Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Eneas condivide alcuni suoi interventi solo con i suoi amici. Se vuoi conoscere Eneas, aggiungilo agli amici adesso.

Eneas

ha scritto una recensione su Far Cry 3

Cover Far Cry 3 per Xbox 360

La vera follia sarebbe stata... continuarlo.

Lo ammetto, il voto è provocatorio e sono riuscito ad arrivare a metà gioco circa; nonostante la prima ora sia stata decisamente entusiasmante, per il resto la noia mi ha assalito. Ma andiamo con ordine:

Trama
La storyline si mantiene su livelli standard, un gruppo di amici in vacanza nel Sud Est asiatico viene rapito da una banda di pirati su di un gruppo di isole sconvolto da una guerra civile. Come detto all'inizio, i primi minuti di gioco mantengono un certo spessore, ma presto si cade nel già visto, per non dire banale. Personaggio principale privo di carisma, per non parlare dei suoi compagni di viaggio che dovremo liberare, l'unico personaggio ben caratterizzato è l'antagonista: Vaas.

Aspetto tecnico:
Graficamente ineccepibile, il gioco è ambientato su di un'isola la cui vastità è tanto apprezzabile quanto inutile; ambienti ben caratterizzati, per carità, ma a cui ci si fa presto l'abitudine. A mio parere gli spazi non sono stati per niente ben sfruttati come avrebbero potuto.
Le missioni di gioco si presentano tutte abbastanza ripetitive e a lungo andare ci si rende conto come alcune siano addirittura state piazzate per il puro gusto di allungare il brodo; tentativo davvero mal riuscito.
IA dei nemici scarsa, difficoltà praticamente assente e le palle sono letteralmente crollate nel momento in cui delle leve da spingere si illuminano di una luce gialla, come a dire: non era abbastanza chiaro che erano da premere?
A ciò si sono aggiunti alcuni fastidiosi bug e sistema di salvataggio che mi ha dato non pochi problemi.
Insomma, un'esperienza da dimenticare.
Menzione d'onore alla colonna sonora

Eneas
Cover Broken Sword 5: The Serpent's Curse per PC

Squadra vincente, non si cambia!

Probabilmente, gli sviluppatori della Revolution avrebbero dovuto tenere a mente questo detto, prima di intraprendere lo sviluppo dei due capitoli precedenti della serie. Dimenticato un quarto capitolo ingiocabile e irrispettoso, Broken Sword torna in grande stile con questo quinto capitolo, finanziato e fortemente voluto dai fan, ripagati con un titolo che rende onore al passato e alle meccaniche di gioco che hanno segnato un'epoca per le avventure grafiche

Trama:
Questa serie ha anticipato di gran lunga i romanzi alla "Codice Da Vinci", ne "Il mistero dei Templari" troviamo molti degli elementi che caratterizzeranno il suddetto romanzo, ebbene, questi elementi tornano ben amalgamati in questo capitolo.
Dopo un flashback ambientato in Catalogna, ci ritroviamo catapultati in una Parigi che, quasi sempre, ha segnato la tappa d'inizio delle avventure del duo vincente (almeno fino a BSIII) di George e Nico. I due si rincontrano casualmente in una mostra di quadri assicurati dalla compagnia per cui lavora George. Tuttavia, come sempre, infausto è il momento in cui i due si incontrano, dato che ci scappa quasi sempre il morto. Manco il tempo di scambiarsi quattro chiacchere che, nella mostra, irrompe un ladro interessato ad un misterioso, quanto affascinante, quadro degli anni '30. Nella confusione, il gallerista rimane ucciso nel tentativo di fermare il ladro ed è da qui che inizia un'avventura che mantiene inalterato lo stile a cui Broken Sword ci ha abituati.

Aspetti tecinici:
Graficamente impeccabile, disegni realizzati magistralmente e location dettagliatissime, i personaggi si muovono in un mondo che non finisce mai di perdere il suo fascino. L'interazione con l'ambiente circostante è sempre legata all'esplorazione e alla risoluzione di enigmi che, sopratutto nella seconda parte, faranno bene il loro lavoro, accentuando quel senso di difficoltà a cui ci ha abituati la serie.

Conclusioni:
Broken Sword: La maledizione del serpente, a mio modesto parere, si colloca al secondo posto come miglior capitolo della saga; una trama ben congeniata, difficoltà nella norma, sonoro e ironia dei personaggi tipici della serie ne fanno un must da avere per gli appassionati di avventure grafiche. Certamente, ci sono difetti legati a una caratterizzazione dei personaggi appena sufficiente, in alcuni casi, un doppiaggio non all'altezza di un genere che si basa prima di tutto sui dialoghi, oltre che all'esplorazione. Grande assente, in tal senso è Elda Olivieri, storica voce di Nico. Menzione d'onore alla cover di questo capitolo, una delle migliori mai viste, oltre che sicuramente la più bella della serie.

Eneas

ha scritto una recensione su Hitman

Cover Hitman per Xbox One

Il nuovo capitolo legato al pelato più famoso dei videogiochi, si mantiene abbastanza fedele ai predecessori.
Aspettatevi qualche miglioria ma, nell'essenziale, i pilastri si sono mantenuti ben saldi, nonostante l'età del brand.
Ambientato ad un anno di distanza da Absolution, ci troveremo davanti a un capitolo strutturato come una serie televisiva, tentativo già fatto nel mondo dei videogiochi e che dimostra quanto sta storia delle serie tv "ci stia sfuggendo di mano".
Questo nuovo capitolo, anzi "stagione", è strutturato in 6 capitoli in cui la longevità è legata essenzialmente alle modalità (infinite) in cui decideremo di finire la missione, sfruttando ambienti, vestiti e opportunità che ci ritroveremo davanti; segnalo che, tuttavia, ci troveremo davanti all'Hitman meno longevo della serie.
Da sfondo a tutto ciò, il marchio di fabbrica della serie la fa da padrone, parlo delle atmosfere del gioco, sempre ben calibrate e realizzate come in ogni Hitman che si rispetti; come la colonna sonora, mai invasiva e sempre azzeccata.
Non ho molto da dire sull'aspetto grafico, ma probabilmente si poteva osare di più nell'attuale generazione... ma non è un aspetto centrale.
Centrale, ma con questa serie ci ho fatto l'abitudine, è la resa narrativa di una trama che trovo realizzata sempre in maniera approssimativa e confusionaria... impressione che ho dai tempi di Contracts. Ma potrebbe essere solo una mia impressione e, comunque, anche ciò sembra essere una caratteristica di una serie che, nonostante l'età, mantiene sempre freschi tutti gli elementi che l'hanno resa famosa

Eneas

ha scritto una recensione su Life is Strange

Cover Life is Strange per Xbox One

Era almeno un anno che non giocavo ad un titolo così coinvolgente.
Life is Strange si inserisce in quel filone di titoli ben rappresentato da Heavy Rain, avventura interattiva con la possibilità di poter scegliere e intervenire direttamente sulla trama.
Senz'altro questa possibilità è presente ormai in moltissimi titoli, prima di tutto quelli targati Bioware, tuttavia in questo titolo (come nel prima citato HR) la parte da padrone spetta alla trama e l'esplorazione degli ambienti di gioco; ponendo il gioco, più o meno, nel genere delle avventure grafiche.
Nel corso del gioco potremo trovare numerosi omaggi a telefilm, videogiochi e film, che faranno estremamente piacere ai fan di una qualunque delle opere che verranno menzionate... personalmente ho potuto constare che la maggior parte di queste fanno riferimento alla serie di Twin Peaks, che ha senz'altro ispirato gli sviluppatori.
Molto è stato detto sugli influssi di questo titolo sui videogiocatori, un gioco che cattura l'anima toccandone le corde più profonde. Ebbene vedrò, con immensa difficoltà, di descrivere un'opera così complessa.

Trama:
Maxine Caulfield è un adolescente che frequenta una prestigiosa scuola per aspiranti artisti e fotografi ad Arcadia Bay, sua cittadina natia, dove ritorna dopo un lungo periodo, appunto per frequentare l'istituto.
La trama prende il via già ad anno scolastico iniziato, ma nel suo diario possiamo leggere come la speranza, la voglia di instaurare nuove amicizie, di confrontarsi e di aprirsi nei confronti di un mondo che, sembra averla ferita, siano difficili fin dall'inizio. Un ambiente complesso quello della Blackwel Academy, così come è complessa l'adolescenza di ognuno di noi, fatta di incomprensioni, difficoltà a fidarsi delle proprie capacità e degli altri, paura di essere feriti, di insicurezze e di nevrosi che non manchiamo, a volte, di scaricare sugli altri.
Max dovrà infatti constatare come è difficile relazionarsi con i suoi compagni, non solo per una sua difficoltà, ma anche per il carattere dei suoi compagni, afflitti da quelle problematiche che, bene o male o descritto prima, spaccato dell'attuale società.
Tutto ciò avrà le sue conseguenze nel corso della trama, trama che prende il via durante una lezione di ottobre, quando Max, dopo la lezione di fotografia, nel tentativo di sventare una sparatoria che vede coinvolti due ragazzi, scopre di avere il potere di riavvolgere il tempo, in un modo che nemmeno il Principe di Persia...
Da questo momento, Max si troverà coinvolta in una vicenda più grande di lei, non solo per il potere che dovrà (e dovremo insieme a lei) gestire, ma anche per i misteri e le vicende che avvolgono la Blackwel Academy e Arcadia Bay. Certamente c'è un fil rouge che tiene legata una trama che potremmo "etichettare" come un Thriller, ma a far da contorno a ciò c'è un mondo, c'è la vita di una persona e tutto ciò che ci circonda. E sarà con tutto ciò che avremo a che fare, compiendo scelte non sempre semplici, pentircene, tornare indietro nel tempo, ripentircene e così via...

Aspetto tecnico e grafico.
Come già detto, si tratta di una avventura interattiva, quindi aspettiamoci lunghi dialoghi e la possibilità di compiere le nostre scelte.
Queste non rimarranno limitate alle fasi "dialogo", ma anche quando dovremo interagire con il mondo circostante, fotografando o cercando quegli indizi che risulteranno fondamentali per risolvere il caso (anzi i casi) che hanno lacerato Arcadia Bay negli ultimi mesi.
Graficamente ci attestiamo su livelli old gen, con ambientazioni ben caratterizzate, anche se non mancano diversi bug che, nel complesso, non limitano l'esperienza di gioco.
Menzione speciale alla colonna sonora e alle canzoni scelte... tutte perfettamente azzeccate, ciò ci permette di immergerci perfettamente nell'ambiente.

Conclusioni:
Perdonatemi se non sono riuscito a restituire doverosamente ciò che questo titolo è riuscito a darmi.
Life is Strange è uno di quei videogiochi capaci di lasciare il segno per molto tempo nel cuore e nella mente dei giocatori. Certamente, non è un gioco esente da difetti, ma è un gioco capace di rendere anche quelli parte integrante di un meccanismo in cui la perfezione è l'imperfezione. Quella della nostra vita, di ciò che ci circonda, delle nostre scelte, della nostra identità che, vogliamo o non vogliamo, subisce l'influsso del tempo.
Saranno questi alcuni elementi che permetteranno a Max di crescere, di maturare e di affrontare la vita.
Life is Strange ci permette, immergendoci nella quotidianità, di cogliere l'importanza delle nostre scelte e di riflettere, prima di compierle.
Riflessione, forse è una delle parole chiave di questo titolo, riflessione sul rapporto uomo-ambiente, sull'amore, sull'amicizia, sul tempo, su noi stessi e sul nostro rapporto con l'altro.
Il gioco è in generale consigliato a tutti, certamente non potrà piacere a tutti... chi lo troverà eccessivamente ridondante (come questa recensione, probabilmente) e chi estremamente coinvolgente, ma certamente su una cosa tutti concorderanno: la vita è strana...

Non ci sono interventi da mostrare 😔