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I videogiochi di oggi sono facili?

Ormai è una domanda che sorge dai tempi della PS3, ma che tutt'ora viene detta a destra e manca.
Però spesso la gente che espone questa sua opinione di solito non va mai a capire il perché accadono queste cose, semplicemente si deve lamentare di qualcosa. Il perfetto italiano medio, in poche parole.



Oggi però voglio chiederlo a voi: Secondo voi, i videogiochi di oggi sono troppo facili? Per quale motivo? Perché una volta rispetto ad oggi erano sicuramente più difficili?



Allego questo mio video sotto spoiler dove provo a rispondere alle domande che mi sono posto. Se avete 4 minuti liberi vi consiglio di guardarlo, non è per nulla pesante e lo trovo anche abbastanza simpatico (PS. Se vi piace lo stile e la simpatia magari un'iscrizione ci farebbe molto piacere, visto che è anche in comune con un mio amico)



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Personalmente penso che i videogiochi di oggi hanno la possibilità di rendersi molto più facili rispetto ai giochi del passato, ma questo non vuol dire che quest'ultimi erano più difficili. Ricordo molto bene ad esempio quando da piccolo mi misi a giocare a Resident Evil 2 sulla prima PlayStation, lo ritenevo un gioco "difficile" a causa dei vari enigmi, ma rigiocandolo oggi mi chiedo quale celebroleso non è in grado di risolverli. Sicuramente la difficoltà era derivata anche dai limiti di sviluppo, come dici anche tu nel video, ma è anche vero che si tratta di pura "abitudine". A furia di videogiocare impari tutte quelle cose che sai bene essere lo standard in un videogames, cose che magari ai tempi non ti venivano spiegate, ed ora avendo tutti un minimo di conoscenza digitale ci risulta più semplice capire rendendole quasi scontate. Non a caso, perchè vengono fatti i tutorial da celebrolesi in alcuni giochi? Perchè potrebbe tranquillamente mettersi a giocare una persona che magari ha giocato solo ed unicamente a Tetris trenta anni fa e non conosce questi standard.

Per fare un esempio, è come se tu devi costruire da solo una sedia di legno. Non avendolo mai fatto la potresti ritenere una cosa difficile, ma ovviamente un falegname che è abituato a maneggiare il legno pensa assolutamente il contrario. Il concetto è lo stesso. Non sono i videogames (a difficoltà standard ovviamente) ad essere diventati più difficili, siamo noi che siamo diventati più bravi.

Dirò comunque una cosa magari impopolare, ma se cerco un certo livello di sfida preferisco sinceramente dedicarmi ad un multiplayer, da un single player cerco principalmente una trama interessante, ed affrontarla ad una difficoltà media è più che abbastanza per godersela.

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@Icepolar Sì, la penso come te. La frase finale del "Ognuno è bravo nel suo genere preferito/quello che ha giocato di più ma magari trova difficile il genere con cui ha giocato di meno, arrivando a definirlo addirittura impossibile" lascia un po' intendere quello che hai detto tu, perché comunque uno si è abituato al suo genere, conosce praticamente tutto quello che è uno standard, mentre giocando ad altro non ti saprebbe rispondere e risulterebbe stupido agli occhi di un altro. Per il discorso multiplayer è un'opinione un po' impopolare, certo, però ha sicuramente senso.

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Secondo me molti giochi del passato, e mi riferisco a Nintendo Nes o sega Master System, erano difficili anche perchè molto corti; la difficoltà era un ottimo modo, per come la vedo io, per "allungare la minestra" e giustificare sia la spesa necessaria all'acquisto sia per dare una buona rigiocabilità al prodotto.
Recentemente mi sono fatto alcune run com amici su Mega Drive a Sunset riders (finito in circa mezz'ora) e Golden Axe 2 (finito in circa 40 minuti), il tutto a difficoltà normale. Chiaramente si tratta di titoli molto divertenti e rigiocabili, ma se non avessero avuto una difficoltà perlomeno media il ragazzino di turno li avrebbe finiti in due secondi e la critica li avrebbe probabilmente stroncati..
Calcolando anche che la famiglia media acquistava 4-5 giochi all'anno, perlomeno tra le mie conoscenze, era necessario che giochi comunque piccolini come dimensioni e piuttosto corti potessero avere una buona durata (jrpg come Shining Force o Phantasy Star a parte per loro stessa natura ovviamente). 

So che è un argomento piuttosto particolare il mio, ma siccome la discussione era uscita proprio a seguito di quelle partite volevo riportarvi alcuni pareri che erano usciti sperando che possano esser spunto di riflessione.

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Non a caso chi lo dice da parte di quella fetta di gamer più “anziana” che giocò nel periodo del boom videoludico. Certamente i videogiochi di adesso sono più “intuitivi”, sei spesso agevolato, quindi si banalmente possiamo dire che sono più semplici, ma creativamente, artisticamente e graficamente sono tanta roba. A mio parere si sono sempre poiché adeguati ai tempi che corrono: adesso ai ragazzini che si approcciano ai videogiochi interessa l’estetica e, volente o nolente, se ti concentri su quella devi togliere ad altro. In più credo che non sia solo il fatto dello stare al passo coi tempi, ma proprio il fatto che sia cambiata la concezione di videogioco in sè.

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@elMargs punto molto interessante, quello della nicchia (anzi guardando i vari social o le piattaforme di video direi l'esplosione) dei giochi difficili.
Probabilmente dopo anni in cui siamo stati quasi anestetizzati da tutorial, giochi-film, prodotti molto semplici per famiglie o ragazazzi giovani dal 2011 circa (direi dall'avvento di Dark Souls) è iniziata una corrente di produzione a difficoltà "old style" dei quali Isaac, ma anche il recente Cuphead per fare qualche esempio, sono degli ottimi alfieri.

Sembra che la nicchia, che se andiamo a vedere i numeri di vendita di certi titoli poi non è nemmeno tale (anche se tanti, come i Souls ad esempio vendano anche per moda o grazie al tubo), sia riuscita a far sentire la sua voce ai publisher. Si tratta spesso di giocatori di lungo corso (non voglio definirli hardcore per non dare una connotazione elitista, solo gente che gioca da parecchio) che vogliono sì i giochi più guidati, ma anche mettere le mani su qualcosa di più interessante come gameplay, appagante e che possa rappresentare una sfida.
 

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Sinceramente è un discorso che mi fa spesso imbestialire... E di tutti i messaggi precedenti si potrebbe fare un minestrone. Si, in quest'epoca noi siamo più bravi a giocare, essendo ben allenati o comunque a nostro agio con la tecnologia più recente. Si, i giochi a difficoltà standard sono molto facilitati in molte occasioni, ma se vi manca la sfida settate tutto alla massima e via, questo anche perché non sono più derivati dagli arcade. Solo vorrei vedere chiunque dica che i giochi di oggi sono facili, affrontare un qualsiasi titolo "normale" alla massima difficoltà senza tirare qualche bestemmia. E lo dico avendo ben bene sui coglioni chiunque dica "eh ma i souls sono difficili!". Grazie al cazzo, se non impari ben bene le pattern degli avversari o non hai riflessi inumani è logico che muori! DODONPACHI e DEATHSMILES sono difficili (stando alle "ultime" generazioni), non dark souls o cuphead.

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È indubbio che i giochi odierni siano facili ma è anche vero che ci siamo evoluti pure noi,ad esempio ora so l inglese,ai tempi ero una capra e certe perle non potevo finirle per il semplice fatto che non capivo una mazza di ciò che scrivevano..poi i giochi odierni hanno quasi tutti un selettore di difficoltà,prima non c era,i joypad erano imprecisi e a volte erano bestemmie perché i personaggi non eseguivano le mosse selezionate
Una parola a parte per il pay ti win che è una cosa che odio e personalmente trovo scorretto,se non sono capace di vincere,amen passo ad altro

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Dipende.
Oggi si preferisce nei videogame programmare una difficoltà non tattica ma "fisica" (checché se ne dica), ossia basata sui riflessi e sul premere a tempo una sequenza di tasti (che siano QTE, combo o altro); un ritorno in parte alle origini ma che, rispetto alle suddette origini, ci porta oggi un gameplay nettamente più alla mano e semplice (si pensi ad un Dark Souls e poi ad un Ninja Gaiden per NES, ad un Mega Man o ad un Makaimura), eccezion fatta ovviamente per i picchiaduro competitivi, ma non per questo sempre poco difficile, in generale, rispetto al passato.
La difficoltà tattica invece è praticamente scomparsa dalla circolazione, dato che la maggior parte dei videogame moderni a griglia, a turni e dungeon crawler risultano essere decisamente più facili rispetto alla norma (e se così non è, allora le vendite risultano essere infime).
È il risultato di un mercato che predilige la massa, e la massa è formata da persone che o sono minorenni e non hanno pazienza o sono adulte e non hanno tempo: una difficoltà basata sui riflessi richiede poco tempo per essere assimilata, il giusto impegno e poco ragionamento.
Una difficoltà tattica, al pari delle difficoltà che uno può avere in una partita a scacchi, risulta oggi non vendibile dato che neccesita di un ragionamento continuativo, uno studio approfondito del combat system e del gameplay al fine di creare una stretegia vincente per ogni situazione e quindi mutevole nel tempo, e in generale una grande quantità di pazienza, pratica e tempo (volendo citare gli unici titoli che davvero danno del filo da torcere se giocati a difficoltà massima abbiamo: Stranger of Sword City, i remake di Etrian Odyssey e i suoi capitoli principali, SMT IV Apocalypse e Persona Q).
In sostanza, si può dire oggi che i giochi sono mediamente più facili rispetto al passato, ma presentano, se uno cerca una certa tipologia di difficoltà, una curva di apprendimento comunque non assurdamente bassa. Trovi ancora oggi titoli degni di nota da quel punto di vista, ma non aspettarti di certo un Makaimura, con 2 vite iniziali, 3 vite massimo, morte con due colpi e restart del gioco ad ogni morte (e qunidi 0 checkpoin), che era più o meno la norma nel periodo NES.

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Sì, i giochi di oggi sono molto più fattibili, questo è sicuro, ma dietro comunque ci sono state così tante novità che hanno inevitabilmente portato da un facilitamento. 
Ma in generale penso che rendere meno impossibile un qualcosa sia un'agevolazione. 

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I giochi di oggi sono meno impegnativi di altri certo, come è sempre stato. In passato erano più frustranti, non potevi scegliere la difficoltà ma era crescente, di conseguenza dovevi veramente impegnarti nei livelli più alti. Comunque erano tutti scrptati e con try&error si riusciva a portarli a termine, ma la pazienza e il tempo richiesto erano proibitivi per la maggior parte.
Adesso i giochi hanno IA sviluppatissime, ma non metteranno mai un livello di sfida tale da renderlo proibitivo.
Ci sono ancora titoli strutturati con regole semplici ma che risultano ostici. Ad altri hanno dato l'appellativo Rougelike almeno il compratore saprà subito che non verrà accompagnato con la manina dall'inizio alla fine come invece si nota con i titoli degli ultimi anni. 
Adesso sto cercando di completare "the Binding of Isaac Rebirth" e fidatevi che non è per niente una passaeggiata.
 

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@elMargs Sì, è un po' anche quello che dico nel video sul fatto dell'evoluzione tecnologica. Fortunatamente oggi siamo messi bene, ma c'è in giro gente che comunque rivuole la magica sfida dei tempi senza se e senza ma. Vedi ad esempio i video di Croix89 dove lui afferma più volte che per colpa della Wii i giochi sono diventati via via più casual e facili, che non hanno più una sfida per quelli che potevano definirsi videogiocatori.

Edit: Del mio video cosa ne pensate?

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@Boatinhovic111: sono perfettamente d'accordo con te, ma credo che l'importante sia differenziare i prodotti in base al tipo di pubblico.

Giustissimo che ci siano Heavy Rain o Beyond Two Souls, per accontentare chi predilige la trama (o è alle prime armi nel mondo del gaming, o non vuole impegnarsi), ma spero che continuino a produrre anche titoli come Nioh o Dark Souls, rivolti ad un altro tipo di player (occhio, non un tipo migliore, semplicemente uno che vuole o ha più tempo per dedicarsi).
La mia speranza è che, viste le vendite di titoli come i Souls o Bloodborne, continuino ad esserci anche proposte per chi cerca più una sfida, o semplicemente più iun certo tipo di gameplay in un titolo. 

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Hai detto bene, una volta non si poteva scegliere tra la difficoltà facile/purgatorio, quindi il gioco ce lo si doveva sorbire così com'era. Molti titoli ps1 che all'epoca trovavo impossibili, oggi, sono una passeggiata. Per quanto riguarda dal'era ps3 in poi, sono facili? Si e No. Introdurre le varie difficoltà aiuta molto chi non riesce a superare un determinato muro. Trovi il gioco piuttosto impegnativo su normale? passa a facile! Quando poi avrai acquisito la giusta esperienza e sicurezza ti butti. I più testoni si cimentano in difficoltà sempre maggiori, per sfida. Gli altri si accontentano di finire il gioco a modalità superfacile e via. Quindi è questo il si e il no: Si per chidecide di vivere un'avventura in modalità ultra facile e poi si annoia definendolo banale; No per chi decide di inziare un gioco a modalità estremo/purgatorio

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Per come la vedo io, i giochi sono divenuti facili da Ps1 in poi, e quetso per alcuni motivi fondamentali:

- I giochi più vecchi, se escludiamo gli albori del gaming, erano quasi tutti portig di giochi ARCADE o da Sala Giochi. Viene da sé, che la tipologia di gioco alla base, era fatta per guadagnare facendo spendere più soldi possibili alla gente, è questo era impossibile se un giocatore finiva il gioco con uno/due gettoni al primo colpo. I giochi che non erano di derivazone ARCADE, comunque, seguivano la stesa filosofia per il semplice motivo che quello era lo standard con cui si facevano i giochi.
- Una dei vantaggi derivati dalle nuove tecnologie, è il Salvataggio, cosa che, prima delle Memory card (tranne rarissimi casi più "recenti", se così li vogliamo.chiamare) non esisteva. Il gioco lo iniziavi e lo dovevi finire, punto. 
- I Game Designer, avendo nuove vedute in merito e nuove tecnologie, hanno messo a frutto la loro fantasia offrend nei giochi sempre strade multiple, per affrontare le situazioni. O anche il gioco insé, grazie alle nuove tecnologie, dà al giocatore la possibilità di sperimentare nuove strategie per affrntare un problema.

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Non credo siano più facili. Credo che crescendo abbiamo migliorato le nostre abilità. Un bambino di 10 anni oggi avrebbe la stesse difficoltà con un gioco attuale di quelle che avevo io alla sua età con i giochi dell'epoca. Credo! Poi appunto dipende dai generi che vanno affinandosi con l'esperienza.

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Oltre all'avanzare dell'età, come giustamente hanno già detto in molti, penso che i videgiochi vengano considerati "più facile" anche grazie alle varie agevolazioni che molti hanno. 
Quello che ha reso i giochi "più facile" è stato dara la possibilita al giocatore di cambiare la difficoltà del gioco da facile-intermedio-difficile-inferno. 
Ad esempio, nella stragrande maggioranza dei giochi c'è la possibilità di rigienerare la vita restando fermi al riparo, questo principalmente giocando a difficoltà che vanno dal facile-normale. Già giocando a difficoltà elevate questa possibilità viene sottratta al giocatore, costringendolo quindi ad adottare strategie per sopravvivere (come craftare/comprare/trovare medikit/pozioni o quant'altro) più a lungo, oppure "ostacolarlo", come nel caso in cui i nemici hanno più vita e potenza d'attacco. 
Comunque ad opinione mia l'esperienza del giocatore influsice molto sull'approci oche sia ha con i videogiochi sisi

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io credo che dipende da giocatore a giocatore, da come ci si approccia a un tipo di videogioco specifico di un genere specifico....per dire io sono negato con i giochi picchiaduro e di corsa e per me son difficilissimi ma è solo una questione che il genere non mi è piu congeniale...o anche per dire un titolo action/sparatutto a livello alto , bisogna vedere se come ci si approccia al titolo se ci metti davvero l impegno massimo o ci si gioca tanto per provare....

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Io penso che con il tempo il problema non sia stato tanto una questione di difficoltà ma di "ricchezza" della trama, dei personaggi e del gioco stesso. Negli anni, con lo sviluppo di nuove tecnologie, tante case di produzione (per lo meno inizialmente) si sono buttate non solo sul filone principale, ma anche sul migliorare le esperienze sensoriali quali qualità del suono e dell'immagine, fluidità dei movimenti e dell'esperienza di gioco in generale, inseriemnto di differenti modalità di gioco, contenuti extra, modalità online ecc... Afficnhè il giocatore potesse sentirsi parte del gioco invece che uno spettatore esterno . Credo che per poter arricchire questo tipo di aspetti (per lo meno inizialmente) un taglio alla sotria o alla "complessità" fossero la strada migliore e più veloce da fare. Ad oggi credo che si possa avere una buona qualità grafica unita ad una buona qualità strutturale del gioco stesso, ci sono tanti giochi brevi ma ricchissimi di dettagli, interessanti e con capitoli aggiuntivi che si, contribuiscono al guadagno della società di sviluppo e distribuzione, ma aiutano anche a mantenere una buona qualità del gioco... Far uscire un gioco in più parti per mantenerne alti gli aspetti. è un po' come per i vecchi film... La maggior parte dei film che hanno fatto la storia erano ricchissimi di significato ma gli effetti speciali, la suspance e il "contorno" spesso non erano all'altezza del contenuto; ad oggi c'è la possibilità di riproporre la stessa storia con arricchimenti di ogni tipo. Alle volte capita che non si raggiunga la stessa qualità, ma allo stesso tempo c'è anche la possibilità di valorizzare passo per passo diverse idee e progetti

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anche secondo me sono molto più facili in più c'è la possibilità di andarsi a cercare le soluzioni su youtube o internet se si rimane incastrati in qualche enigma troppo difficile cosa che a me sinceramente darebbe parecchio fastidio, però mi ricordo che una volta ci si rimaneva tutti incastrati in qualche livello per settimane e nessuno riusciva a trovare una soluzione per andare avanti rotfl

I videogiochi di oggi sono facili?