Dark Master ha scritto una recensione su Prey
And now it’s time to beat the mind game
Di solito, è raro che io mi prenda il tempo di scrivere una recensione. So che se lo facessi mi ci impegnerei e impiegherei molto tempo per scriverla al meglio, ma spesso penso che lo sforzo andrebbe sprecato, perché in molti casi altri utenti hanno già espresso dei buoni pareri ed io finirei soltanto per ripetere le stesse cose. Nel caso di Prey sento invece un forte bisogno di scrivere un parere approfondito per due motivi: è stato una delle sorprese più grandi del 2017, ed è probabilmente il miglior gioco degli ultimi anni a passare immeritatamente inosservato.
Partiamo dal principio. Come (spero) tutti sanno questo Prey eredita il nome dall’omonimo FPS del 2006 sviluppato da Human Head Studios (ex Raven Software) e prodotto da 3D Realms. È importante capire che il nome è l’unica cosa ereditata da Prey 2017, che si presenta a tutti gli effetti come un reboot con premesse e sviluppi totalmente differenti dal gioco originale. Per iniziare, non si parla più di FPS ma di un Action-Rpg in prima persona; anzi, se vogliamo essere ancora più specifici Prey rientra a tutti gli effetti tra gli Immersive Sim, tipologia di giochi rappresentata da classici come Deus Ex e System Shock. A testimonianza di ciò Prey presenta una struttura di gioco aperta, che permette al giocatore di esplorare gli ambienti di gioco seguendo la propria curiosità, seppur indicando sempre l’obiettivo corrente per evitare quella sensazione di smarrimento tanto odiata dal videogiocatore moderno - sensazione che a parer mio avrebbe solo amplificato la già riuscitissima atmosfera del gioco. Già da queste premesse si può capire come l’esperienza targata Arkane Studios sia diametralmente opposta a quella del Prey originale.
Prey pone al primo posto l’immersione del giocatore. Non parlo però di immersione come elemento “volatile”, quasi inspiegabile, come spesso vedo fare in giro: l’immersione offerta da Prey è il risultato di un’amalgama di fattori tangibili, che riguardano il gameplay, la grafica, il sonoro, la costruzione del mondo di gioco e molto altro. In primo luogo, la visuale in prima persona non è MAI sacrificata o messa da parte per fare spazio alla narrazione degli eventi. Il giocatore vive in tempo reale, e in prima persona, qualsiasi evento del gioco. La “divisione" tra gameplay e cutscene semplicemente non esiste; inoltre, le fasi “narrative” sono davvero poche, cosa che permette al giocatore di scoprire i vari eventi del gioco esplorando, ascoltando e leggendo i vari file di log, o semplicemente traendo conclusioni in base al contesto in cui si trova. Prey non considera il giocatore un bebè da imboccare con la pappa pronta; piuttosto, è il giocatore che deve guadagnarsi informazioni, risorse e progressi tramite le proprie azioni nel gioco.
Parlando di “azioni nel gioco”, passiamo al punto forte di Prey: un gameplay estremamente solido e coerente con sé stesso e con il mondo di gioco. Tutto si basa fortemente sull’esplorazione e l’interazione con l’ambiente che circonda il giocatore. Come da tradizione per gli Immersive Sim, tantissimi elementi dell’ambiente possono essere manipolati dal giocatore: possiamo spostare, afferrare e lanciare oggetti di varia natura, rompere vetrate, bloccare porte, dare o togliere energia elettrica a interi complessi tramite dei generatori, e molto altro. Qualsiasi elemento del gioco, un po’ come succede in Zelda BOTW, è governato dalla stessa fisica. Ciò vuol dire che gli eventi scriptati sono praticamente inesistenti, rendendo tutta l’esperienza di gioco estremamente credibile e naturale. Se potete aprire una porta premendo il pulsante che si trova lì vicino, state sicuri che si aprirà anche colpendo il pulsante con un oggetto lanciato da lontano. Alla luce di tutto ciò Talos I, la stazione spaziale in cui si svolgono gli eventi del gioco, si può quasi considerare la vera protagonista del gioco.
Morgan, il nostro alter ego, non è un soldato, anzi: è uno scienziato che si è sottoposto a svariati esperimenti neurologici, ha perso la memoria, e si ritrova ad affrontare un’intera stazione spaziale invasa da esseri alieni dei quali non conosce nulla. Anche in questo caso il gameplay rimane coerente alle premesse del gioco: non avremo infatti la mobilità o la padronanza delle armi di un Doomguy, senza contare che le risorse a nostra disposizione saranno limitate. Ne deriva che il giocatore avrà bisogno di affrontare le situazioni che gli si presenteranno con la giusta dose di cervello, ed è qui che il gioco brilla: nell’offrire al giocatore una varietà di approcci incredibile. Grazie alla già citata interazione con l’ambiente e ad un level design studiato nei minimi dettagli, avremo sempre a disposizione mille modi di affrontare i nemici. Potremo evitarli attraverso percorsi secondari, affrontarli sfruttando posizioni di vantaggio, rinchiuderli in una stanza bloccando le porte, attirarli in un luogo per poi svicolare in silenzio e molto altro, in base a quali potenziamenti avremo scelto. Prey è una fonte costante di stimoli per il giocatore, non mi sono mai ritrovato ad affrontare una situazione come “automatismo”, ma sempre a ricercare la maniera migliore o più divertente che mi venisse in mente.
Anche la gestione dei potenziamenti si rivela intelligente e curata: in Prey non basterà ripetere azioni per guadagnare punti esperienza. Piuttosto, i potenziamenti devono essere acquisiti tramite le Neuromod, oggetti speciali che ci permetteranno di cambiare radicalmente le abilità del nostro personaggio, e che troveremo nel corso del gioco o potremo creare impiegando la giusta dose di risorse. Mentre scrivo, mi rendo conto di come nel parlare di Prey un argomento porti naturalmente all’altro, proprio per via di quanto tutti gli elementi siano integrati alla perfezione nel gioco, con il fine ultimo di favorire l’esplorazione. Siamo giunti infatti a parlare del sistema di risorse; ogni oggetto raccoglibile in Prey può essere “riciclato” tramite appositi macchinari, e tramutato in materiali di vario tipo (sintetico, minerale, biologico, esotico) che serviranno a creare risorse più utili come munizioni, granate, o le stesse Neuromod. Questo crea un aspetto di gestione delle risorse che approfondisce ulteriormente l’esperienza di gioco. Varrà la pena impiegare queste risorse per delle munizioni piuttosto che per una Neuromod che permetterà di potenziare il personaggio? Il meccanismo di esplorazione di Prey si autoalimenta in questo modo: esplorazione - ritrovamento di risorse per la creazione di strumenti utili - creazione degli stessi per continuare ad esplorare nuove aree. Tutto ciò all’interno di un ambiente di gioco dal level design sopraffino, pieno di percorsi e zone interessanti da scoprire che si collegano tra di loro in mille modi. La stazione di Talos I è costruita talmente bene al punto da farmi credere che Prey funzionerebbe come gioco anche senza la quest line principale.
Parlando di quest’ultima, devo dire che offre diversi spunti interessanti, alcuni dei quali mi sono molto vicini, ma si presentano tardissimo nella storia quindi eviterò di parlarne. D’altronde il bello di Prey è proprio scoprire in prima persona ciò che il gioco ha da offrire in tutti i suoi comparti. In ogni caso preparatevi a dilemmi morali ed esistenzialismo, con vari spunti sulla figura dell’essere umano, abituata come sempre a considerarsi il centro di tutto. Piccola parentesi sulle scelte morali, affrontate dal gioco in maniera matura ed elegante, senza indicatori di sorta o un sistema di karma. Ennesima testimonianza del fatto che Prey, come dicevo, non considera il giocatore un bambino e non deve dargli conferma di essere stato buono o cattivo. Il giocatore, come per il resto del gioco, deve trarre le proprie conclusioni. Segnalo anche delle quest secondarie in generale carine ed interessanti, che portano spesso a dilemmi e scelte morali come quelle sopracitate, oltre ad approfondire il contesto del gioco.
Graficamente parlando il gioco si difende benissimo, presentando modelli e texture dettagliati, ma soprattutto funzionali allo stile estetico adottato per il gioco. Talos I è modellata magistralmente, e potremo ammirarla sia dall’interno che dall’esterno, constatando come sia davvero stata costruita come un “simbolo della grandezza e della potenza dell’uomo”. L’atmosfera è riuscitissima, complice anche l’ottimo comparto sonoro ed una colonna sonora non intrusiva ma sempre presente, che sottolinea i momenti più importanti del gioco con melodie più “classiche”, e affidandosi invece a tappeti e texture sonore più statiche durante l’esplorazione.
Se dovessi trovare dei difetti, direi che Prey soffre di una carenza di varietà in ambito di nemici. Purtroppo non sono presenti molte tipologie diverse di Typhon (gli alieni che ci ritroveremo ad affrontare), ma da un certo punto in poi il gioco si affida principalmente ad una tipologia di nemico ed a sue piccole varianti. Avrei gradito una varietà maggiore, ma fortunatamente il gioco non risulta ripetitivo grazie alle enormi possibilità di approccio derivate dal level design e dalla fisica di gioco. Un altro difetto, che però considero molto più piccolo di quello appena citato, sta nel cosiddetto “pacing” del gioco, o meglio nella parte finale. In breve, direi che il gioco non riesce ad avere un climax soddisfacente alla fine della quest principale. Nonostante questo, devo dire che il finale mi è piaciuto.
In definitiva, Prey è una perla purtroppo sottovalutata, che mi sento di consigliare a chiunque ami i buoni videogiochi. In special modo, chi come me ama l’esplorazione ed un level design articolato e intelligente, troverà in Prey molte fonti di divertimento e soddisfazione. Personalmente Prey è un gioco che ha colpito tutti i miei punti deboli: una fantascienza verosimile e curata in tutti i suoi aspetti, un gameplay solidissimo e coerente, un level design certosino con un focus sull’esplorazione. Aspetto con ansia il sequel.
Voto assegnato da Dark Master
Media utenti: 8.8 · Recensioni della critica: 8.7
HurryCaine
Ottima recensione che condivido..
palkia34
Ho scritto anche io una recensione, solo un pò più lunga
http://rysegames.forumfree.it/?t=7502188 …
Dark Master
ok?