli albanesi, i greci, gli spagnoli...
Tutti partiti per la Svizzera nella speranza di un lavoro con il quale fare i "soldi veri" e sfamare la famiglia in patria.
Orgoglioso e testardo, soprattutto dopo le promesse fatte ai suoi parenti, Nino desidera fortemente essere assunto a tempo pieno come cameriere in un ristorante di lusso, seppur questo significhi partecipare ad una guerra tra poveri. Difatti "il Turco", un altro emigrato come lui, ambisce alla medesima posizione che, ahimé per Nino, acquisirà a causa di una serie di eventi.
Nino è italiano.
Nino trova un cadavere nel bosco, una bambina strangolata, ma non denuncia, fugge per paura di essere incolpato perché italiano.
Nino viene licenziato perché uan sera, dopo l'interrogatorio dal commissario, fa pipì dietro un muretto, e lì è vietatissimo! Ma la verità di nuovo... E' che lui è italiano, quindi paga pegno doppio.

E così via tra vicissitudini tragicomiche in grado di far riflettere sullo stato dell'italiano in Svizzera, trattato come inferiore ed inetto, utile solo a lavori che gli svizzeri non vogliono più fare.

Una scena è per me iconica: Nino è alle prese con la sua (ennesima) occasione lavorativa da allevatore di polli, vede i suoi connazionali osservare dall'ex pollaio che loro chiamano "casa" i "figli del padrone svizzero", così il contrasto visivo della scena è potentissimo. Da un lato gli italiani, inselvatichiti a causa del bisogno, rinchiusi in stie come polli, diventati non più solo schiavi, ma veri e propri animali da soma. Dall'altro i figli della Svizzera di allora, ordinati e puliti, biondi, alti, occhi azzurri, arrivano a cavallo e si divertono nel bosco, la scena diviene quasi surreale quando spogliatisi ragazzi e ragazze fanno il bagno nudi nel fiume, in perfetta armonia, appare quasi un'immagine dell'Arcadia classica; sempre in durissimo contrasto con gli sguardi spenti degli italiani, che hanno dimenticato di essere uomini.

E' di fronte a scene come questa che il film insegna. Insegna forse e soprattutto a chi non ha vissuto quegli anni, ed insegna a Nino come spesso debba mettere da parte la dignità e l'orgoglio pur di trovare una qualche minima realizzazione; così tenterà più e più volte di fronte alle varie sconfitte lavorative di fuggire dalla Svizzera, maledicendola per il razzismo che gli ha regalato, ma ogni santa volta lo vedremo tornare. Perché l'italiano è testardo e poi come diceva Indro Montanelli "l'italiano è il migliore nei mestieri servili".

La versione bluray è scarna, ma apprezzabile, così anche il fullHD ed il lavoro sull'audio.

Film non certo per tutti, ma per coloro che hanno voglia di conoscere un pezzo di Storia Recente spesso dimenticato.