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FedeChief

ha scritto una recensione su Halo 2

Cover Halo 2 per Xbox

Pursuit of Truth

Dopo il successo del primo episodio viene quasi da se produrne un seguito.
Se lo sviluppo del primo Halo, come scritto nella recensione precedente, è stato travagliato non è stato nulla a confronto di quello di Halo 2.
Alex Seropian ha lasciato la compagnia, il suo membro fondatore non riusciva più a gestire i ritmi di sviluppo di titoli così grandi e decise di abbandonare Bungie, ora in mano al solo Jason Jones.
Seropian, forse, ci aveva visto lungo dati gli anni che il resto del team avrebbe dovuto affrontare.

L’idea alla base di Halo 2 era di realizzare un seguito più grande, con più elementi sandbox e una storia decisamente più intrigante e conclusiva dell’intera serie.
Col senno di poi sappiamo che alcuni di questi obiettivi son stati di certo raggiunti, ma altri son rimasti nello “scantinato di Bungie”.
Lo sviluppo partì bene, la base delle loro idee stava prendendo forma: nuovi veicoli, nuove armi, nuovi nemici e tanto altro stavano venendo realizzati, ma l’E3 si stava avvicinando.
A differenze della percezione che ne abbiamo oggi, nel 2003 mostrare il proprio gioco in quel’occasione poteva fare una reale differenza ed i ragazzi di Bungie si misero al lavoro per realizzare una demo che mostrasse i loro piani.
La demo, ancora visibile oggi, rappresentava un enorme zona di gioco all’interno di una città con tanti veicoli, la possibilità di prendere il controllo di uno di questi mentre in movimento ed in generale era tutto molto spettacolare, di conseguenza la presentazione fece faville… ma Bungie sapeva bene cosa aveva mostrato, un guscio vuoto.
Ebbene quella famosa demo era tenuta insieme con il nastro adesivo, anche se giocata live dallo stesso Joseph Staten (director delle cinematiche), bastava andare leggermente fuori dal percorso pre-impostato per far collassare l’intera demo.
Mancava un anno e mezzo al lancio e il gioco, tranne per qualche base, ancora non esisteva.

Bungie realizzò il primo festival estivo prima del crunch, una tradizione che si sarebbe poi sviluppata negli anni, tutto questo con l’idea di “vediamo il sole oggi per l’ultima volta, prima di chiuderci dentro mesi”, e così fu.
Venne cambiato completamente engine, la prima xbox non riusciva a reggere alcune delle features implementate in quello precedente e furono tagliati molti livelli tra cui l’intero arco finale che poi sarebbe stato destinato a diventare Halo 3.
Per quanto, comunque, tante cose furono cambiate, l’idea originale era rimasta molto, ma molto simile ed, anzi, certi di questi cambiamenti han portato a forse ad alcuni dei momenti più memorabili dell’intera serie.
Per fare un esempio semplice: “Stazione Il Cairo”, il primo livello giocabile di Halo 2, doveva essere molto diverso e con un finale differente. Ormai chiunque abbia giocato il gioco ha presente il lancio finale con la bomba e The Last Spartan in sottofondo, ma in origine tutto questo non esisteva, nei piani iniziali ci sarebbe dovuto essere un livello aggiuntivo all’interno della nave covenant vittima di quella cutscene definitiva.
Ad oggi verrebbe strano pensare ad Halo 2 senza quella scena eppure fu frutto di un riarrangiamento magistrale da parte del team delle cinematiche.

I livelli di Halo 2, proprio per tutti i motivi citati in precedenza, sono generalmente più stretti rispetto a quelli di Combat Evolved, è un gioco molto più claustrofobico e con qualche sezione più lenta e spoglia rispetto al suo predecessore.
Proprio per questa natura più lineare il team decide di abbandonare i kit medici e concentrarsi solo sullo scudo come funzione della salute, perché la ricerca di un kit nelle ambientazioni proposte sarebbe risultata troppo semplice e senza nessuna vera aggiunta al gameplay, ma anzi avrebbe reso molto artificiale il loro ottenimento, questa scelta porterà poi alla nascita di tanti fps con la salute auto-ricaricante, una tecnica fin troppo abusata e che solo recentemente stiamo abbandonando.
Tutti i problemi non fanno di certo mancare buoni livelli o ottimi come: Metropolis, L’Eretico, Delta Halo, Icona Sacra, Il Grande Viaggio ed altri.
Provarono anche ad inserire delle boss fight, che però non sono riusciti a “pulire” molto bene ed infatti sono molto semplici nelle meccaniche, ma funzionali, molto meglio così che sostituire il tutto con una cutscene od un semplice QTE.
La difficoltà Leggendaria di questo gioco è notoriamente la più difficile e frustrante dell’intera saga, offre sicuramente un buon livello di sfida, ma con vari nemici che oneshottano e una salute incredibilmente bassa ogni passo deve essere calcolato. Neanche la co-op (già presente nel primo gioco) non aiuta, dato che a differenza di tutti gli altri giochi e di tutti gli altri livelli di difficoltà non esiste respawn, al primo dei due amici che muore entrambi vengono resettati all’ultimo checkpoint.

La storia pur modificata riesce comunque ad affermarsi la più ricca della trilogia originale con una introduzione più approfondita al funzionamento del Covenant e tanti piccoli dettagli che accrescono ancora di più la profondità dell’universo della serie, anche se con il taglio dell’atto finale il tutto si concluderà con un grosso cliffhanger, cliffhanger che darà poi vita allo slogan principale di Halo 3: “Finish the Fight”.

Due degli aspetti che hanno risentito di meno dei vari problemi di sviluppo sono le musiche e il comparto multiplayer.
Le musiche di O’Donnell e Salvatori si dimostrano come sempre eccezionali, questa volta aiutati anche da qualche musicista esterno come Steve Vai (di cui la sessione in studio è possibile da trovare su youtube sul canale personale di Marty O’Donnell), i Breaking Benjamin, gli Incubus ed altri.
Il risultato finale è una colonna sonora ancora più varia e grande di quella precedente, tra le più amate dai fan.

Il comparto multiplayer fu la vera anima di Halo 2, grazie al lancio di una piattaforma che avrebbe segnato la storia del gaming online su console: Xbox Live.
Se Combat Evolved è stato il gioco che ha trainato le vendite dell’hardware, Halo 2 è stato sicuramente il gioco a rendere popolare il Live.
Xbox Live era un servizio che fondava le radici dall’idea iniziale avuta da Sega con il suo Dreamcast, ma era un servizio decisamente più avanzato con lista amici, messaggistica e chat in game, nessuno in sesta generazione riusciva ad avvicinarsi ed Halo 2 sfruttò appieno tutte le potenzialità.
Il gioco, tra lo scetticismo dei vari giocatori, eliminò il concetto di ricerca server in favore di qualcosa di nuovo, più veloce ed immediato: il matchmaking.
L’introduzione del matchmaking al pubblico non fu subito recepita benissimo, ma col passare del tempo la comodità di poter invitare un amico nella lobby e cercare la partita insieme venne sempre di più apprezzata finendo per diventare lo standard per tantissimi giochi ancora oggi.
Il multiplayer era carico di contenuti, e come se non bastassero venne pure rilasciata un’espansione fisica con l’aggiunta di 9 mappe e tutti gli update del gioco usciti fino a quel momento, per chi non avesse accesso alla rete internet.
Tra le mappe migliori di Halo 2, diventate classici presenti in tanti titoli successivi troviamo: Sanctuary, Lockout, Ascension, Midship e Zanzibar.
Al giorno d’oggi avventurarsi nel multiplayer di Halo 2 come “nuovi giocatori” tramite MCC o Project Cartographer può risultare un po’ ostico per lo skill-gap che il gioco ha a differenza di tutti gli altri capitoli nella serie, la presenza di molte button combo precise precludono l’avvicinamento ai giocatori più casual perché chi riesce a imparare e padroneggiare bene alcune tecniche ha dei vantaggi decisamente più grandi rispetto anche ad un qualsiasi giocatore esperto che conosce bene il layout della mappa.
Se escludiamo questo fattore dettato dalle abilità personali, la sua semplicità lo rende uno dei multiplayer più bilanciati della serie.

In conclusione: Ci troviamo davanti ad un titolo ambizioso che solo in parte porta a termine quello che aveva promesso.
Il risultato finale rimane comunque solido e molto divertente anche se con qualche basso e rattoppo.
Il comparto online è uno dei più importanti della sua generazione e la sua importanza riecheggierà nella generazione successiva

8.5

Voto assegnato da FedeChief
Media utenti: 9.1