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FedeChief

ha scritto una recensione su Halo 5: Guardians

Cover Halo 5: Guardians per Xbox One

Just Dust and Echoes

Dopo un non proprio globalmente apprezzato Halo 4 ed il lancio sconclusionato della Master Chief Collection con Halo 5 343 Industries aveva l’occasione di redimere la sua figura, di dimostrare che era riuscita ad entrare meglio nelle meccaniche della serie e dimostrare di aver trovato una direzione stabile.

Partiamo dal fatto che dal punto di vista dell’universo espanso con Halo 5 la software house ha affrontato un percorso simile a quello visto in Halo 4.
Una valanga di media o cose aggiuntive da conoscere, questa volta raggruppate anche in una infografica ufficiale per “non confondere” gli utenti, solo che per quanto necessarie lo sono molto meno di quelle di Halo 4, ma per i motivi sbagliati.
Halo 4 aveva due serie di trilogie che esploravano due rami sull’universo di Halo completamente distanti tra loro e servivano per avere delle fondamenta sui propri nemici, ed entrambe le trilogie, per quanto lunghe, sono abbastanza ben realizzate.
Halo 5 invece fa le cose un po’ diverse, dato che con i suoi media aggiuntivi non vanno a mettere le basi per qualcosa di già conosciuto, ma introducono solo i personaggi nuovi presenti del gioco, ed in molti casi lo fa anche male.
Questo cosa comporta? Comporta che se NON hai recuperato i media ti ritrovi con dei personaggi di cui non sai niente, che ti vengono sbattuti in faccia e che durante l’arco del gioco non maturano nessun tipo di personalità particolare.
Se invece hai fatto i compiti avrai la vaga idea di chi stai usando mentre giochi, ma la personalità di questi individui non si manifesta ed alla fine rimani con le poche nozioni che hai appreso dai romanzi della serie con il gioco completamente passivo a riguardo.

Per chi fosse interessato le informazioni per Halo 5 le possiamo trovare:
- Nella Master Chief Collection
- Nelle Spartan Ops di Halo 4
- Nel fumetto “Halo Escalation”
- Nel romanzo “Hunters in the Dark”
- Nel romanzo “New Blood”
- Nella serie live-action “Nightfall”
- Nella serie animata “The Fall of Reach”
- Nel romanzo “Last Light”
- Nel podcast “Hunt the Truth”

Ognuno di questi media fornisce micro informazioni su Halo 5, ed alcuni di questi le forniscono pure errate, come tutto il podcast Hunt the Truth che si basa esclusivamente su una enorme bugia che è stata la campagna promozionale del gioco.
Una delle peggiori e più fuorvianti operazioni pubblicitarie che abbia mai visto all’interno del media.
Tolto di torno il background di Halo 5 la trama e gli avvenimenti del gioco sono incredibilmente scarsi e deboli, metà del gioco è passato esclusivamente a raccogliere informazioni per allungare artificialmente il brodo di una trama che si sarebbe potuta concludere in 3 missioni.
Conclusione che comunque non arriverà mai dato l’enorme cliffhanger alla fine del gioco.
Non mi dilungo eccessivamente sui dettagli per non rischiare di rovinare a chi deve ancora giocarlo quel poco che offre.

Per quanto riguarda il gameplay ci troviamo davanti a qualcosa di nettamente migliore rispetto al 4.
Halo 4 faceva troppo affidamento su aspetti passati della saga, senza realizzarli come nei vecchi capitoli, invece Halo 5 matura una struttura di level design decisamente più proprietaria.
Pur rimanendo lineare, le mappe di gioco hanno approcci differenti grazie anche al nuovo sistema di movimento avanzato dello spartan dotato di vari propulsori che gli permettono di rimanere sospeso in aria, schiantarsi al suolo, colpire con forza oggetti o nemici e schivare velocemente.
Non è un level design che richiama enormemente lo spirito originale della serie, ma nel contesto del gioco funziona bene se non in qualche punto dove risulta un po’ troppo scontato o ripetitivo.
Anche i nemici ed alcune armi han ricevuto dei buoni cambiamenti rendendo più unica la loro presenza all’interno del gioco.

Il lato multiplayer arena introduce anche lui tutte queste nuove abilità che svecchiano un po’ il tipo di combattimento che si era visto in passato, ma non riuscendoci al 100%
I nuovi movimenti ed abilità spostano l’ago della bilancia tutto dalla loro parte ed il map design, per quanto buono, asseconda fin troppo il loro utilizzo finendo per creare delle mappe anche troppo grandi e paradossalmente più lente da navigare che in passato.
La funzione di iron sight, invece, mescola un po’ troppo i ruoli di alcune armi che grazie al magnetismo dei proiettili diventano dei sostituti di altre opacizzando delle distinzioni palesi in un sandbox abbastanza collaudato.
Tutto sommato rimane una buona esperienza da giocare con varie mappe e modalità guadagnate nel tempo, infatti al dayone Halo 5 era l’Halo con meno contenuti riguardanti il multiplayer.

Una nuova modalità introdotta è Warzone che inizialmente andava a sostituire il posto occupato in passato dalla Sparatoria e dalle Spartan Ops.
Si trattava di una modalità pve/pvp con meccaniche interessanti a cui poi in futuro è stata accoppiata anche la nuova versione della classica Sparatoria esclusivamente pve.
Il problema di questa modalità risiede tutto nella monetizzazione, infatti Warzone è il fulcro del sistema di loot box introdotto nel gioco.
Aprire i “pacchetti REQ” garantisce varianti di armi e varianti di veicoli decisamente più potenti di quelli base utilizzabili in partita come consumabili ad ogni respawn.
Fino a che rimaniamo nell’ambito pve il problema è minore, ma quando si parla di partite pvp avere qualcuno con una buona riserva di risorse può determinare la vittoria.
Peccato, una modalità promettente rovinata da un trend schifoso.

Non disponibile al dayone, ma con un grosso aggiornamento successivo venne aggiunta anche la modalità Fucina ed è valsa la pena aspettare.
Halo 5 ha la miglior fucina dell’intera saga (capitoli futuri non presi in considerazione) grazie ad una varietà di canvas e skybox enorme, una quantità di pezzi utilizzabili mai visti prima, possibilità maggiori di scripting e l’introduzione della gestione delle texture e delle forme del terreno.
Non si sono mai viste mappe dettagliate come quelle di Halo 5, anche le partite personalizzate grazie agli script e alle nuove funzioni passano al livello successivo.
La bellezza di poter poi aprire un proprio server ricercabile tramite browser permette per la prima volta di giocare anche con sconosciuti alle proprie mappe senza dover per forza radunare amici o essere qualcuno di famoso.
Halo 5 è una miniera d’oro per la creatività della community.
343 Industries stessa ha sfruttato questo a suo vantaggio incorporando spesso mappe della comunità nella rotazione generale del matchmaking.

La personalizzazione del personaggio in Halo 5 fa un enorme passo indietro, lo Spartan infatti è personalizzabile solo in “blocchi” e non più nei dettagli come avveniva con Reach.
Oltretutto molti dei pezzi sbloccabili si assomigliano tra loro e tutti quanti sono sbloccabili esclusivamente tramite le loot box già nominate per quanto riguardava Warzone.
Forse più che nella narrazione questo è il punto in cui Halo 5 perde di più rispetto ai capitoli precedenti.

In Conclusione: Halo 5 non è assolutamente un brutto gioco, anzi sul suo lato social ha dei pregi non da poco, ma per colpa di una direzione sconclusionata all’interno di 343 Industries il gioco non riesce a trovare una vera e propria idea, correggendo quasi tutti gli errori di Halo 4, ma andando a cambiare anche le cose che Halo 4 faceva abbastanza bene rendendole peggiori e visibilmente scollegate dal capitolo precedente.
Fortunatamente tutte le atre sue buone qualità riescono comunque a renderlo un prodotto più solido e rotondo rispetto al predecessore.