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Cover Marvel's Spider-Man: Miles Morales per PC

Into the gamerverse

Spiderman fa parte della mia infanzia, il primo film di Raimi è praticamente il mio cinecomic preferito e lo conosco a memoria. Negli ultimi anni però tra mcu e il gioco per ps4 ho avuto solo delusioni dall'uomo ragno. Non sto dicendo che Spiderman di Insomniac sia brutto di per se ma a me personalmente, per tutta una serie di motivi, non ha lasciato letteralmente nulla di positivo. L'idea di giocarmi Miles Morales dunque non mi passava per l'anticamera del cervello ma dopo aver visto quei due filmoni di animazione mi sono caricato un pò di hype e ho dato una chance a questo gioco.

Nonostante di base sia quasi identico al capostipite in questo caso sono riuscito ad apprezzarlo, non eccessivamente ma quanto basta e quanto potevo sperare sinceramente. Ci sono più motivi dietro ciò: in primis appunto l'entusiasmo verso tutto il contesto di Into the spiderverse e Miles Morales come spider story alternativa alla classica solfa di Peter Parker, in secondo luogo la longevità scarsa unità ad un mio approccio menefreghista verso le attività copia e incolla ambientate in un setting che non mi dice letteralmente niente. Giocato così sono riuscito ad apprezzare il contenuto prima di arrivare a una precoce saturazione data dalla ripetitività di fondo e da un free flow estremamente basilare condito dai poteri venom che portano una piccola ventata d'aria fresca. Se devo fare un plauso lo faccio alle animazioni, veramente veramente belle così come la regia delle cutscene che da sole regalano un impatto estetico incredibile ad un gioco tecnicamente non eccelso.

Insomma Miles Morales non è niente di nuovo, chi ha apprezzato già il gioco precedente apprezzerà di sicuro anche questo, nel mio caso sono riuscito a farmelo piacere nonostante l'ostilità verso l'altro titolo, in ogni caso rimango dell'idea che entrambi siano decisamente overhyped e che al di là dei gusti non abbiano le carte in regola per essere chissà che.

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ha scritto una recensione su Resident Evil 4

Cover Resident Evil 4 per PC

Oh Señor, somos tu ganado

Solitamente quando recensisco un remake faccio una premessa, l'aver giocato o meno l'originale, così da specificare il tipo di esperienza avuta. Nel caso di Resident Evil 4 l'originale l'ho giocato e, pur apprezzandolo, non ho mai provato lo stesso entusiasmo che provano tutti in genere, sicuramente l'averlo giocato pochi anni fa e non al lancio non mi ha permesso di apprezzarne le novità allo stesso modo tuttavia ci sono una serie di elementi che non mi sono piaciuti: troppo action, troppo lineare e troppo demenziale nei toni per quelli che sono i miei gusti.

Giocare questo remake mi ha dato un enorme senso di Deja Vu perchè l'estetica, le ambientazioni e i concetti alla base del core gameplay sono gli stessi tuttavia questo remake mi ha conquistato sempre di più nel corso dell'avventura arrivando all'amore totale.

Parto con ciò che il remake va a limare rispetto le tre caratteristiche non di mio gradimento citate prima: la demenzialità. I toni di Resident Evil 4 og li ho trovati sempre troppo parodistici, l'atmosfera horror non la sentivo, complice una mia fissa che mi fa percepire lo spagnolo in maniera caricaturale. Passare dagli zombie ai los ganados, dei contadini spagnoli incifrati che ti gridano "matalo matalo matalo" non è stata per nulla una cosa di mio gradimento nell'originale. In questo Remake, grazie anche ad un comparto tecnico spettacolare condito dal Re Engine che ha permesso molta più accuratezza lato regia rispetto a una sesta gen che usciva dal low poly ma ancora non era il top a livello tecnico, l'atmosfera horror è decisamente più palpabile, il gioco si prende più sul serio e, pur non rinunciando alla sua anima più scanzonata ed esagerata con derive ipergiapponesi sopratutto in late game, è riuscito a farmi prendere qualche attacco di cuore nel corso dell'avventura e a deliziarmi lato atmosfera.

Il secondo punto che non apprezzo dell'originale è la deriva action. Nel capitolo originale si combatte il 90% del tempo, le munizioni non sono un problema praticamente mai e non c'è una vera e propria sinergia tra combattimenti e puzzle che è alla base della bellezza di resident evil 2. Anche qui si combatte e molto ma grazie alle nuove meccaniche i combattimenti sono davvero tanto tanto tanto belli e sono riusciti a prendermi, probabilmente come chi ha apprezzato il capitolo originale ai tempi. Il gunplay è poco variato rispetto ai predecessori ma tutta la parte relativa alla combo calcio/coltello è un qualcosa di spettacolare. Il parry aggiunge davvero tanto, sinceramente non ho apprezzato molto la schivata gestita con un tasto ed ibridata alla fase stealth, tuttavia i combattimenti sono davvero belli e la varietà dei nemici altissima, questo è stato il motivo principale per cui ho amato il gioco sempre di più. Apprezzabile è anche il fatto che a differenza dell'originale le risorse qui sono limitate, difficilmente ci si troverà senza risorse ma comunque bisogna gestirsele, una cosa che nel capitolo originale non mi destava il minimo problema.

Per quanto riguarda la linearità qui c'è ben poco da fare, il gioco di base è lo stesso, non si poteva cambiare nulla e sicuramente non c'era proprio l'intenzione di farlo, questa caratteristica non l'ho apprezzata così come non la apprezzai nell'originale, sono un amante del backtracking e del level design labirintico dei primi due capitoli e remake, questo tipo di level design non è nelle mie corde.

Nonostante questi problemi risolti, risolti parzialmente o non risolti, l'esperienza complessiva è di assoluto apprezzamento; l'atmosfera, il combat system, i personaggi, la varietà di nemici e la regia di questo capitolo sono sublimi, probabilmente non arriverò mai a preferirlo al 2 di cui apprezzo maggiormente il level design e il lato survival horror né a village, gioco che sembra quasi un reboot del 4 e che ne presenta i medesimi temi ma sotto steroidi per quanto riguarda l'horror gotico, ciò nonostante Resident Evil 4 Remake è uno dei capitoli più belli che abbia giocato di questa serie, lo metto quasi sicuramente alla pari con l'1 che di base è anche uno dei miei giochi preferiti, sono felice finalmente di aver apprezzato anch'io così tanto tutte le vibes del quarto capitolo che si mi piaceva ma non così tanto.

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Cover The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom per Nintendo Switch

Tears of the Fonzie

Vista la portata di questo gioco dovrei mettermi sotto e scrivere una recensione interminabile come per Elden Ring ma ho capito che il gioco non vale la candela, preferisco esternare sinteticamente le opinioni su un gioco, un’odissea durata quasi 2 mesi in realtà, che meriterebbe fiumi di parole per rendergli onore.

Questo è uno dei pochissimi casi nella mia vita da giocatore in cui mi sono immaginato il seguito di un gioco come lo volevo e poi sono stato effettivamente accontentato, anche se ho dovuto far di tutto per moderare l’hype e non rimanere deluso. Tears of the kingdom è uno di quei giochi che quando lo finisci ti lascia devastato, senza un punto di ritrovo, un gioco che ha dato tutto quello che poteva darti e che è diventato parte di te come persona.

E no non sto dicendo che in qualche modo i videogiochi migliorino gli individui come tali, sto dicendo che nel momento in cui passi così tante ore a giocare ed amare un titolo, inevitabilmente questo turbine di sensazioni positive finisce per costituire una parte incancellabile della tua vita che ricorderai sempre con un sorriso e solo i giochi di questo calibro riescono ad offrire qualcosa del genere.

Per parlare di Tears of the kindgom devo parlare per l’ennesima volta di Breath of the wild, titolo di cui mi sono lamentato tantissimo sia qui sopra che ovunque al punto da instillare nella gente l’idea che mi faccia schifo. Botw non mi fa schifo ma si, un po' lo odio, perché lo vedevo enunciato come la perfezione ma lo percepivo come tutt’altro che perfetto e molto acerbo seppur spaventosamente bello sotto alcuni punti di vista, questi punti forti Totk li riprende appieno essendo a conti fatti un more of the same. Ma per quale motivo allora Breath of the wild mi sta sulle gonadi mentre totk lo amo alla follia? Perchè totk non solo mette una pezza a quasi tutti i problemi che ho riscontrato nel predecessore, ma lo fa in modi che non avrei mai immaginato.

L’ultramano è lo strumento cardine del gioco e in sinergia con i congegni zonau offre probabilmente una delle massime espressioni di libertà d’azione mai viste nei videogiochi al punto che ho risolto ¾ dei sacrari (meccanica che in botw mi aveva decisamente scassato dopo un po') nella maniera meno ortodossa possibile e questo la dice davvero lunga.

In botw mancava una progressione degli strumenti sopratutto relativa ai dungeon, non c’era più senso di novità e ricompensa. In totk i diecimila congegni zonau, che davvero offrono una profondità di gameplay devastante, si scoprono e sbloccano mano a mano portando una varietà sia nei sacrari che nel gioco che annichilisce qualunque titolo simile.

Sono stati addirittura aggiunti i saggi che fungono da vero e proprio sistema di ricompensa e progressione dei dungeon, non bastavano i congegni a risolvere il problema citato ma ci hanno dato anche il bis. I dungeon sono tradizionali solo all’apparenza, sono dei colossi camuffati alla fine, non è un grandissimo problema però perché come dicevo prima i congegni zonau riescono a portare una varietà incredibile e a non far sentire troppo la mancanza dei dungeon vecchio stile.

Passiamo poi al reverto, la seconda meccanica per importanza: non c’è molto da dire se non che è utilizzabile sia in contesti situazionali sia per creare combinazioni folli e imprevedibili, io lo vedo personalmente come un complementare dell’ultramano, senza il reverto l’ultramano e i congegni zonau non avrebbero brillato così tanto in tantissimi casi.

Il compositor è un po' ambiguo: è sicuramente una novità graditissima, ha risolto quello che per me ed altri era un problema grande di botw, l’usura delle armi che ti portava a non usarle e a non percepirle come ricompensa, già solo per questo il compositor è pienamente promosso, si possono combinare le armi base, che vengono droppate di buona qualità dai nemici forti che spawnano ovunque nella mappa progredendo, con materiali di ogni tipo specialmente quelli droppati dai singoli mostri specifici portando non solo tantissima varietà ma risolvendo appunto il problema dell’usura visto che ora le armi forti si trovano ovunque.

Il problema del compositor è relativo solo alle possibilità di gameplay, nelle prime ore infatti il compositor sembra avere potenziale illimitato perché si tenderà a fondere pressochè tutto anche i congegni zonau che raddoppiano il loro potenziale ludico e creativo, progredendo però si tenderà ad utilizzare solo i materiali di qualità facendo venir meno le possibilità creative dello strumento, poco male comunque visto che come dicevo pone fine al problema delle armi accontentando sia chi amava il fatto che si rompessero sia chi detestava la cosa, optando per una soluzione ibrida che funziona perfettamente.

L’ascension è sia situazionale sia pronto per improvvisazioni, è la novità sicuramente meno impattante seppur molto gradita.

Come ho detto di base queste novità risolvono i problemi più gravi di Botw relativi alla mancanza di ricompense lato esplorazione e di progressione nel gioco, questo si abbinava ad un gioco che di base aveva contenuto lato open world abbastanza discutibile, sotto questo punto di vista totk mette una pezza amplificando enormemente il contenuto.

La mappa è la stessa di botw ma cambiata sotto molti punti di vista, comunque abbinata alle novità già citate la cosa non impatta negativamente anche perché sono presenti il sottosuolo e il cielo ad incrementare la varietà.

Le missioni secondarie sono tante di più così come le nuove attività. Diciamo che sotto questo punto di vista sono stati fatti passi da gigante ma alla lunga le attività, come tipico degli open world, iniziano ad essere ripetitive e la qualità abbastanza mediocre delle sub quest non aiuta ma questi sono problemi un po' relativi al genere, se non vi pesa questa peculiarità degli open world allora siete a cavallo, a me ha iniziato a pesare solo dopo molte ore quando ho sentito la necessità di chiudere con una rushata finale di main content, se non avessi fatto così probabilmente avrei iniziato ad annoiarmi ma cavolo, ci gioco da quasi 2 mesi, quanto si può chiedere mai ad un gioco single player del genere prima che inizi ad annoiare.

Sicuramente le secondarie non sono la cosa migliore che abbia mai visto in un open world e sicuramente poteva essere fatto qualcosa in più lato combat system e varietà dei nemici, molto migliorata rispetto a botw ma ancora non il top, tuttavia con tutto il ben di dio che ha da offrire il gioco è quasi un crimine lamentarsi.

Per il resto abbiamo una direzione artistica sublime sia lato estetico, sia sonoro, sia registicamente, la scrittura è molto semplice ma tocca quelle corde che io adoro, il cavaliere incorruttibile che rappresenta l’ultima speranza per l’umanità e salva il mondo circondato dai suoi compagni d’arme, una tematica decisamente trita e ritrita ma che a me colpisce sempre infatti al finale mi sono sinceramente commosso, complice la spettacolarità visiva di cutscene e boss fight finale.

Insomma questo gioco è tutto ciò che di meglio potevo sperare dal seguito di botw, risolve tutti i problemi principali che mi hanno impedito di amare un titolo in cui avevo visto veramente tanto potenziale, non è un gioco perfetto ma sinceramente chissene frega della perfezione finché vengono sfornati titoli così belli.

È uno dei giochi più maestosi che abbia mai giocato, riesce benissimo a paragonarsi ad Ocarina, gioco che amo follemente, è uno di quei titoli che ti ruba tantissimo tempo e che quando escono ti ricordano quanto siano belli i videogiochi, non riesco a trovare parole per incensarlo come meriterebbe ma è davvero un gioco degno della parola capolavoro ormai tanto abusata ed inflazionata.

10

Voto assegnato da Fonzie
Media utenti: 9.3

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Cover Resident Evil 2: Dual Shock Edition per PSX

You once again stepped into the world of survival horror...good luck

Solitamente non metto più i voti nelle mie recensioni qui su Ludomedia ma in questo caso faccio un'eccezione perché questo titolo merita tutte le lodi del caso. Resident Evil 2 è uno dei primissimi giochi di cui ho memoria, non ci ho giocato io ma credo di aver visto giocarci mio fratello quando ero davvero piccolo, sugli 1 o 2 anni, la copertina dello zombie che si affaccia dalla porta è un qualcosa che mi è rimasto impresso da tutta la vita, mi ha sempre affascinato tantissimo.

Il primo Resident Evil che ho giocato è stato Outbreak, non so in quanti di voi ci hanno messo le mani sopra ma vi assicuro che è tutt'altro che un gioco facile, datelo in pasto ad un bambino di 6 anni fissato con gli zombie, che guarda di nascosto la cassetta de “La notte dei morti viventi” e con la curiosità enorme di Resident Evil 2 e...otterrete la ricetta perfetta per un disastro.

Rimasi talmente tanto traumatizzato dalla complessità di Outbreak che non ho più toccato Resident Evil per anni e anni finché dal 7 in poi non ho iniziato a recuperarmi la saga. Quando arrivo a mettere le mani sul remake di Resident Evil 2 mi ritrovo davanti uno dei giochi più belli che abbia mai visto tuttavia una parte di me bramava ancora quel dannato gioco con lo zombie che mette le sue dita marce in copertina ps1, la curiosità per l’esperienza originale non si era esaurita e allora eccomi qua finalmente a provarlo.

Specifico una cosa, se dovessero puntarmi una pistola alla testa e scegliere tra i due opterei ancora per il Remake, ci sono molte differenze tra i due pur essendoci una fedeltà di base all’opera originale e chiaramente il Remake è figlio del 2019, può offrire molto di più in termini tecnici ma anche ludici e di design, questo però non toglie che l’esperienza originale, pur con tutti i limiti dell’epoca, rappresenta comunque uno dei giochi più belli che abbia mai visto, non solo questo, a detta mia rasenta la perfezione.

La base è la stessa solidissima del predecessore, il gameplay non vede tante novità se non nell’armamentario e nel parco mostri tuttavia vengono limate quelle piccole imperfezioni di design che non pesavano sul primo capitolo ma che comunque consentono a Resident Evil 2 di svettare su quest’ultimo. L’ambientazione si sposta nella centrale di polizia di Racoon City invasa dagli zombie, zombie diversificati e più inquietanti, e poi come chiunque ci ha giocato saprà, la mappa si snoda in sezioni ulteriori.

Il level design è magistrale, come lo era anche il primo del resto, ma in questo caso la run B mostra ulteriori guizzi creativi che lo elevano al capolavoro che è. La componente Horror in run A con Leon è stata assolutamente lodevole, pur essendo un gioco così vecchio mi ha conferito non pochi arresti cardiaci, in run B specialmente con Claire la componente Horror è calata di pari passo con la difficoltà poiché l’armamentario era fortissimo e le risorse davvero tante ma sinceramente non ho disdegnato questo calo della difficoltà perché essendo ormai alla 4 run di quest’anno nell’universo narrativo di Resident Evil 2 avevo voi di giocarmela spensierato, rapido ed indolore.

Il gioco è esteticamente impressionante, ancora adesso regala scorci semplicemente stupendi da vedere. Pieni di fascino sono i due nemici stalker: Birkin e Mr X, avversari tanto inquietanti quanto bellissimi da vedere. L’ost è fantastica, non voglio aggiungere altre descrizioni perché sarebbe superfluo.

Il titolo funziona letteralmente in ogni sua componente, è un capolavoro di atmosfera, level design, art design e gameplay, tutte le parti formano l’esperienza perfetta che costituisce a mio avviso il vademecum del survival horror classico, chiunque sia appassionato dell’horror deve assolutamente metterci le mani sopra, seppur superato a livello sia tecnico che ludico dal remake, Resident Evil 2 rimane a mani basse un gioco spettacolare e imprescindibile, semplicemente perfetto, una pietra miliare per il genere e per i videogiochi in generale.

10

Voto assegnato da Fonzie
Media utenti: 10

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