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il fuoco

ha scritto una recensione su Kingdom Hearts Re:Coded

Cover Kingdom Hearts Re:Coded per DS

Coded nasce come gioco per cellulari in 8 episodi, rilasciati fra il 2008 e il 2010 esclusivamente in Giappone. Il remake per DS vuole trasformare quello che è un giochino dimenticabile in un vero e proprio Kingdom Hearts classico, lavorando sulla base di Birth by Sleep ed introducendo diverse novità per compensare una storia mediocre con un gameplay accattivante.

Perché sì, la storia è piuttosto mediocre. Ci sono dei bug nel grillario e per sistemarli viene creato un Sora virtuale, che dovrà quindi rivisitare 6 dei mondi del primo capitolo. Un incipit simile a quello di Chain of Memories, che quindi fa già intendere che le cose non saranno così semplici. Ma se grazie all'Organizzazione XIII la trama di Chain of Memories prendeva una piega interessante qui si va nel nonsense totale, forse perché trattandosi del "cybermondo" ci si può permettere di fare qualsiasi stronzata senza intaccare la storia principale. In questo senso è l'unico "spin off" della serie (...A parte V Cast), anche se ci sono dei riferimenti in Dream Drop Distance. A volte riesce anche a colpire con rivelazioni assurde, ma da un certo punto in poi si va avanti solo per capire dove va a parare il gioco.
Non capisco perché riciclare di nuovo il materiale del primo capitolo dopo Chain of Memories, che ha ricevuto anche un remake. Magari si potevano usare i mondi del II, un altro giro nel mondo di Mulan o in quello dei Pirati dei Caraibi me lo sarei fatto più volentieri.

Ma Re:Coded vuole distinguersi dal primo Kingdom Hearts con il suo gameplay. Sora si muove in maniera apparentemente simile, ma sbloccando nuovi keyblade si notano differenze nette, molto più che in tutti gli altri giochi: non si differenziano più solo per statistiche, ogni keyblade è livellabile, sblocca varie abilità e soprattutto cambia completamente lo stile di combattimento (è un'idea ripresa da 358/2 Days, ma che qui esprime al massimo il suo potenziale). E ADORO la Desilampada, aggressiva e velocissima, dà a questo gioco la frenesia del II.
Tornano poi diverse meccaniche di Birth by Sleep: il fantastico Command Deck, che su un DS senza nemmeno un analogico è ancora più importante per la praticità dei controlli, i Comandi Epilogo e le Spell livellabili e fondibili. Ma stavolta le Spell non hanno bisogno di raggiungere il livello massimo per essere fuse, anche perché il livello massimo è 100. Insomma, chi vuole un Deck fortissimo ha parecchio grinding da fare.
Ma la novità principale di Re:Coded è la matrice status. Presente i chip di 358/2 Days? Qualcosa di simile, ma espanso all'inverosimile. Ogni potenziamento, da un level up ad un Forza+, va posizionato su un'enorme matrice, e mettendo in fila i chip in un certo modo si può raggiungere tutta una serie di abilità e bonus. Sulla matrice ci sono anche dei "tuner" che permettono di bilanciare la difficoltà del gioco e i premi ottenuti. Quindi si può ricevere più loot dagli Heartless diminuendo i propri PS, o diminuire l'esperienza ottenuta da Sora per livellare più velocemente le Spell, o diminuire la salute degli Heartless in proporzione a quella di Sora, praticamente un sacco di roba divertente con cui smanettare.
Come base è un bel passo avanti da quella già molto buona di 358/2 Days, ma rimane il problema di fondo: i mondi del primo capitolo, da rivisitare per almeno la terza volta (ma poi come fai a metterci la quarta iterazione di Wonderland e non Halloween Town?). E si corre ai ripari variando il più possibile, sia con del platforming qua e là (banale ma decisamente meglio riuscito che nel primo capitolo, anche grazie ai controlli più rigidi), sia con sezioni dallo stile di gameplay completamente differente. Da uno sparatutto a scorrimento ad una Hollow Bastion in cui ci si limita a dare comandi Pippo e Paperino, a Re:Coded riesce tutto abbastanza bene, o quantomeno senza risultare mai frustrante. Dove si esagera è nel Colosseo nell'Olimpo, in cui il gioco decide di diventare un RPG a turni per un intero mondo. Verso la fine non ce la facevo più, volevo giocare a Kingdom Hearts.
E dove si esagera è anche nelle backdoor. Le backdoor sono "sfide" in una sorta di mondo virtuale (come se non lo fossero tutti) con una serie di Heartless da sconfiggere, che permettono di scommettere un tot di punti su un obiettivo particolare (es. "Non colpire a vuoto più di 9 volte"), per poi ritirare delle ricompense con i punti vinti (e qui con i munny non si risolve molto, tocca vincere queste scommesse). Nulla di malvagio, ma la prima metà del gioco ne è piena, e si sente sia la ripetitività delle sfide che la monotonia dello scenario.
Per il resto è un'esperienza piacevole che scorre senza problemi, e che stavolta dà del filo da torcere anche a difficoltà Standard con boss veramente tosti, raggiungendo quasi i livelli del primo capitolo.

Limitandomi a raggiungere il finale mi ha preso 14 ore, e mi sono divertito ma devo dire che possono bastare. Forse perché ho appena rigiocato l'intera serie, ma per la mole di contenuti non fantastica di questo gioco di più non poteva durare. Chi però vuole continuare ad evolvere Sora, costruendo un Deck come si deve e riempiendo la Matrice status, ha delle backdoor extra più difficili da completare, oltre che una versione potenziata del boss segreto. Non molto, si poteva riproporre un multiplayer come quello di 358/2 Days, anche se il completamento al 100% richiede sempre uno sproposito di ore.
E del lato tecnico non c'è nulla da dire: stessa grafica miracolosa (con framedrop occasionali) di Days, OST prevalentemente riciclata come in Days.

Insomma, Re:Coded va giocato assolutamente? No, e chi lo ritiene necessario per la storia secondo me esagera. È uno spin off, un gioco portatile poco ambizioso, ma che riesce molto bene nei pochi obiettivi che si pone, proponendo un combat system ed una crescita del personaggio davvero sfiziosi.